venerdì 24 dicembre 2010

Di nuovo il mal d’Africa


Laurent Gbagbo non ha nessuna intenzione di arrendersi. Cosa gliene frega a lui del suo stato? A lui interessa il potere e la sua comoda poltrona, a lui interessano i soldi. E così non accettando di aver perso, non volendo lasciare il suo posto ordina che 10000 caschi blu se ne vadano dal suo paese, forte del controllo che lui ha dell’esercito.
Alassane Ouattara sarebbe colui che ha vinto, lui non è forte dell’esercito che ha ai suoi piedi ma è forte dell’appoggio dell’Onu, dei leader africani, dell’Unione Europea (tutti pronti a dare sanzioni a Gbagbo) e, udite udite, di Washington. Evvai Obama è con lui! Ouattara può dirsi definitivamente vincente, solo perché dalla sua parte ha i più forti, lui che in America ci ha studiato...
Mentre quindi da una parte c’è un pazzo e dall’altra c’è un raccomandato la gente, come sempre, muore, scontri tra i sostenitori di uno o dell’altro, scontri tra esercito e opposizione, scontri, scontri e ancora scontri. Cioè centinaia di morti innocenti e che si potevano ovviamente risparmiare.
Alla richiesta di cacciare i caschi blu fatta da Gbagbo l’ONU risponde estendendo il mandato per altri sei mesi, e quindi la situazione ora è questa: da un lato l’ONU che intende portare avanti i suoi tentativi di pace dall’altra l’esercito e Gbagbo e in mezzo i morti.
Il Consiglio di sicurezza ha dichiarato che chiunque sia responsabile ad attacchi a civili o a forze dell’ONU sarà processabile dinnanzi a tribunale internazionale, uno dei responsabili della missione ha anche dichiarato che i caschi blu hanno il diritto di aprire il fuoco per autodifesa e in difesa del mandato, capite bene che quale sia la linea che distingue la difesa del mandato dal gusto di aprire il fuoco è veramente molto sottile; ovviamente Gbagbo non aspetta latro per far iniziare la vera è propria guerra.
Oggi è la vigilia di Natale, giorno di festa? Guardate com’è ridotto il mondo
octavio

Nessun commento:

Posta un commento