“I sette angeli che avevano le sette trombe si accinsero a suonarle.
Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò.
Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto”.
Questo è l’Apocalisse, mai un incendio così grosso ed esteso aveva colpito Israele. Il Monte Carmelo va in fiamme e, a causa delle alte temperature della zona e del forte vento, non si blocca e non diminuisce: 40 morti e numerosi feriti, oltre 15000 le persone evacuate.
Oggi quindi è il momento del cordoglio, del dolore per vite umane spezzate, molti stati hanno già offerto aiuto: Grecia e USA per primi, Cipro sta per arrivare ma Netanyahu ha richiesto l’appoggio anche di Italia e Russia. Il giorno del dolore non ci vieta però di parlare guardando alla verità. La televisione Israeliana raccontando dell’accaduto si è soffermata molto nel ringraziare forze dell’ordine e vigili del fuoco e nel fare commemorazione delle vittime (soldati) morti bruciati vivi nel pullman che li stava portando verso la prigione di Haifa. Andavano là per aiutare nel trasporto di 600 detenuti palestinesi che rischiavano, pure loro, di morire bruciati vivi in carcere.
Subito dopo ciò dava l’informazione che gli aerei per spegnere l’incendio (in una terra molto arida, è per questo motivo che si esclude quasi con certezza l’incendio doloso) sono vecchi e mal funzionanti, è per questo che si è chiesto l’aiuto esterno. Uno Stato all’avanguardia sulle tecniche agricole e di risparmio idrico (ripeto, proprio per la siccità del territorio) non ha aerei per spegnere gli incendi ma ha aerei per ammazzare la gente.
michael
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