lunedì 11 ottobre 2010

Flatter me

Premetto che questo non vuole essere un articolo ma solo un commento a una notizia ascoltata da poco alla radio.
"Non buttarti giù!", sei un grande è il nuovo servizio telefonico nordamericano che offre aiuto psicologico a chi è in difficoltà. Flatter me, ossia lusingami, fammi complimenti, tirami su, costa 5 dollari e dura 30 secondi. La cosa più inquietante però è che in America ha riscosso molto successo, lo usano le persone a cui è andato male un colloquio o un appuntamento o qualsiasi altra cosa. Questa volta la rabbia o l’ira all’ascolto di questo nuovo servizio ha lasciato spazio a un po’ di tristezza e amarezza. Il fatto che una persona per tirarsi su non chiami un amico o un altro essere umano ma una voce registrata in un telefono fa capire quanta gente si senta sola al mondo. In un testo di un professore a proposito dell’antropologia avevo studiate che l’uomo è un essere pieno di bisogni e che importantissimo fra questi bisogni c’è il bisogno dell’altro. Ma cosa succede quando l’uomo è costretto ad affidarsi a un apparecchio sostituendo così ogni rapporto umano? Succede che nasce un servizio come “Flatter me”. La mentalità capitalistica e sempre più individualistica aliena completamente l’uomo e non lo spinge più a cercare di costruire qualcosa insieme ad altri uomini, ma anzi lo rende sempre più emarginato e alla fine solo.
Ma proprio per questo motivo è necessario continuare a lavorare e a costruire isole di resistenza a questa mentalità sempre più dominante.
loner

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