venerdì 10 dicembre 2010

The American Dream

Ve lo ricorderete sicuramente, questo elicottero è dell’esercito statunitense ed era atterrato, dopo il terremoto, nel cortile del Palazzo Presidenziale. Il mondo lo aveva commentato come l’arrivo degli aiuti, io lo avevo visto più come una pubblicità sul tipo del “Siamo arrivati adesso ci pensiamo noi a tutto, voi farete quello che diciamo noi”. E così è stato; sì l’aiuto inizialmente è stato formidabile ma ora che cosa è rimasto? Macerie, gente ancora che dorme per la strada e il colera, duemila sono ad oggi i morti per colera. In questo caos domenica sono pure arrivate le elezioni che vedevano ben 18 pretendenti “al trono” e che si sono svolte nella disorganizzazione, chiaramente voluta. Due persone sono morte tra scontri di partiti rivali, molte invece sono rimaste ferite, tredici dei diciotto candidati, dei tredici tutti i favorirti tranne Jude Celestin appoggiato dal partito dell’ex presidente Rene Preval, hanno chiesto l’annullamento delle elezioni per brogli: le liste elettorali erano antiquate e molti cittadini non hanno potuto votare, alcuni seggi hanno aperto prima dell’inizio dello spoglio o, in altri, le schede elettorali già votate sono state buttate per le strade. Alla fine al ballottaggio del 16 gennaio vanno Mirlande Manigat, ex first lady, e Jude Celestin, ripeto del partito al potere, quest’ultimo al posto di Micheal Martelly, cantante molto popolare di Haiti sostenuto da moltissima popolazione. Per questo motivo migliaia di persone sono scese per le strade al grido di “Vogliamo Micheal Martelly” e hanno messo a ferro e fuoco la capitale, arrivando a due morti, centinaia di feriti e gli uffici della Commissione Elettorale in parte incendiati.
La situazione sta precipitando, l’Onu si dice molto preoccupato per il paese, la gente si dice molto incazzata: costretta a dormire per le strade a vedere i propri cari morire di colera o per le ferite riportate dopo il terremoto. Queste sono le missioni di pace gestite dagli USA, l’abbiamo visto in Afghanistan, l’abbiamo visto in Iraq, oggi lo vediamo ad Haiti.
octavio

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