sabato 30 ottobre 2010

the leak stuns the media


In Italia si è molto discusso per la legge bavaglio, legge assurda e dittatoriale che non permette la libertà di stampa, a lungo ne abbiamo parlato e per lungo tempo abbiamo avuto anche il timore di dover chiudere il blog proprio a causa della legge. Non c’è nessun commento aggiuntivo da fare se non che si è guardato in casa propria e ora è giusto parlare di casa d’altri. Il Pentagono ha infatti esortato tutte le testate giornalistiche americane a non pubblicare documenti provenienti dal sito internet WikiLeaks perché non veritiere e perché rubate al Governo Americano.
Si sa che il sito internet ha infatti svergognato tutta l’Amministrazione americana tramite la pubblicazione di milioni di documenti riguardati la guerra in Iraq o Afghanistan, memorabili rimangono le immagini di Abu Ghraib, e continuerà a farlo con nuovi documenti.
Il controllo della stampa è il miglior mezzo che uno stato ha per poter manipolare un popolo, far passare solo un unico giudizio e presentarlo come vero rende schiavi e stupidi a tal punto da non avere più giudizio critico. Questo è ciò che il Pentagono sta cercando di fare e infatti, in una nota su Twitter, WikiLeaks fa sapere che: “Invece di chiedere scusa per ingannare la stampa, il Pentagono cerca di intimidirla affinché non informi”.
È proprio questo il punto, non informare di ciò che accade nel mondo raccontando solo ciò che si vuole, vi ricordo infatti che in Afghanistan la stampa era stata scelta con molta cura, seguiva i militari solo in alcune spedizioni, tutto il materiale veniva poi controllato prima della messa in onda o del passaggio su carta stampata.
Torno ad invitare tutti, tramite questo blog, ad essere svegli e attivi, a essere svegli per non farsi rubare le idee dal cervello e far si che il potere l’abbia vinta. È dura ma ce la si può fare.
octavio

2060 l'esame

C'è ancora bisogno che presenti i nostri eroi? qualcuno ancora non ha letto le loro avventure???? Ok abbassate le mani vado a riassumere...
Lo studente Cominciamobene e la studentessa Nonprovarciconme frequentano il corso del professor Saccentis docente di storia del 2000 all'università unica del Nord, nata dopo i tagli all'istruzione nei primi anni del millennio. Ora, appunto nel 2060, le lezioni e gli esami si svolgono in giro per il settentrione d'Italia, nelle piazze, nelle strade, sotto i ponti e simi, gli studenti si spostano in continuazione per seguire le lezioni e dare gli esami...
Oggi è giorno d'esami il professor Saccentis occupa uno "sgabbiotto" del casello alla bariera di Venezia, gli studenti in fila con la macchina attendono il proprio turno...

Nonprovarciconme: gentile da parte tua darmi un passaggio per fare l'esame...
Cominciamobene: ero più o meno di strada... quanti mancano?
Nonprovarciconme: ancora due macchine, ma una è una vecchia multipla e sembra piena quindi ci vorrà di più...
(dopo qualche tempo, finalmente...)
Saccentis: allora speriamo che siate preparati... signorina mi spieghi la fine della partecipazione alla vita politica...
Nonprovarciconme: dunque, nella sua lezione, lei ci ha spiegato che i primi sintomi di una graduale fine della partecipazione alla vita politica si ebbe con il monopolio televisivo, intere generazioni davanti alla TV smisero di partecipare alla vita extradivano....
Saccentis:Molto bene signorina, lei che guida... Mi spieghi la sigla FIAT...
Cominciamobene: all'inizio era Fabbrica Italiana Automobili Torino, negli anni dieci divenne invece Fabbrica Internazionale Automobili Toronto, per via della duplice cittadinanza del suo amministratore che separò la fabbrica dall'Italia, negli anni trenta divenne Fregatura Italiana Alimentari Trasporti, l'azienda venne riportata in Italia per nostalgia e convertita a trasporti alimentari...
Saccentis: l'esposizione non è delle migliori comunque, daremo un 28 alla ragazza e un 21 a lei che vedo essere al primo esame...
Cominciamobene: Cominciamo bene....
Saccentis: allora sono 50 euro di autostrada e 10 per l'esame....
IoLiOdioINazistiDellIllinois

giovedì 28 ottobre 2010

2060 la lezione

Udine, piazza della libertà. Il professor Saccentis, docente di Storia del 2000 all'università unica del Nord, comincia la seconda lezione del corso. Lo studente Cominciamobene cerca tra la folla di studenti un posto dove ascoltare in tranquillità, poi la vede...
Nonprovarciconme:ancora tu?
Cominciamobene: si, anche per me è un piacere... oggi ho preso la macchina ho fatto prima...
Nonprovarciconme: silenzio inizia

Saccentis: dunque vorrei cominciare dal punto sulla riforma scolastica. Tra la fine degli anni novanta e l'inizio del nuovo millenio la scuola e l'università erano completamente diverse da oggi. Le classi erano di 20-25 persone e anche città piccole avevano un ateneo per la ricerca e lo sviluppo. Poi con diverse riforme.. Moratti, Gelmini e simili le classi vennere sempre più incorporate per ridurre il numero di docenti necessari, poli universitari sparirono, gli studenti sbandarono da una città all'altra mentre tutti i centri storici della cultura italiana venivano meno....

Cominciamobene: pensa! Avrei potuto fare lezione a qualche chilometro da casa, invece di girare mezza Italia...
Nonprovarciconme: Taci! Non farmi pensare a dove sarà la prossima lezione o l'esame...

Saccentis: ... così si è arrivati alla decisione di dividere l'università in tre unici atenei Nord, Centro e Sud e io devo perdere il mio tempo a girare di città in città cercando di insegnare a voi che avete fatto scuole elementari, medie e superiori tutte insieme senza un minimo di criterio... ci sono domade?

Domanda dal fondo (di vago accento lombardo): ma Professore! I fondi della scuola dove finirono?
Saccentis: La maggior parte fu inghiottito da quelle che allora chiamavano Banche, erano dei comitati di ladri autorizzati dai governi per mandare in miseria la gente, oppure furono spese in armi e mezzi militari, per non parlare dei costi della politica....
Bene ragazzi, per oggi è tutto, girerò tra voi per raccogliere offerte per la mai esposizione siate un pò meno taccagni di ieri. La prossima lezione sarà al porto di Genova dove una volta c'era l'acquario...
(proteste da parte di Veneti e Trentini).
Cominciamobene: Io sono abbastanza vicino se vuoi venire da me...
Nonciprovareconme: No, vado.
Cominciamobene: sempre meglio...

IoLiOdioINazistiDellIllinois

mercoledì 27 ottobre 2010

2060 IL RITORNO!

Visto che oggi anche gli studenti della Sapienza tornano a frequentare (chissà per quanto) e che la riforma scolastica mette i brividi ho pensato di riproporvi l'amato professor Saccentis in onore a quanti, in tutta Italia, affollanno aulee universitarie nella speranza di un futuro migliore già oggi.
Per chi ci segue da poco ecco unabreve introduzione (chi già ci conosce passi al non corsivo):
Dopo gli innumerevoli tagli dei governi dei primi anni duemila nel 2060 l'università sarà unica per tutto il Nord, ci sarà un solo professore per corso che farà lezione e appelli in giro per il settentrione senza sede fissa e la segreteria sarà a Mantova.

Lo studente Cominciamobene, si presenta alla lezione del professor Saccentis docente di Storia del 2000 all'università unica del Nord. Oggi la lezione si svolge in Piazza Bra a Verona.
Cominciamobene è in ritardo spietato, ha preso il "treno" la stessa carrozza già guasta cinquant'anni fa ma che deve ancora camminare perchè non si va più in pensione e non si lascia spazio alle nuove carrozze! La locomotiva era ancora più vecchia e si era fermata 3 volte. Cominciamobene riuscì comunque ad arrivare per il rotto della cuffia e sentire l'inizio della lezione.
Saccentis (brandendo un megafono): Mi sentite? no? bè chi può ascolti chi non sente legga il labiale del megafono. Questo corso ha il preciso compito di insegnarvi la storia recente, quella del Duemila. Se aveste fatto le scuole medie come si faceva una volta già da lì vi avrebbero detto che la Storia non si può dividere in compartimenti stagni ma per praticità di moduli facciamo così. Dunque il corso prevede uno studio sul leghismo, la ex Fiat, la "pubblica istruzione" e un monografico sulla fine della partecipazione alla politica. Per mancanza di tempo non riusciremo a fare di più, anzi ci va già bene che riusciamo a fare questo. Ricordo che alla fine delle lezioni passerò tra voi con un cappello cercando di tirar su il mio stipendio, non fate i tirchi come al solito con la scusa che i vostri genitori non lavorano, che io non lavoro, che tu non lavori, che egli non lavora...
Cominciamobene (alla ragazza seduta in terra vicino a lui): si sa già dove sarà la prossima lezione? Sai col treno...
Nonprovarciconme: doveva arrivare il programma dalla segreteria unica di Mantova ma il piccione viaggiatore è in ritardo, speriamo arrivi per la fine della lezione...
Saccentis: Quindi studieremo la fine degli anni 90 e i primi anni del duemila... i testi ovviamente sono quelli che sono visto che la ricerca universitaria si è fermata cinquant'anni fa, ma i fatti sono ricostruibili nonostante la stampa faziosa dell'epoca e i complessi strati burocratici dei documenti.... A! ecco il piccione.

In quello infatti era arrivato un piccolo volatile con un post-it giallo legato a una zampa.

Saccentis: la prossima lezione allora sarà a Udine!
(fischi violenti dai ragazzi liguri e piemontesi soprattutto)....
Cominciamobene a Nonprovarciconme: che iella devo cambiare almeno 27 volte
Nonprovarciconme: io invece sono abbastanza vicina
Cominciamobene: non è che per caso quindi potresti ospitar...
Nonprovarciconme: no.

Saccentis: bene questo è il programma, gli esami avranno più appelli, ricordo che io sono tranquillamente corruttibile con denaro contante se qualcuno ne ha ancora, ci vediamo a Udine allora.
Nonprovarciconme fugge tra la folla senza altri commenti.
Cominciamobene: bè tutto sommato cominciamo bene...

IoLiOdioiNazistidellIllinois 

martedì 26 ottobre 2010

Anche la Costituzione condanna


Il governo militarizzato e golpista dell’Honduras pretende di modificare la Costituzione, pretende di cambiare le carte in tavola e mettere fine a un articolo, il numero 5, che così recita: “ARTICULO 5.- El gobierno debe sustentarse en el principio de la democracia participativa del cual se deriva la integración nacional, que implica participación de todos los sectores políticos en la administración pública a fin de asegurar y fortalecer el progreso de Honduras basado en la estabilidad política y en la conciliación nacional”.
Lo fa dicendo che vuole migliorare il concetto di plebiscito e di referendum e quindi per dare più potere al popolo ma lo fa dicendo anche che la modifica prevedrà la rieleggibilità del Presidente all’infinito. Stanno cercando, in poche parole, di mettere mano alla Carta Costituzionale, l’origine di ogni stato democratico, per rendere legale la dittatura che già hanno creato.
Proprio quella Carta Costituzionale, scritta nella seconda metà del 1880, mette in guardia la popolazione honduregna con queste parole: “ARTICULO 3.- Nadie debe obediencia a un gobierno usurpador ni a quienes asuman funciones o empleos públicos por la fuerza de las armas o usando medios o procedimientos que quebranten o desconozcan lo que esta Constitución y las leyes establecen. Los actos verificados por tales autoridades son nulos. el pueblo tiene derecho a recurrir a la insurrección en defensa del orden constitucional”.
Quando si cerca di uccidere la volontà di sviluppo e di pace si fa una dittatura e si ammazza tutti coloro che sono scomodi, quando si vuole porre fine a una popolazione la si rinchiude sotto un vetro infrangibile e la si fa soffocare. La Costituzione ha già dichiarato da sola, senza grandi interpretazioni, il governo Micheletti/Lobo come illegale e non degno di rispetto, è anch’essa un soggetto scomodo, ecco perché cercano di modificarla.
octavio

L'ULTIMO PASSO

Non ci furono più movimenti di truppe, non ci fu più un paese dove tornare. La furia bellica aveva lasciato solo sassi, fumo e un ultimo manipolo di uomini arroccati in cima ad un alto passo montano. Gli ultimi del battaglione, gli ultimi del paese, gli ultimi. Dopo appena una settimana era rimasto solo a contemplare il risultato di quell'ultima guerra tra i popoli.
Corvotempesta

lunedì 25 ottobre 2010

IL PASSO

Quando rimase solo la pioggia aveva smesso ormai di cadere. La resistenza stava vacillando e le speranze di vittoria erano appese a un sottilissimo filo nelle mani di un dio ignoto. Rimaneva lui arroccato in cima alla cresta unltimo baluardo del passo. La ritirata si era svolta in ordine sparso e con troppi errori, divenne prima una rotta poi un massacro. Lui aveva scavalcato i superiori ma aveva raccolto attorno a sè un piccolo gruppo che ora, su quella cresta, doveva difendere. Aveva mandato gli altri a dormire, non si aspettava attacchi per questa notte...
Corvotempesta

domenica 24 ottobre 2010

Belle parole o possibile speranza?

Oggi metto in campo l’artiglieria pesante, prima vi cito parte delle conclusioni del Sinodo per il Medio Oriente che finisce oggi in vaticano poi vi regalo parte del discorso del Rabbino Rosen, consigliere del Gran Rabbinato d’Israele, svolto sempre a tale Sinodo.

“Oggi siamo di fronte a numerose sfide. La prima viene da noi stessi e dalle nostre Chiese. Ciò che Cristo ci domanda è di accettare la nostra fede e di viverla in ogni ambito della vita. Ciò che egli domanda alle nostre Chiese è di rafforzare la comunione all’interno di ciascuna Chiesa sui iuris e tra le Chiese cattoliche di diversa tradizione, inoltre di fare tutto il possibile nella preghiera e nella carità per raggiungere l’unità di tutti i cristiani e realizzare così la preghiera di Cristo: « perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato » (Gv 17, 21).
La seconda sfida viene dall’esterno, dalle condizioni politiche e dalla sicurezza nei nostri paesi e dal pluralismo religioso.
Abbiamo analizzato quanto concerne la situazione sociale e la sicurezza nei nostri paesi del Medio Oriente. Abbiamo avuto coscienza dell’impatto del conflitto israelo-palestinese su tutta la regione, soprattutto sul popolo palestinese che soffre le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di libertà di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia di rifugiati. Abbiamo riflettuto sulla sofferenza e l’insicurezza nelle quali vivono gli Israeliani. Abbiamo meditato sulla situazione di Gerusalemme, la Città Santa. Siamo preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la sua demografia e il suo statuto. Di fronte a tutto questo, vediamo che una pace giusta e definitiva è l’unico mezzo di salvezza per tutti, per il bene della regione e dei suoi popoli”.

“Tuttavia la difficile situazione dei Palestinesi in generale, e dei Cristiani Palestinesi in particolare, dovrebbe preoccupare profondamente gli Ebrei sia in Israele che nella Diaspora. Per incominciare, proprio l'ebraismo ha mostrato al mondo che ogni persona umana è creata a Immagine Divina; e che di conseguenza, come insegnano i saggi del Talmud, ogni atto irrispettoso nei confronti di un'altra persona è un atto irrispettoso nei confronti del Creatore stesso. Noi abbiamo una responsabilità particolare nei confronti del prossimo che soffre. E tale responsabilità è ancora più grande quando la sofferenza scaturisce da un conflitto cui partecipiamo e in cui, paradossalmente, abbiamo precisamente il dovere morale e religioso di proteggere e difendere noi stessi. Per me personalmente, in quanto Israeliano di Gerusalemme, la penosa situazione in Terra Santa e la sofferenza di tante persone da entrambe le parti dello spartiacque politico è causa di grande dolore, anche se mi rendo perfettamente conto del fatto che essa viene usata ed abusata per fomentare tensioni che vanno ben oltre il contesto geografico del conflitto stesso. Ringrazio Dio per il gran numero di organizzazioni che nella nostra società operano per alleviare quanta più sofferenza possibile in questo difficilissimo contesto”.

Spero non siano solo belle parole, se si inizia a lavorare anche in questo senso qualcosa potrà cambiare.
michael

sabato 23 ottobre 2010

Le morti bianche

È da una settimana che continuano le manifestazione in Argentina, proteste a favore di un giovane, Mariano Ferreyra 23 anni, militante del piccolo Partido Obrero, ucciso a colpi di pistola in una manifestazione. Gli scontri, anche piuttosto violenti, sono all’ordine del giorno in Argentina soprattutto fra i gruppi sindacali, esplicativa in questo senso anche se un po’ scioccante è la dichiarazione del segretario generale della Union Ferroviaria: "Se pueden tolerar piedras y palos en los conflictos sindicales, pero jamás los disparos". Questa è stata appunto la prima volta che le pistole hanno fatto l’ingresso nelle manifestazioni organizzate. Ferreyra insieme al suo gruppo aveva infatti organizzato il blocco di una linea ferroviaria per denunciare il salario e i pochi benefici che i lavoratori dell’impresa in cui lui stesso lavorava, impresa affiliata all’Union Ferroviaria, hanno rispetto ai lavoratori dell’impresa principale. Mentre si dirigevano verso il luogo della protesta un gruppo dell’impresa Union Ferroviaria avrebbero tentato di bloccarli e sarebbe nato un grande diverbio, la situazione è peggiorata sempre più fino ad arrivare ai colpi di pistola, che hanno appunto ucciso il ragazzo.
L’esempio ci dimostra qual è la realtà lavorativa odierna: la schiavitù. Non c’è futuro, il lavoro è poco, i soldi ancora meno quindi i padroni possono permettersi di fare il bello e il cattivo tempo con i dipendenti. La parola schiavitù non è esagerata o uno slogan, anche in Italia abbiamo avuto esempi di extracomunitari rinchiusi nel luogo di lavoro giorno e notte con cani da guardia che li controllavano. Ora il mondo funziona con il famoso motto: “Taci o ti ammazzo”. Le proteste sono poche, spesso non prese in considerazione, quando però iniziano a fare sul serio o dicono troppo palesemente la verità, il potere deve intervenire, in tutti i modi, anche con la morte. Ormai l’importante è il profitto non chi lo produce.
octavio

venerdì 22 ottobre 2010

Meglio tacere che parlare a vanvera

“La demolizione indiscriminata delle costruzioni ha implicazioni politiche, il governo ha bisogno di un lungo periodo di tempo al fine di sviluppare le priorità”.
Questo è ciò che Netanyahu dichiara, sempre per dire qualcosa rispetto al problema dei dialoghi di pace. Cioè il vero problema è che lui non sa più come muoversi e cosa inventarsi perché tutto è contro di lui e la sua politica, ma non ha la minima intenzione di fare un passo indietro. Ci sono due cose da sottolineare nella sua dichiarazione, la prima è “la demolizione indiscriminata”; questa affermazione ha l’intelligenza di acchiappare il favore delle folle, è un ebreo che la dice, la unisce ai terroristi palestinesi e riesce, in men che non si dica, a passare dalla parte del Santo e a far dimenticare che il primo che distrugge indiscriminatamente, uccide, lascia alla fame o tortura è proprio lui. La seconda parte da sottolineare è “ha implicazioni politiche”, questo è falso, si dovrebbe dire “ha implicazioni di buon senso e rispetto”, la demolizione delle fortezze dei coloni è giusta e doverosa, devono tutte essere abbattute. Se ci avessero presentato le costruzioni per quelle che sono, abusivismo edilizio per fine colonialisti, tutti noi saremmo d’accordo nel distruggerle, e invece ci raccontano la balla che in quelle case vivevano gli avi ebrei e a noi ci si stringe il cuore e gli diciamo che fanno bene a instaurarsi lì.
Tutto questo avviene mentre Hillary Clinton, anche lei immemore del fatto che è sempre meglio tacere che parlare per forza, vuole dare il suo commento su questa fase di stallo dei processi di pace: “Non sono certo qui a dirvi che c’è una formula magica che possa risolvere il problema. È necessario continuare questi dialoghi”. E brava Hillary, non c’era arrivato nessuno, sei veramente un genio e ti meriti il posto politico che ricopri… i dialoghi sì sono fondamentali e servono più delle bombe (e questo lo dovrebbero imparare in primo luogo gli americani), ma va rispettata sempre la dignità della persona con cui si dialoga (e questo lo dovrebbero imparare in primo luogo gli israeliani).
michael

giovedì 21 ottobre 2010

Lost in his Bush

“Dieci giorni dopo la fine della mia presidenza mi sono ritrovato là con una busta di plastica, a raccogliere escrementi. Una cosa che avevo potuto evitare per otto anni. Mi manca essere viziato, mi manca l'Air Force One, mi manca essere il comandante in capo di un esercito straordinario”. Questa non è la dichiarazione di un nobile snob che ha perso tutto e vuole raccontare come stava bene nei tempi d’oro, questa è la dichiarazione che ha fatto qualche giorno fa George W. Bush. Farebbe schifo anche se fosse detta da una persona meno importante di lui, ma detta da lui è ancora peggio. Fa schifo in primo luogo perché scredita e offende tutti quegli esseri umani che sono costretti a raccogliere gli escrementi o che addirittura non hanno i soldi per mangiare o per vestirsi. In secondo luogo fa schifo perché che un presidente dica “Mi manca essere viziato” dimostra come la politica non sia più il “mestiere” fatto a favore del popolo, ma solo un coccolare il fortunato di turno che se ne fotte del motivo per cui è lì ma solo pensa ai benefici che ha ottenuto. In terzo luogo fa schifo perché essere fieri, ancora, di aver mandato a morire i propri militari in una guerra fondata solo sugli interessi individuali e condannare a morte tutti i civili che sono morti a causa di essa, oltre a essere scioccante dimostra ciò che buona parte del mondo diceva, e cioè Bush Boia. In quarto luogo fa schifo perché questa dichiarazione arriva dopo che lui aveva spalleggiato l’idea, messa poi in atto, di finanziare le banche nel momento di massima crisi; questo finanziamento è assurdo e inutile, aiutare chi è un ladro legalizzato (le banche) è come dire :“voi popolo, che già soffrite andate pure a morire altrove che mi date solo fastidio”. In quinto, e ultimo luogo, fa schifo perché questa dichiarazione arriva mentre Bush presenta il suo libro che uscira a novembre e lo commenta dicendo: "Sarà uno shock per coloro che in questo paese pensavano che non ero in grado di leggere un libro, e ancora meno di scriverlo". Noi tutti sappiamo che George non è in grado né di leggere, né di scrivere, né di far di conto, ma il problema è che lui si sente un genio.
octavio

mercoledì 20 ottobre 2010

La violenza è di Mosca

Ieri è tornata la violenza in Cecenia, violenza che ha portato nuovi morti, quattro, e nuovi feriti, tredici. Il fatto poi che l’attacco sia stato contro il Parlamento ceceno fa capire che la violenza ora punta in alto e sarà difficile da fermare. È evidente che l’attacco era rivolto in prima persona al Premier Ramzan Kadyrov, messo sulla poltrona da Putin, il vero manovratore di tutta l’Asia che conta.
Kadyrov insieme a Putin avevano detto di essere riusciti a fermare la violenza in Cecenia ma ora i kamikaze sono tornati, o forse no. La certezza come sempre non l’avremo mai, è facile dire terrorismo così da nascondere gli scheletri che si hanno nell’armadio.
Vi siete mai interessati della persona di Kadyrov e del perché c’è questo forte legame con Putin? Lui è diventato Premier solo grazie all’accordo fatto con Mosca e cioè la poltrona in cambio della fine della volontà d’indipendenza della Cecenia. È ovvio che per poter controllare le ribellioni, giuste se si pensa alle condizioni di vita della popolazione cecena, bisogna instaurare un governo di ferro, blindato, ed è quello che Kadyrov ha fatto.
L’Associazione per i Popoli minacciati ha così commentato saputa la notizia della nuova carica: “Kadyrov dovrebbe finire davanti a una corte internazionale, non ricevere un’assegnazione governativa”. Su di lui infatti pendono responsabilità per un largo numero di omicidi, rapimenti di donne e bambini. Sotto il suo regime sono stati costruiti carceri segrete in cui i ribelli vengono nascosti e torturati, sempre grazie alla sua politica un numero indefinito di persone è sparito.
È facile accusare di terrorismo, ma nessuno lo fa con le persone giuste, nessuno prende in considerazione che i primi terroristi sono quasi sempre a capo di uno Stato
aleksej

martedì 19 ottobre 2010

Siempre a la huelga

….. “Si sa che il mondo dell’educazione è un mondo molto importante per il governo perché è ai giovani che si indica un cammino e a loro si può fare il “lavaggio del cervello” o “aprire gli occhi” (esempio chiave è l’Italia dove ci stanno facendo diventare tutti ignoranti per poterci dittatorialmente governare meglio). Proprio dei professori devi avere piena fiducia, soprattutto se sei un golpista che ha ucciso centinaia di persone e vuole ucciderne altre per mantenere il suo potere. Il nuovo Honduras allora cosa fa? Inizia a licenziare senza preavviso e senza motivo i professori “scomodi” e se proprio rompono troppo i coglioni li ammazza definitivamente; ciò che vi dico non esce dai giornali ma dalla mia esperienza personale, amici morti e amici che forse perderanno il lavoro. Sapere che l’Honduras è il secondo paese latinoamericano più povero, secondo solo ad Haiti, e avvicinare a ciò la possibilità di perdere il posto di lavoro vi fa capire che è la paura e la disperazione più grande che un uomo possa provare, soprattutto se ha dei figli da mantenere”….
Questo scrivevo molto tempo fa, ve lo riporto per ribadire il problema che continua in Honduras ma anche perché allora dicevo le notizie non escono dai giornali e oggi invece una notizia arriva.

“El Gobierno reiteró que el paro unilateral de los maestros de educación media que hoy cumple 48 horas no tiene justificación, pues asegura que sólo en lo que va del año se han erogado más de 11,500 millones de lempiras para cumplir con los compromisos salariales.

El ministro de Educación, Alejandro Ventura, leyó un comunicado en el que señala que han cumplido puntualmente con los pagos de las planillas ordinarias a 61,000 maestros”.

Penso che anche oggi l’Italia possa capire meglio ciò che sta succedendo in Honduras, l’educazione ormai è distrutta ovunque. Intanto è necessario sottolineare il fatto che il Ministro dica un numero preciso di professori pagati significa che non tutti sono stati pagati, ma più che altro c’è da dire che lo sciopero, la protesta, e il continuo sabotaggio è d’obbligo nei confronti di un governo assassino come quello di Lobo.
octavio

lunedì 18 ottobre 2010

Bisticci di Pace

Non ve ne avevo parlato perché la proposta di Netanyahu era talmente assurda da non meritare nemmeno un commento. Siamo tutti in attesa di uno sviluppo, un segno che ci permetta di dire: “sì, adesso forse la pace la si può intravedere” e invece Bibi fa il bimbo capriccioso e dice: “Se la leadership palestinese riconoscerà di fronte al suo popolo che Israele è la patria degli ebrei chiederò al mio governo di rinnovare il congelamento dei nuovi cantieri”.
Questa è la proposta, mentre che a Gerusalemme est si susseguono scontri, arresti e feriti e le costruzioni non cessano né diminuiscono. Data la stupidità della proposta non c’era bisogno che si commentasse, il tempo è utile e non si deve sprecare per le idiozie.
Dato che però Abbas ha risposto e lo ha fatto con grande intelligenza voglio dare spazio a lui per metterne a conoscenza voi.
“Il congelamento degli insediamenti viene proposto da diversi paesi incluso gli Stati Uniti, il mondo intero lo dice, perché allora non lo posso dire io? Anche il presidente George W Bush aveva iniziato i negoziati solo dopo che il governo Olmert aveva promesso di congelare gli insediamenti, cosa che non è stata poi attuata in seguito. Benjamin Netanyahu ha detto invece che lui si rifiuta di congelare gli insediamenti perché teme la sorte del suo governo.
La richiesta che fa Israele e cioè che noi riconosciamo Israele come Stato del popolo ebraico è già inserita nel quadro dei primi accordi firmati. Noi riconosciamo Israele, è lo stato del popolo ebraico, siete liberi di farlo, ma questo non ci è stato chiesto né dall’Egitto, né dalla Giordania né da nessun altro Stato”.
Da un lato (Israele) la politica del profitto, dall’altro (Palestina) spesso troppa intransigenza ma almeno un ragionamento.
michael

sabato 16 ottobre 2010

Tutti i Sud del Mondo

"El medio de comunicación que autorizare y publicare ideas racistas y discriminatorias será pasible a sanciones económicas y de suspensión de licencia de funcionamiento, sujeto a reglamentaciòn".
Questa è la parte più criticata, e per me più interessante, di una legge da poco approvata dal governo di Evo Morales in Bolivia, legge criticata dai giornali di tutto il paese, che la definiscono un alegge contro la libertà, ma che a mio parere sarebbe utile soprattutto in Italia e in tutta Europa. Come si legge si vieta appunto di fomentare il razzismo nei mezzi di comunicazione all’interno del paese. Sarà che Morales è il primo governatore indigeno boliviano, sarà che è di sinistra ma a me questa legge piace, finalmente un politico che cerca di mettere fine all’alienazione e alla discriminazione, senza utilizzare le fandonie del tipo “Partito dell’amore” o “ci odiano e ci invidiano”…
Per noi occidentaloni sviluppati questa sembra una follia, siamo stati cresciuti a pane, pasta e razzismo quindi crediamo ormai che sia vero che c’è un mondo inferiore a noi che è da combattere e che ci sta rubando tutto (abbastanza nazista come idea, non trovate?). Che uno Stato si riconosca razzista e faccia una legge ad hoc per cercare di provvedere al problema è cosa nuova (anche Obama con la sua pelle nera in realtà il problema non l’ha risolto),è cosa giusta, è cosa da seguire.
Mi dispiace molto per la Lega e tutti i partiti stile Lega che ci sono in Europa, loro ovviamente diranno che è una cosa comunista e assurda, ma questo è l’esempio che dobbiamo imparare dal sud, da molti Sud del Mondo.
octavio

venerdì 15 ottobre 2010

חרב דמוקלס

Per molti è stato un nuovo affronto alla decenza e all’umanità, per me è stato niente di più che il proseguimento della politica nazionalista e razzista dello Stato d’Israele. La volontà, infatti, di emanare una legge che chieda il giuramento “per lo Stato d’Israele, ebraico e democratico” a coloro che sono in attesa di cittadinanza israeliana non è altro che il tentativo ebraico di raggiungere la razza pura a causa della quale, immemori, hanno subito uno sterminio.
Questa è routine in Israele, si può certo denunciare il fatto, ma è quotidiana e normale amministrazione.
È però in virtù di questa legge che prende valore la richiesta dell’OLP di avere in breve tempo dagli USA la mappa del nuovo Stato d’Israele che la Palestina dovrebbe accettare. Questa è l’autentica spada di Damocle sulla testa di Obama. Come è giusto che sia l’OLP vuole sapere se la creazione del nuovo Stato sia rispettante i territori prima del 1967 oppure vada ad intaccare territori palestinesi. Qui Obama si gioca tutto: la fiducia d’Israele, i soldi delle lobby ebraiche, il voto degli afroamericani, l’amore degli immigrati in genere, la stima del resto del mondo, la faccia davanti ai palestinesi. È sul baratro, da un lato se ritorna ai territori del 1967 darebbe finalmente dimostrazione di giustizia e lealtà ma avrebbe contro tutto il mondo economico ebraico; dall’altro se concede di più ad Israele buona parte del mondo mediatico e politico gli darà contro. Nella mia spiegazione si trova già insita la risposta: da un lato ci sono i soldi, dall’altro l’onore, ecco perché il conflitto israelo-palestinese non avrà mai fine.
michael

giovedì 14 ottobre 2010

Giustizia sia fatta!

Il fatto scatenante risale a molto tempo fa, nel mese di marzo infatti Daniele Franceschi veniva arrestato in un casinò della Costa Azzurra e portato in carcere a Grasse, dopo cinque mesi moriva in circostanze mai chiarite e che tutta Francia ha cercato sempre di insabbiare. Nelle lettere che scriveva denunciava maltrattamenti e quando sua madre vide il cadavere disse: “Ha il naso gonfio e una macchia rossa grossa così”. La certezza quindi era già giunta da tempo: Franceschi è morto perché picchiato dagli agenti, non è il primo e, purtroppo, non sarà l’ultimo. Proprio perché tutto doveva essere insabbiato la Francia inizialmente non aveva permesso che un medico legale italiano facesse parte del gruppo che si sarebbe occupato dell’autopsia sul cadavere.
Ieri la madre di Daniele era a Grasse, davanti al penitenziario dove è morto suo figlio e stava protestando, nel giro di pochi minuti è stata arrestata, è vero che poco dopo è stata rilasciata, ma ciò che conta è che sia stata arrestata solo perché dimostrava il suo dissenso e il suo dolore.
Venuto a conoscenza di questo episodio non posso fare altro che dare un commento definitivo sulla realtà francese: uno Stato che caccia i popoli scomodi, i popoli che non sono degni di stare sul proprio territorio, e uccide di maltrattamenti coloro che, per un motivo o per l’altro si trovano in carcere, non può essere altro che uno Stato di base razzista e fascista. Beh questo lo si sapeva già, è come l’Italia: due nani al potere, io ho paura però che arriveranno anche gli altri cinque…
octavio

mercoledì 13 ottobre 2010

Where the streets have no name

L’avevamo lasciato in una situazione politica disastrosa e preoccupante, in un momento in cui solo la morte e la disperazione faceva da padrone. Lo Stato del Kirghizistan è rimasto per lungo tempo nascosto a tutti, poi è esploso in un feroce colpo di Stato che ha portato centinai di morti infine ha visto l’inizio di un genocidio verso gli uzbeki là residenti che non si è più saputo come si andato a finire, la Premier che governava tutto questo calderone oltre a non preoccuparsi minimamente della sorte del suo popolo era stata scelta e “benedetta” da Putin. Il tempo delle elezioni è comunque arrivato è sono arrivati anche i risultati: 5 partiti hanno ottenuto seggi in parlamento, ma il Partito di Maggioranza si trova ora spiazzato in quanto solo con un lievissimo scarto ha vinto e ora propone una coalizione più ampia per portare pace e ordine nel Paese. Mentre dunque la politica almeno a parole cerca di fare qualcosa, arriva la notizia che si tornerà a contare i voti, uno per uno, perché il partito Butun Kirghizistan fuori per uno scarto dello 0,16% vuole ovviamente chiarezza.
Io non entro nel merito del partito che vuole vincere a tutti i costi, sottolineo però che il leader di questo partito è l’ex capo del Servizio di Sicurezza del paese, persona scomoda dunque, e che ora per le piazze e le strade della capitale sfilano cortei a favore di Adakhan Madumarov. Queste nuove elezioni dovevano porre la parola fine a mesi di morti, sangue, violenze e fame; dovevano porre fine alla disperazione e dare almeno una speranza, chiedere un vero cambio sarebbe troppo. Ancora una volta si sono intromessi i poteri forti in mezzo a contrastare la riuscita dell’impresa. Come gridano i manifestanti, e spero che rimangano tali e non scoppi una nuova ondata di violenza: “I risultati degli scrutini sono stati manipolati per favorire i partiti individuali”.
L’alienazione è il male di questa nostra società.
aleksej

martedì 12 ottobre 2010

C'è sempre qualcuno più a nord

C'è sempre qualcuno più a nord. I leghisti se ne sono accorti da quando nel Canton Ticino un sito chiamato "Bala i ratt" ( http://www.balairatt.ch/ ) mette in guardia i cittadini dagli sporchi immigrati Lombardi (tsè, questi terroni), che vanno in Svizzera per fregare il lavoro ai Ticinesi. Nell'home page vediamo i tre "ratti" da cacciare: uno si chiama Fabrizio ed è un piastrellista della Lombardia, che viene nel Canton Ticino a lavorare, un altro si chiama Bodgan ed è un Rumeno che rappresenta quei ladri dell'Unione Europea, e il terzo è il caro Giulio Tremonti. Proprio lui.
Basta questo per capire l'assurdità della xenofobia. Un popolo che discrimina un altro popolo è oggetto della discriminazione di un altro. E non c'è nazione che non abbia i suoi "terroni" da cacciare: "Fuori i Rom dalla Francia!"; "Fuori i Messicani dagli USA!"; "Fuori gli Islamici dall'Olanda!" Manca solo "Fuori i daltonici dal Colorado".
zecca

Psicologia di colui che accusa il terrorista

L’esempio di oggi (il ragazzo che vedete ammanettato in foto) vuole essere il mio tentativo di spiegarvi come funziona la mente di un qualsivoglia politico o soldato israeliano.
Il ragazzo è ‘Abd Allah Abu Rahma, per molti è nessuno, per chi segue un po’ le vicende palestinesi è il coordinatore (quindi l’uomo simbolo) della campagna contro il muro di Bil’in. Su Bil’in non mi soffermo, già ne aveva parlato momò e quindi vi invito a leggere i suoi post, mi soffermo sul fatto che ‘Abd Allah ha le manette: è stato infatti condannato a un anno e per un periodo di tre anni controllo con firma per sei mesi. Una punizione molto dura, solo per aver manifestato contro il muro e averlo definito razzista.
Io interpreto così la condanna: chiunque cerchi di disturbare, ostacolare, protestare ciò che Eretz Israel (per chiamarlo alla sionista) organizza o decide, viene subito schedato. I controlli sono quotidiani su tutto il territorio e in poco tempo sanno tutte le tue abitudini e azioni giornaliere, se si persevera allora si viene ammoniti, infine se proprio non la si capisce che bisogna tacere si viene arrestati. Questo è il ragionamento, a latere si instaura un’informazione fasulla e indegna che cerca di dimostrare che chi è nel mirino dell’esercito è dichiaratamente un terrorista, siamo così ottusi e sordi che basta sentire quel nome per dare ragione a chi lo pronuncia; ecco perché si pensa che tutti i palestinesi siano terroristi. Avendo agito così con tutti coloro che hanno cercato di dire la verità sulla politica israeliana ora i sionisti hanno la fama di essere vittime e i palestinesi di essere cattivi; sono riusciti nel loro intento: fregarci tutti così da poter agire indisturbati.
Ecco perché gli USA organizzano dei dialoghi di pace che si dimostrano poi tutti orientati verso Israele, ecco perché gli USA forniscono di armi al fosforo Netanyahu, ecco perché l’Europa non si muove in nessuna direzione.
michael

lunedì 11 ottobre 2010

quale futuro?

Anche Vienna è andata verso l'estrema destra, dopo Olanda e Svezia xenofobia e  nazionalismo (in alcuni casi regionalismo) avanzano indisturbati. Il problema è che la classe dirigente ha fallito ancora una volta, e ancora una volta il popolo guarda a questi violenti pazzi per rassicurarsi. Questo momento storico vede l'avanzata dei neo nazisti in tutta Europa blu o verdi rimangono neri, c'è chi dice rossi, ma poco conta. Quello che importa ormai è l'urgenza disperata di un'opera sociale e culturale che rimetta le persone davanti alla necessità di fratellanza con l'altro uomo contro chi fomenta la paura per il diverso e si arricchisce distruggendo.
IoLiOdioINazistiDellIllinois (e d'Europa)

Flatter me

Premetto che questo non vuole essere un articolo ma solo un commento a una notizia ascoltata da poco alla radio.
"Non buttarti giù!", sei un grande è il nuovo servizio telefonico nordamericano che offre aiuto psicologico a chi è in difficoltà. Flatter me, ossia lusingami, fammi complimenti, tirami su, costa 5 dollari e dura 30 secondi. La cosa più inquietante però è che in America ha riscosso molto successo, lo usano le persone a cui è andato male un colloquio o un appuntamento o qualsiasi altra cosa. Questa volta la rabbia o l’ira all’ascolto di questo nuovo servizio ha lasciato spazio a un po’ di tristezza e amarezza. Il fatto che una persona per tirarsi su non chiami un amico o un altro essere umano ma una voce registrata in un telefono fa capire quanta gente si senta sola al mondo. In un testo di un professore a proposito dell’antropologia avevo studiate che l’uomo è un essere pieno di bisogni e che importantissimo fra questi bisogni c’è il bisogno dell’altro. Ma cosa succede quando l’uomo è costretto ad affidarsi a un apparecchio sostituendo così ogni rapporto umano? Succede che nasce un servizio come “Flatter me”. La mentalità capitalistica e sempre più individualistica aliena completamente l’uomo e non lo spinge più a cercare di costruire qualcosa insieme ad altri uomini, ma anzi lo rende sempre più emarginato e alla fine solo.
Ma proprio per questo motivo è necessario continuare a lavorare e a costruire isole di resistenza a questa mentalità sempre più dominante.
loner

domenica 10 ottobre 2010

noi non ci saremo

Ed ecco il giorno dei rimpianti, il giorno del "cosa abbiamo fatto?", il giorno di un film già visto nella storia del Paese. C'era tumulto, lotta, preghiera, l'ardore davanti alle salme dei soldati ancora una volta mandati a morire per altri. Quali balle avevano mosso i nonni sui freddi campi dell'est a morire per cosa? Quale paga o idea aveva mosso i nipoti sugli arroventati deserti? A cosa ha portato la grande divoratrice che sempre l'uomo libera? Perchè chi decide i movimenti delle truppe rimane sempre sulla sua poltrona e gli uomini muoiono?
Venne il giorno in cui le armi vennero prese per la difesa, per la liberazione. Venne il giorno che le armi furono prese per l'invasione, ai soldati fu detto che era "difesa pacifica". Venne il giorno in cui i grandi strateghi ordinarono sangue ma nessun esercito si presentò a combattere. Il giorno dopo fu solo il rumore delle onde.
Corvotempesta

piccola città

In effetti la mia città si gira (a piedi) piuttosto alla svelta, per quel che riguarda la circolazione automobilistica è un'altra cosa. Piccola città quindi ma ieri per la prima volta da tanto tempo c'era qualcosa di buono. In un centro racchiuso in breve sponda si contavano almeno tre manifestazioni. Sindacati e studenti contro la Gelmini e un'associazione che ricordava che oggi è la giornata mondiale contro la pena di morte (tema che questo blog ha sempre affrontato). In un'Italia che fa di tutto per peggiorarsi almeno qualche cittadino è ancora sveglio, si muove, ci mette la faccia. Coraggio quindi non scoraggiamoci.

La terra è sacra

Voi avete mai visto foto di Nablus? Se la risposta è no potete fare due cose, o cercare le immagini di Nablus o cercare le immagini dei campi di concentramento nazisti, è la stessa cosa. Quella zona della Palestina è tutta così, tanti villaggi e paesini che sono stati ridotti a piccoli singoli campi di concentramento. Oggi anche io allora voglio dare il peso che il Primo Ministro Salam Fayyad ha dato all’inizio della raccolta delle olive.
“Siamo qui oggi per esprimere il nostro sostegno ai nostri agricoltori, all’inizio della raccolta delle olive, e stando al loro fianco, questa Giornata Nazionale significa molto per noi. La pianta di olivo è il simbolo della nostra terra, mette le radici per mantenere saldi i suoi diritti, ma è anche il simbolo della pace e della bontà”.
Guardate, lo so che è il tipico discorso politico che cerca di colpire la sensibilità della gente per racimolare voti, ma questo vale in tutti i paesi tranne che la Palestina e non perché lì i politici sono buoni o io sono di parte, ma perché lì non c’è nulla da perdere né da ottenere. Quando si è in gabbia come i topi e si è trattati peggio dei ratti cosa c’è da ottenere o da voler raggiungere?
Avete mai assaggiato un’oliva palestinese? Avete mai provato l’olio che essa produce? Vi siete mai lavati le mani con saponette naturali fatte con l’olio? Se a tutte le domande rispondete sì, come nel mio caso, allora saprete che l’olivo è davvero la terra dei palestinesi, e che con gioia si inizia il raccolto.
Ecco perché Israele abbatte le coltivazioni, ruba i raccolti, crea checkpoit tra l’abitazione del contadino e la terra da lui coltivata o chiude le fonti idriche per l’agricoltura. Uccidere un popolo vuol dire uccidere anche la sua cultura e le sue tradizioni, il suo lavoro e il suo sostentamento. Tutto ciò avviene mentre che ancora non si è smosso niente sul fronte dialoghi di pace, io mi permetto di ricordare che non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza perdono.
michael

sabato 9 ottobre 2010

Win for life (of your country)

Forse è una tematica che è già stata affrontata e sviscerata da milioni di persone, non certo su questo blog. Mi scuso con chi già si era fatta questa idea e spero di trovare qualcuno che non ci aveva pensato o che comunque ha voglia di sentirla.
Tutto inizia da una banalità, nel bar vicino a dove lavoro le slotmachine sono aumentata in numero esponenziale con il passare del tempo, tutti i giorni ci sono sempre due o tre persone (per quello che ho visto fortunatamente sono diverse, ma spesso non è così) che spendono soldi su soldi senza quasi mai vincere niente.
Vicino al lavoro c’è un tabacchi e quando vado là vedo che tutti i giorni milioni di persone si affidano alla sorte con i “gratta e vinci”, mi ha stupito che la maggior parte sono stranieri, colore che hanno veramente pochi soldi, trovano sempre due o cinque euro per tentare la fortuna.
A casa mia c’è una televisione e, dato che è diventata la notizia centrale di ogni tg che esista sulla faccia della terra, vedo sempre le estrazioni del Superenalotto; avete mai notato che da quando il montepremi è così alto i numeri sono sempre molto ravvicinati cosa da rendere più difficile la vincita? Ci sarà qualcosa sotto?
Nella mia macchina c’è una radio e da lì ho appreso la notizia che esiste un nuovo Win for life che dà ancora più soldi di prima, anche qui il meccanismo di vincita è però quasi impossibile.
Io capisco che è un gioco e quindi deve essere difficile arrivare al primo posto se no l’attrattiva la perderebbe subito, ma so anche che per gioco ci si indebita o si muore, so soprattutto che in tempi di crisi lo Stato si è creato il suo vitalizio dando come sempre alla gente panem et circenses. Beh adesso come adesso meno panem e più circenses.
octavio

venerdì 8 ottobre 2010

VELENO D'EUROPA

Mi permetto un piccolo affresco secondo le informazioni che ci "passano" e liberando qualche pensiero sul vecchio continente.
L'economia è argomento sempre più sospetto, dopo le tante colonne riempite durante la grande crisi ora se ne parla sempre poco e con un pò di scaramanzia, come quando un bimbo gioca con un giocattolo delicato e non si sa bene se fermarlo o no. Intanto il Premier cinese Wen Jiabao gira per l'Italia e i nostri luminari politici parlano di giro d'affari e ottimi rapporti. Questa la bella figura in Italia mentre a Bruxelles il leader cinese era stato affrontato duramente per concorrenza sleale. Parliamo sempre di economia senza occuparsi comunque delle persone, qualcuno avrà fatto presente al bravo Wen Jiabao la censura cinese? La pena di morte sempre in atto? Le tante violazioni al diritto internazionale che sono quotidianità in Cina?
Nel frattempo una delicata corrente xenofoba riprende quota nella vecchia Europa, l'82 per cento dei francesi è a favore dei provvedimenti del nano d'oltralpe contro i popli gitani, partiti razzisti crescono di quota in tutto il continente e tutta la cultura d'Europa sembra impotente davanti al linguaggio leghista che tanto affascina.
Intanto il bel Danubio rosso ci ricorda quanto siamo incapaci di controllare sostanze tossiche all'ombra dei progetti berlusconiani per le nuove centrali nucleari in un paese incapace di prevenire frane e allagamenti.
Potrei dilungarmi ancora sulla situazione dimenticata della Bosnia e dei Balcani, delle prigioni russe senza diritti e in condizioni di vita disumane e dei poteri delle mafie in tutta Europa  preferisco invece ricordare che "Dove c'è il pericolo cresce anche ciò che salva" fossero anche poche persone che non ci stanno.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

Il leader fa il Salvatore

L’assassino iniziale fu Micheletti, aiutato dagli USA e dalle multinazionali in loco, poi venne Lobo, colui che mantenne il clima di terrore e portò avanti le uccisioni programmate solo con lo scopo di mettere a tacere l’opposizione. Le proteste proseguono, alcune più in sordina altra più evidente, ed è chiaro che Lobo non può ammazzare tutti, quindi li lascia fare e i media dicono che i Honduras va tutto bene, ma appena le tv internazionali spengono le videocamere allora ricominciano i massacri. Questa è la premessa, leggendo i quotidiani oggi scopro questa affermazione proveniente dal Ministro della Pianificazione Arturo Corrales: “Il Presidente Lobo riprenderà a breve i dialoghi con i rappresentanti politici del paese”. Anzitutto c’è da dire che il bisogno dell’incontro politico nasce dopo che il paese si è spaccato in due tra coloro che sostengono Zelaya e coloro che sostenevano Micheletti trasformatosi ora in Lobo, e c’è da aggiungere anche che quasi tutti i partiti di destra sono stati già incontrati dal presidente, e non me ne stupisco fascista lui e fascista loro. Un’altra rappresentanza è già stata incontrata ed è quella della Chiesa, anche di questo non me ne stupisco il Cardinale è assassino tanto quanto i golpisti, dicendola poeticamente il rosso delle sue vesti è il sangue della sua gente.
Per farla breve, mancano alcuni partiti di destra e quasi tutta la sinistra, che comunque accetterà, io credo, di dialogare con in leader. Il punto che nessuno sottolinea però, anzi dicono che Lobo è un mito perché ha aperto il dialogo con tutti i partiti, è che Lobo uccide. Non esiste opposizione politica, esiste opposizione del popolo e abbiamo già visto che chi si oppone a lui è un uomo morto.
octavio

giovedì 7 ottobre 2010

Building an empire

Come già da me preannunciato, non per tirarmela ma perché era abbastanza prevedibile, Israele, che ancora non risponde alle richieste USA, continua senza sosta a progettare o realizzare. In solo 10 giorni dalla fine del congelamento costruzioni infatti sono già state progettate e in già in fase di costruzione 350 unità abitative divise su varie colonie. A queste vanno aggiunte le nuove costruzioni in progetto per ulteriori colonie che non sono ancora state investite da questa nuova foga per la costruzione. La fine del blocco ha portato poi Israele a organizzarsi meglio anche sul piano turismo, ora che possono costruire come pazzi, prima solo costruivano normalmente, hanno infatti progettato altre due costruzioni.
Il primo è quello di realizzare un nuovo ingresso di lusso al Muro del Pianto, un ingresso per tutti i visitatori ebrei e che dia maggior prestigio a un luogo che definirei già sufficientemente magico. Questa nuova porta sarebbe costruita proprio di fronte al quartiere Silwan e andrebbe a distruggere parte di al-Buraq, a suo tempo si voleva distruggerlo per costruire il più grande centro religioso ebraico mai visto prima. Una costruzione che vorrebbe sottolineare l’unicità della capitale Gerusalemme (ovviamente a favore israeliano).
Il secondo è legato al primo ed è la costruzione di un parcheggio contenente 600 posti auto collegato ad una gallerie sotterranea che permetta il rapido accesso alla città di Gerusalemme tramite una nuova porta che verrebbe costruita nelle antiche mura di recinzione. La gallerie sarebbe molto profonda per poter evitare di distruggere i reperti archeologici nascosti nei primi livelli del terreno, con l’attenzione nel salvare i reperti archeologici si dimentica che scavare una galleria danneggerebbe maggiormente il terreno e la sua stabilità sempre nell’area di Silwan, dove già l’anno scorso ci furono gravissimi problemi e grandi allagamenti o crolli a causa delle forti piogge e della poca tenuta del terreno.
Concludo con un video, da solo commenta tutte queste follie israeliane (prego le persone molto sensibili di non guardarlo).
michael

mercoledì 6 ottobre 2010

Cristiani al potere

So di essere ardito ad accostare due personalità come il Papa e il politico olandese Geert Wilders ma pian piano capirete il perché. Il Papa lo “uso” per una sua dichiarazione in cui chiedeva una “"ferma e concreta, a livello nazionale e internazionale, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione e di intolleranza". Geert Wilders invece lo “uso” per l’accusa per la quale si deve difendere davanti al tribunale olandese di incitamento all’odio e discriminazione contro i musulmani.
Due personalità al limite e che, date le premesse da me portate non dovrebbero avere nulla a che fare l’una con l’altra, ma si sa il demonio (lo uso solo perché c’è di mezzo il Papa) mette sempre il suo zampino e si impegna di unire ciò che non dovrebbe nemmeno incontrarsi. I deputati cristiano-democratici olandesi hanno infatti raggiunto un accordo di coalizione con i liberali, che hanno al loro interno anche la forza del partito anti islamico. È vero che nelle dichiarazioni antecedenti la decisione i cristiani avevano dichiarato di avere qualche riserva sull’accordo da raggiungere proprio per la presenza del Partito della Libertà nella coalizione (Strano vedere che il nome rappresenta un partito italiano molto vicino alle idee di Wilders), ma ciò che conta è ciò che poi hanno deciso.
Questo avvenimento non è da tenere in poca considerazione, che il mondo cristiano o che dovrebbe rappresentare il cristianesimo in politica si allei con ciò che di più aberrante esiste sulla faccia della terra, di ciò che più va contro le parole del Papa, e maggiormente esprime l’ondata d’odio che l’Europa sta maturando sempre più verso il diverso, è molto preoccupante. Il potere sta intaccando anche le religioni; forse conviene dire: chi si dice rappresentante politico di una fede usa questa etichetta solo per arrivare alla comoda poltrona.
octavio