venerdì 15 luglio 2011

Manovre finanziarie

Contravvenendo a ogni buona regola del mondo dei “blogger d’assalto” per meglio far intendere ai miei lettori che non sono mie considerazioni quelle che dico ma esperienze vissute in prima persona mi presenterò: 26 anni, sposato, lavoro precario per me e mia moglie, un figlio per il quale, e non esagero, mi strapperei la carne come, per chi non lo sapesse, fa il pellicano.
La crisi la vivo quotidianamente, non è un’idea o un problema lontano, è una lotta continua e spererei che il mio Governo lavorasse per me, facesse qualcosa per aiutare me e, come me, per tutti quelli che non chiedono altro che poter lavorare con qualche certezza in più. All’ultimo colloquio fatto dopo aver saputo la mia condizione mi hanno detto: “Lei ha proprio bisogno di lavorare”. Sì, è proprio questo il punto, io non voglio benefit o aiuti per stare in panciolle, io voglio poter lavorare.
Sapere che le borse crollano, che non c’è mai una certezza in niente mi porta ancora più a domandarmi che cosa il nostro Governo aspetti per fare qualcosa che salvi non dico la capra e i cavoli ma almeno una delle due. E così arriva la manovra, che è già passata al Senato e di sicuro supererà anche la Camera. Tutti felici del risultato ottenuto, tutti soddisfatti perché maggioranza e opposizione si sono trovati d’accordo per salvare il paese. Salvare il paese? Tagliare sulla sanità, il trasporto pubblico, le politiche per le imprese, la scuola dell’infanzia e aumentare le tasse è salvare il paese? E poi anche se il paese si salvasse con questa manovra muore però la popolazione, dite che il popolo è poca cosa? Io non sono un economista e capisco che tutti devono fare sacrifici (ah non ne facciamo già abbastanza?) ma tagliare anzitutto sui costi della politica, sugli stipendi dei politici e sulla spesa militare credo sarebbe stato mossa intelligente e rispettosa del popolo che si rappresenta.
Quello che ho capito è che il popolo che si rappresenta non conta nulla e le spese che dovrebbero essere ridotte a zero (guerra) e quelle che dovrebbero essere ridotte di molto (politica) non vengono mai toccate, fanno comodo a quei pochi che se le godono i quali hanno anche chi gli pulisce il naso.
octavio

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