Sarà un resoconto più che un post, non voglio annoiarvi ma è necessario continuare a ripetere la verità per poter camminare da uomini e non da ratti (sì, è un’offesa per chi non fa così, me ne prendo le responsabilità).
Questo è ciò che avveniva da, circa, domenica e ieri in Palestina, a voi poi il compito di capire se i Dialoghi di Pace siano necessari, siano stati svolti in maniera seria fino a questo momento, sia davvero utile farli in maniera indiretta, cioè, per chi non lo sapesse, farli con le due parti separate e decidere a tavolino chi deve avere di più e chi deve avere di meno, senza la possibilità che si dialoghi o ci sia un perdono. Sì è forse ormai stupido, ma io combatto perché ci sia un perdono, questo è, secondo me, il vero dialogo di pace. Dopo lo sproloquio ecco i fatti.
Nove attivisti francesi sono stati arrestati domenica, rilasciati lunedì e ripartiranno forse oggi (l’esercito ha cercato in tutti i modi di creare disagi per la loro partenza) dopo aver manifestato a favore dei palestinesi nella West Bank.
Sempre domenica a est di Khan Younis sono morti due militanti delle brigate della Jihad islamica dopo uno scontro a fuoco con l’esercito.
Ieri a sud di Khan Younis è stato ucciso un ragazzo e feriti altri cinque con colpi di arma da fuoco, l’esercito ha aperto il fuoco dopo l’inizio di una protesta.
All’alba di ieri un deputato di Hamas è stato arrestato ad Hebron e la sua casa è stata fatta esplodere (sapete come fa l’esercito a distruggere una casa? Arrivano, danno tot tempo, sempre molto breve, agli inquilini per uscire e poi mettono l’esplosivo, se qualcuno è ancora dentro a loro non interessa. È evidente che le case vicine a quella fatta esplodere, riportano danni, le più vicine crollano anch’esse).
60 ettari sono stati rubati (questo è il termine giusto) da Israele nella cittadina di Jalud per completare lo spiegamento di blindati per difendersi dai razzi provenienti dalla Striscia di Gaza (purtroppo dall’inizio di dicembre sono 37 quelli lanciati, molti non hanno fatto danni, ma il solo lancio non permette di certo il perdono). Di questi 60 ettari parte è stata autonomamente presa dai coloni che hanno sradicato e incendiato 28 alberi di ulivo e li hanno incendiati. Ora Jalud è circondata da 4 accampamenti di coloni ed è completamente bloccata, nessuna via d’uscita è libera per il passaggio dei palestinesi.
michael
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