domenica 10 ottobre 2010

La terra è sacra

Voi avete mai visto foto di Nablus? Se la risposta è no potete fare due cose, o cercare le immagini di Nablus o cercare le immagini dei campi di concentramento nazisti, è la stessa cosa. Quella zona della Palestina è tutta così, tanti villaggi e paesini che sono stati ridotti a piccoli singoli campi di concentramento. Oggi anche io allora voglio dare il peso che il Primo Ministro Salam Fayyad ha dato all’inizio della raccolta delle olive.
“Siamo qui oggi per esprimere il nostro sostegno ai nostri agricoltori, all’inizio della raccolta delle olive, e stando al loro fianco, questa Giornata Nazionale significa molto per noi. La pianta di olivo è il simbolo della nostra terra, mette le radici per mantenere saldi i suoi diritti, ma è anche il simbolo della pace e della bontà”.
Guardate, lo so che è il tipico discorso politico che cerca di colpire la sensibilità della gente per racimolare voti, ma questo vale in tutti i paesi tranne che la Palestina e non perché lì i politici sono buoni o io sono di parte, ma perché lì non c’è nulla da perdere né da ottenere. Quando si è in gabbia come i topi e si è trattati peggio dei ratti cosa c’è da ottenere o da voler raggiungere?
Avete mai assaggiato un’oliva palestinese? Avete mai provato l’olio che essa produce? Vi siete mai lavati le mani con saponette naturali fatte con l’olio? Se a tutte le domande rispondete sì, come nel mio caso, allora saprete che l’olivo è davvero la terra dei palestinesi, e che con gioia si inizia il raccolto.
Ecco perché Israele abbatte le coltivazioni, ruba i raccolti, crea checkpoit tra l’abitazione del contadino e la terra da lui coltivata o chiude le fonti idriche per l’agricoltura. Uccidere un popolo vuol dire uccidere anche la sua cultura e le sue tradizioni, il suo lavoro e il suo sostentamento. Tutto ciò avviene mentre che ancora non si è smosso niente sul fronte dialoghi di pace, io mi permetto di ricordare che non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza perdono.
michael

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