lunedì 4 ottobre 2010

Le promesse di Obama

Oggi vi presento il vero volto di Obama, oggi non vi nasconderò la mia ira verso di lui e verso la mafia sionista che lui crea. La notizia era da un po’ che girava e anche se gli USA avevano sempre negato l’esistenza di una lettera inviata da Obama a Netanyahu per arrivare al superamento dell’empasse nei dialoghi di pace, questa lettera è arrivata ed esisteva. È tanto vera che i quotidiani israeliani già parlavano di un secco no di Bibi alle richieste di Barack, mentre che ora sembra che il governo Netanyahu abbia la maggioranza per dire sì e sia in procinto di persuadere alcuni politici non così favorevoli a queste richieste americane.
Arriviamo dunque alla lettera, essa richiede lo stop per altri 60 giorni alla costruzione nelle colonie in cambio di alcuni privilegi successivi per Israele. Anzitutto uno stop di 60 giorni cambia poco, in due mesi non si costruisce molto e, finiti quei due mesi, si riprenderà alla velocità della luce, in più c’è da sottolineare che questo stop vale solo per i progetti ancora da realizzare non quelli iniziati in questi giorni, quindi ad Israele basterebbe aprire altri mille cantieri prima di rispondere alla richiesta che si assicurerebbe anche il lavoro per quei due mesi in cui non dovrebbe costruire.
Arriviamo infine ai privilegi, prima di elencarveli però voglio che pensiate a come Obama si era presentato alle sue elezioni rispetto al problema Medio Oriente e voglio che capiate che se Bush era ed è un Boia lui si differisce solo per alcune minuzie. I privilegi sono: proroga del sostegno dei militari israeliani nella Valle del Giordano anche dopo la nascita dello Stato Palestinese, la promessa di non richiedere più moratorie sulle colonie, di porre il veto per un anno alle possibili risoluzioni ONU contro Israele e di affrontare la questione colonie solo negli accordi di pace con la Palestina.
Che dialoghi di pace sono? Tanto è già deciso tutto, se i militari rimangono e viene posto il veto alle risoluzioni ONU che cosa cambia rispetto ad adesso? Nulla, solo Obama riuscirà a depennare dall’elenco delle cose da fare il problema Medio Oriente, senza preoccuparsene più.
michael

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