lunedì 1 novembre 2010

Facciamo pace o ci prendiamo in giro?

Netanyahu fa di tutto per non accettare la pace, fa di tutto anche per far sembrare cattivi gli altri e santo lui. mentre continua a dire che le costruzioni non si fermeranno e che lui non accetterà mai di tornare ai confini del 1967 (come già dicevo, la cosa più giusta che si potesse fare) si scatenano i suoi elettori nelle strade e nelle piazze. Intendiamoci, non che Netanyahu li abbia pubblicamente incitati, ma i discorsi che lui fa possono portare a un’interpretazione molto dura e rivoltante.
I coloni, gli occupanti, coloro che meglio esprimono l’ideologia sionista, hanno infatti minacciato di demolire i pozzi costruiti nei campi di olivo. La minaccia è già arrivata da qualche giorno, ma la realtà è che hanno già iniziato con le loro spedizioni punitive. È stato già bruciata una scuola privata femminile nei pressi di Nablus, sono già stati distribuiti ordini di demolizione per case, pozzi e altri impianti a sud di Hebron (questi ordini comprendono anche case in costruzione, baracche, tende e grotte utilizzate dai pastori come primo rifugio nei pascoli). L’ira dei coloni si è anche già mossa contro le coltivazioni d’olivo e sono già stati distrutti diverse colture oltre che ferito molti contadini che cercavano di difendere il loro unico sostentamento, i soldati insieme a funzionari civili hanno poi sequestrato tutta l’area di un impianto di perforazione nella provincia di Deir Estia, arrestando il proprietario e suo figlio e dichiarando il terreno territorio israeliano.
Tutto questo è routine in Palestina, per chi segue il blog ha già visto tanti miei post che facevano un resoconto delle razzie israeliane e per chi lo conosce per la prima volta si fidi, questa è routine. Ciò che di nuovo sono costretto a sottolineare è la freddezza e il sarcasmo con cui i coloni affrontano i palestinesi, soprattutto in questo periodo di, ovviamente fasulli, “Dialoghi per la pace”. Dopo aver bruciato la scuola hanno scritto sulle pareti della stessa questo slogan: “Pace per gli abitanti di questa collina”. La domanda ora io la pongo a voi: è con questa gente che bisogna fare la pace?
michael

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