mercoledì 15 giugno 2011

Il Bunga Bunga e l'amico per la pelle

Arrivo un po’ in ritardo, già tutto il mondo ne ha parlato, ma io lo voglio fare con un ottica diversa e per questo ho atteso di commentare l’incontro tra Berlusconi e Netanyahu, ma, come promesso, eccomi qui. Ho voluto studiare bene le immagine che le televisioni hanno mandato in onda per essere sicuro di ciò che voglio dirvi. Tutti hanno parlato dell’ignorante battuta del Premier italiano sul “bunga bunga” del 1811 che non solo ha rovinato un quadro splendido ma ha anche fatto vergognare l’Italia tutta (o quasi, perché qualcuno lo deve pur aver votato) di avere un Premier così disinteressato al suo paese che anche nelle occasioni ufficiali parla di sesso. Quello che però a me ha sorpreso è stato il gesto di Netanyahu, appena sente in traduzione la parola “bunga bunga” toglie subito le cuffie e smette di ascoltare, accenna un sorriso di circostanza ma si vede che è imbarazzato. Lui, che è a capo di uno stato religioso, non può (e meno male) accettare queste battute, è schifato dalle parole di Berlusconi e così smette di ascoltare. Tutti hanno commentato in positivo o negativo l’orrida battuta di Berlusconi, chi ha parlato di questo fatto? Nessuno. Nessuno vuol dire che il modo di fare di Silvio è inviso e inaccettabile anche per i big della politica.
Superando però questo momento di empasse Netanyahu torna a casa ben contento di aver ottenuto ciò che voleva e che io vi avevo già anticipato: un documento scritto in cui l’Italia dichiara che Israele è santo e la Palestina va eliminata, è chiaro che non c’è scritto così ma se leggete il testo della dichiarazione congiunta lo potete leggere tra le righe: “Il governo italiano riafferma la sua ferma posizione contro ogni manifestazione di delegittimazione e boicottaggio contro Israele. Alla luce degli importanti cambiamenti nel Medio Oriente il Governo italiano e quello israeliano condividono la convinzione che una soluzione giusta e duratura al conflitto israelo-palestinese deve essere raggiunta come risultato di negoziati diretti tra le due parti”.
Che le due parti in modo diretto si incontrino per decidere sarebbe giusto se non fosse che il modo attuale
israeliano di ottenere ciò che vuole è facendo la guerra, come si può raggiungere la pace se si fa la guerra?
Netanyahu contento come un bimbo per vaere ottenuto ciò così definisce Berlusconi: Tu sei un grandissimo amico mio ma sei anche un grande amico del popolo ebraico nello Stato di Israele, e lo dico con tutto il cuore e con la testa, perché la tua amicizia viene dal cuore".
In realtà la loro amicizia viene dalle armi.
michael

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