sabato 26 novembre 2011

Il nuovo disastro di Chernobyl

Il disastro di Fukushima, dimenticato dai giornali ma ancora vivo e vegeto, ha riportato alla ribalta il tema del nucleare e con sé il disastro di Chernobyl.
Proprio a tal riguardo arriva la notizia choc di oggi, una notizia che dovrebbe far incazzare il mondo intero e che fa incazzare anzitutto me: taglio, per rispondere al problema della crisi economica, di tutti i benefit che i liquidatori di Chernobyl hanno ottenuto sino ad oggi.
Per chi non ne fosse a conoscenza i liquidatori sono tutte quelle persone che subito dopo il disastro soccorsero la popolazione tutta andando, di persona, a pulire la centrale, i villaggi e le strade e a spostare e sotterrare quintali di scorie radioattive. 800mila persone fra militari e civili, uomini e donne che hanno rischiato tutto per salvare il mondo intero. Molti sono morti subito dopo il lavoro compiuto, altri pochi mesi dopo, circa la metà è tuttora in vita e combatte dolorose malattie. Non va dimenticato, oltretutto, che chi oggi è in vita, ha famiglia, con le disastrose conseguenze sulla propria prole e le relative cure che anche i figli devono sopportare. Famiglie intere sono dunque oggi schiave della sanità ucraina che è sì, di nome, gratuita, ma, di fatto, a pagamento: nessun controllo e nessuna limitazione hanno portato il medico a richiedere, spavaldo, direttamente in corsia la propria parcella per qualsiasi prestazione svolta.
C’è anche di più. Anche non esistesse questa corruzione medica l’alta spesa sanitaria di base rimarrebbe in quanto, comunque, le medicine e la strumentazione medica usata per la cura (intendo con ciò anche le garze) vanno tutte pagate.
Ora, capite bene che chi è stato liquidatore non è per un influenza che si reca all’ospedale e non è saltuaria la sua presenza nei nosocomi, plurale obbligato dato che le svariate malattie trovano cure migliori in diverse strutture mediche; questo sottintende una spesa medica elevatissima.
Il governo ai tempi creò un monumento a ricordo di tutti i liquidatori morti, forse quelli che sono rimasti in vita ci terrebbero ad avere non dico una vita decente, ma almeno una vita.
aleksej

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