sabato 6 novembre 2010

le parole

Vorrei oggi fermarmi un attimo su come vengono usati alcuni termini del lessico italiano dalla politica e dall'informazione.
"popolo delle libertà": è il nome di un partito dove a decidere è uno e uno solo, un re che ha sudditi non un popolo, l'uso poi del termine "libertà" è quanto meno sconcertante nella mani di chi monopolizza informazione e decisioni legilative dimentiche ormai delle aulee parlamentari.
Questo partito è stato definito dal suo stesso despota: "partito dell'amore". Ora la parola "amore" è oggi talmente sventrata del suo significato reale di donazione gratuita all'altro che, grazie anche al nostro piccolo tiranno, fa pensare immediatamente ai bovini e bufali che affollano schermi, giornali. aulee parlamentari e letti di potere in genere.
"futuro e libertà": parla di futuro chi vive di politica da secoli e ha tutte le intenzioni di appollaiarsi in questa sopraelevata posizione ancora a lungo.
"partito democratico": così democratico da non muoversi mai, magari disturba qualcuno. Democrazia è la partecipazione attiva di tutti alla vita di uno Stato e il maggior partito d'opposizione dovrebbe muoversi a ricordarlo.
Questo per ricordare come le parole vengano storpiate oggi. Eccezione fa la Lega Nord che usa un linguaggio così volgare da non badare a sottigliezze.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

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