martedì 10 novembre 2009

Solo a Berlino è crollato



Dopo la costruzione del muro avete mai provato a sovrapporre due cartine dello stato d’Israele? Intendiamoci il muro è sempre in costruzione, giorno e notte gli operai lavorano ininterrottamente, ma un particolare salta subito agli occhi se si guarda con attenzione le prime costruzioni. Direi che “inspiegabilmente” tutte le fonti idriche del territorio (attenzione stiamo parlando di un territorio in parte anche desertico quindi l’acqua è poca) sono state inserite dal lato israeliano lasciando così i territori occupati senza risorse. Se poi si controlla con maggior attenzione si nota che anche tutte le più importanti strade di comunicazioni sono tagliate dal muro quindi anche quel poco commercio possibile è controllato.

Il muro non è solo quello di cemento perché molti dei coloni stanziati (sempre “inspiegabilmente” in modo strategico) nei territori occupati bloccano molte delle strade di accesso alla città. Ecco che allora il quotidiano andare a scuola dei bambini è interrotto da insulti e affronti se non da violenze. Un esempio valido per tutti è la città di Hebron dove, nei caratteristici vicoli del mercato si è dovuto costruire una vera e propria gabbia di protezione dal lancio di oggetti.

Il muro non è solo cemento e uomini ma anche check-point dove i controlli avvengono a tappeto, dove si sa quando entrare ma non quando uscire, dove si rischia la salute a causa delle radiazioni per il controllo degli zaini. Radiazioni su bambini dai 6 ai 14 anni.

Il muro è anche l’odio: i libri, la carta e l’inchiostro non sono beni di prima necessità e quindi a Gaza non possono entrare.

momò

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