venerdì 17 settembre 2010

In memoriam Hamas Iyad Asaad Shelbaieh

Si sono conclusi tre giorni di colloqui tra gli USA, Israele e la Palestina, altri tre giorni che avrebbero dovuto portare ottimi o perlomeno buoni risultati, ma che in realtà hanno portato a un nulla di fatto. Ovviamente il bastone tra le ruote lo mette Bibi e gli USA già tremano che i colloqui fra esatti 13 giorni chiudano senza portare a nulla. Abu Mazen ha ribadito che i dialoghi possono andarsi a far fottere se Israele non manterrà il blocco degli insediamenti attivo e non fino al 30 settembre come da decisioni iniziali. La Clinton ovviamente per evitare la figura della pera cotta dichiara ai media: "Direi che sono su una strada costruttiva e sono stati per noi molto rassicuranti".
A queste parole fa eco la notizia che sto per darvi che scioccherà l’opinione pubblica di pochi (tra cui la mia) e lascerà indifferenti i più, tutti coloro che non si interessano della vita di un uomo. Nel campo profughi di Nur Shams ieri è stato ucciso uno dei leader di Hamas Iyad Asaad Shelbaieh (38 anni). L’esercito ha fatto l’ingresso nel campo con i carri armati e, dopo aver perquisito alcune case e distrutte alcune baracche è entrata nell’abitazione di Shelbaieh e gli hanno sparato a sangue freddo mentre dormiva. C’è anche un’altra versione dell’incidente e per amore della verità ve la devo riportare, probabilmente infatti Shelbaieh sarebbe stato colpito da tre colpi di arma da fuoco (due al torace e uno alla gola) prima di entrare in casa e sia poi morto cadendo sul letto. Come sia andata in ogni caso poco importa sta di fatto che un uomo è morto. Un uomo che rappresentava un partito religioso/politico che da fastidio a Gaza e un uomo che rappresenta la volontà israeliana di nessun interesse ai dialoghi di pace. Qui siamo di fronte a una vera e propria faida ingiustificata da entrambi i lati. Se esiste la faida come può esistere un’idea di perdono e di pace? Come si può organizzare qualcosa di formalmente preciso e così molto seguito dai media per la pace se ogni giorno da un lato del mondo si dialoga per la pace e dall’altra parte, là dove la pace si deve fare, si ammazzano le persone?
michael

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