martedì 26 luglio 2011

Correre ai ripari

Da ieri e sino a oggi Joseph Westphal rimarrà in Honduras, motivo della visita: familiarizzare e conoscere meglio il lavoro bilaterale tra Stati Uniti e i paesi della regione latinoamericana. Per chi non lo sapesse Westphal è sottosegretario dell’esercito statunitense.
Un pezzo grosso, era chiaro, ma che per il suo lavoro si dimostra molto propenso alla guerra. Tutti dicono che l’esercito non fa solo guerra, ma la verità è questa: se un esercito esiste una volontà (remota o meno) di guerra c’è. Assunto che prende maggiore veridicità nel momento in cui si scopre che il sottosegretario durante il suo viaggio avrà, e sarà il momento centrale, un incontro con il Ministro della difesa honduregno Pascua.
Non che per me ci fosse da dimostrarlo ancora, ma questa visita così mirata non fa altro che sottolineare l’ingerenza statunitense in territorio honduregno e soprattutto rispetto al golpe che ha portato Lobo a spadroneggiare. È anche il periodo in cui questa visita avviene che dà maggior valore alle mie ipotesi. Vi ricorderete che Lobo ha ora paura di un attentato nei suoi confronti, vi ricorderete che ha deciso ora di usare i soldi che servirebbero per la difesa della nazione per difendere lui, vi ricorderete che aveva “rassicurato” tutti, come se a qualcuno importasse della sua sicurezza, dicendo che conosceva già gli ambienti da cui dovrebbero provenire questi attentatori.
Bene, cosa c’è di meglio per scoraggiare tutti se non far venire un pezzo grosso dell’Esercito Americano in territorio honduregno. La sua venuta è una chiara e precisa dichiarazione di nuova possibile guerra. Westphal, volente o nolente, ha sulla faccia una scritta che dice: “Provate a sfidare Lobo e interveniamo noi, lo abbiamo fatto possiamo tornare a farlo”.
octavio

Nessun commento:

Posta un commento