venerdì 24 settembre 2010

Rorate Cœli desúper, Et nubes plúant justum

“En medio de la tormenta, el muro tronó; salimos corriendo y la casa se cayó como si se tratara de un pastel”, parola del signor Macario Martinez che ha aggiunto di essere vivo per miracolo dopo le inondazioni causate dalle tempeste tropicali che si stanno battendo sempre con più forza sull’Honduras. La situazione è quella di emergenza, niente in confronto all’uragano Mitch ma comunque già otto settori della capitale sono inondati, nelle zone più colpite la forza dell’acqua ha distrutto l’asfalto dalle strade che si sono trasformate in fiumi, una parte dello stadio è crollata uccidendo l’autista di un taxi che di lì passava. Il problema non è solo di questo periodo già da fine luglio le piogge era iniziate e avevano portato la loro forza su una città costruita sulle miniere e che quindi non ha vere e proprie fondamenta ma vive piuttosto su un terreno che è un colabrodo. Colabrodo che si sta ancora di più formando dopo che il peso dell’acqua stagnante sul terreno reso ormai saturo d’acqua ha incominciato a sprofondare causando enormi voragini (alcune profonde anche oltre 20 metri) nei campi o nelle strade.
La situazione è molto preoccupante, anche perché non si può certo credere o sperare che il governo attuale faccia qualcosa, siamo di fronte all’impotenza dell’uomo e al disinteresse dell’uomo. Da un lato c’è chi perde tutto e, disperato, non sa più a che santo appellarsi e come tirare avanti; dall’altro c’è chi ha già ottenuto tutto e ora studia solo il modo per mantenerlo, a discapito anche degli altri.
octavio

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