lunedì 30 novembre 2009

religione Islamica: tolleranza o xenofobia?

I giornali, le televisioni, ogni organo d’informazione ha parlato a lungo di un nuovo grande problema, la “terrificante” proposta dell’introduzione dell’ora di religione islamica. L’idea è del vice­ministro Adolfo Urso e nasce, a suo dire, per evitare di lasciare i piccoli musulmani “nei ghetti delle madrase e delle scuole islamiche integraliste”. Il mondo politico e cattolico ha subito reagito con posizioni molto dure a riguardo: il ministro dell’Interno Roberto Maroni (Lega Nord) ha subito risposto con un secco NO alla proposta, così anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ha anche aggiunto “l’ora di religione cattolica rappresenta una entità, la Chiesa, che ha una gerarchia, dei valori ben chiari, ben definiti che quindi si possono trasmettere” mentre l’Islam “è un mondo tutto diverso. L’imam interpreta il Corano liberamente, non c’è una serie di dogmi, non c’è un messaggio chiaro da trasmettere”, in fine il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, secondo cui “La religione cattolica fa parte della storia d’Italia, ne ha impregnato la cultura per secoli, l’Islam no”. Unica voce del mondo cattolico ad essere favorevole il cardinale Martino: “Se in una scuola ci sono cento bambini di religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare la loro religione. Questo è il rispetto dell'essere umano”.
A ben guardare sembra che questa proposta non segni tanto una svolta fondamentale per lo sviluppo dell’integrazione sociale e tanto meno per l’educazione.
Perché infatti è stata fatta la proposta proprio della sola ora di religione islamica e non si è proposto l’ora di religione ebraica o buddista o sikh?
Forse qualcuno ha dimenticato che Art. 8 della Costituzione Italiana recita: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”.
Perché allora si è voluto citarne solo una? E perché proprio quella che il potere ci presenta (in tutto il mondo e su tutti gli organi di informazione) come la religione del terrorismo?
Vorrei essere ancora più preciso: quanti in Italia sanno che cos’è, nelle sue istituzioni, l’Islam? Chi ha mai letto il Corano? Quale ruolo ha un imam nella vita religiosa di un musulmano?
Ancora una volta si tira in ballo un generico Islam per creare paura, sdegno, rabbia, discriminazione; in una parola: xenofobia.
Come sempre accade quando non si conoscono le cose si lanciano slogan (che nascondono sempre un diverso fine) facendoli passare per atti di buonismo o di tolleranza. Sarebbe certo positivo introdurre l’ora di religione alternativa a quella cattolica, fatto che non porterebbe e non porta nessuna offesa alla religione cattolica stessa, ma solo a patto che questa introduzione sia per “rispetto dell’essere umano”.
Già l’uomo, ci rendiamo conto che è uomo anche lo straniero?
momò

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