mercoledì 13 aprile 2011

In fiamme per la libertà, ma quale libertà?

La storia del mondo arabo dimostra che le lotte interne sono sempre nate per portare a un cambiamento, purtroppo i morti ci sono sempre stati e questa regola non vale solo per il mondo arabo. Ciò che è successo o sta succedendo ora in Maghreb e Mashreq non è altro che espressione di ciò che la storia ci ha già insegnato, la ricerca della libertà è il motore che spinge tutte le rivolte, ma oggi quegli stati che hanno deposto i dittatori l’hanno raggiunta? Vorrei concentrarmi sull’Egitto e su di una notizia che un po’ mi ha scioccato: un blogger egiziano è stato condannato a tre anni di reclusione da un tribunale militare per aver insultato l’esercito: è il secondo; l’altro è stato condannato a 26 anni solo perché nel suo blog aveva caricato i video che dimostravano gli abusi di potere dei militari durante i giorni della protesta.
La prima osservazione che mi viene da fare è che a questo punto pure io sono passibile di incarcerazione, quali parole dovrò scegliere per evitare di essere messo a tacere?
La notizia se viene approfondita offre, poi, degli scenari davvero inquietanti. Sapete come sono nate le proteste in Egitto (e questo vale anche per la Libia)? Grazie al passaparola nato tra i vari blog che si opponevano al potere di Mubarak e gli annunci mandati via facebook. Internet è stato, scusate il gioco di parole, il motore di ricerca per far sì che la libertà cercasse di sfondare i muri dorati dei dittatori.
Ecco il perché delle incarcerazioni dei blogger (ecco perché tutto il mondo dei blogger deve iniziare a tremare), il governo militare che si è instaurato dopo Mubarak oltre a non accettare le accuse (tutte fondatissime e giustissime) di violenze contro i civili ha paura che si possano organizzare nuove proteste. È chiaro che si teme sempre che il potere acquisito venga messo in discussione e allora chi al potere ci va si ingegna in tutti i modi per mettere a tacere tutti quelli che potrebbero, anche solo lontanamente, mettere in discussione la situazione favorevole.
Tante proteste, tanti morti, tanti feriti, che libertà si è ottenuta? Nessuna, anche i migliori rappresentanti del popolo si corrompono appena sentono l’odore dei soldi.
octavio

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