giovedì 14 aprile 2011

viaggio in italia (III)

Avrei voluto portarvi anche a Torino e Venezia ma visti gli eventi ho voluto passare subito alla città madre degli studi di Diritto.

Prendiamo quindi l'A1 da Milano e procediamo nella piana Padana fino a vedere di lontano la chiesa di San Luca che ci guarda dai colli bolognesi e usciamo a Borgo Panigale. Si paga il pedaggio (perchè il pedaggio è il pedaggio e il formaggio è il formaggio e se non paghi il pedaggio non mangi il formaggio) tangenziale, uscita sette, via Stalingrado dritti verso i viali, lasciate la macchina in via Irnerio ed eccoci nella Città Universitaria!
E' di questa Bologna che voglio parlare oggi nel nostro itinerario alla ricerca dei motivi che l'Italia ci propone per lottare per essa (insomma una ricerca di buono in questo Paese da difendere), la città degli studenti. In effetti una bella fetta dei portici sotto le Due Torri è veramente in mano agli universitari, anche se oggi si cerca di limitare questa libertà il più possibile. E' una situazione che crea incontri, dialoghi, passioni e per chi viene da città senza vera vita universitaria è una possibilità unica per "alzare un pò il livello", per conoscere l'altro; ed è sicuramente per questo che le Università fanno così paura a chi ci vuole tutti sedati e ubbidienti. Quindi nel Giorno Dopo il voto sul processo breve eccoci nella patria degli studi giuridici.
Chi ha narrato meglio di tutti questa Bologna universitaria è, a mio avviso, Francesco Guccini, tra i suoi tanti testi che potevano andare benissimo mi permetto di optare per quello che descrive meglio (e che aumenta le invidie dei pendolari nei confronti dei "fuori sede") la situazione: la seguente "storia di altre storie":


Francesco Guccini
VIA PAOLO FABRI 43

Fra "krapfen" e "boiate" le ore strane son volate,

grasso l' autobus m' insegue lungo il viale
e l' alba è un pugno in faccia verso cui tendo le braccia,
scoppia il mondo fuori porta San Vitale
e in via Petroni si svegliano,
preparano libri e caffè
e io danzo con Snoopy e con Linus
un tango argentino col caschè!
Se fossi più gatto, se fossi un po' più vagabondo,
vedrei in questo sole, vedrei dentro l' alba e nel mondo,
ma c'è da sporcarsi il vestito e c'è da sgualcire il gilet:
che mamma mi trovi pulito qui all' alba in via Fabbri 43!
I geni musicali preannunciati dai giornali
hanno officiato e i sacri versi hanno cantati,
le elettriche impazziscono, sogni e malattie guariscono,
son poeti, santi, taumaturghi e vati:
con gioia e tremore li seguo
dal fondo della mia città,
poi chiusa la soglia do sfogo
alla mia turpe voglia.... ascolto Bach!
Se solo affrontassi la mia vita come la morte,
avrei clown, giannizzeri, nani a stupir la tua corte,
ma voci imperiose mi chiamano e devo tornare perchè
ho un posto da vecchio giullare qui in via Paolo Fabbri 43!
Gli arguti intellettuali trancian pezzi e manuali,
poi stremati fanno cure di cinismo,
son pallidi nei visi e hanno deboli sorrisi
solo se si parla di strutturalismo.
In fondo mi sono simpatici
da quando ho incontrato Descartes:
ma pensa se le canzonette
me le recensisse Roland Barthes!
Se fossi accademico, fossi maestro o dottore,
ti insignirei in toga di quindici lauree ad honorem,
ma a scuola ero scarso in latino e il "pop" non è fatto per me:
ti diplomerò in canti e in vino qui in via Paolo Fabbri 43!
Jorge Luis Borges mi ha promesso l' altra notte
di parlar personalmente col "persiano",
ma il cielo dei poeti è un po' affollato in questi tempi,
forse avrò un posto da usciere o da scrivano:
dovrò lucidare i suoi specchi,
trascriver quartine a Kayyam,
ma un lauro da genio minore
per me, sul suo onore, non mancherà...
Se avessi coraggio, se aprissi del tutto le porte,
farei fuochi greci e girandole per la tua fronte,
ma sai cosa io pensi del tempo e lui cosa pensa di me:
sii saggia com' io son contento qui in via Paolo Fabbri 43!
La piccola infelice si è incontrata con Alice
ad un summit per il canto popolare,
Marinella non c' era, fa la vita in balera
ed ha altro per la testa a cui pensare:
ma i miei ubriachi non cambiano,
soltanto ora bevon di più
e "il frate" non certo la smette
per fare lo speaker in TV.
Se fossi poeta, se fossi più bravo e più bello,
avrei nastri e gale francesi per il tuo cappello,
ma anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perchè:
già sbronzi al mattino mi svegliano urlando in via Fabbri 43!
Gli eroi su Kawasaki coi maglioni colorati
van scialando sulle strade bionde e fretta,
personalmente austero vesto in blu perchè odio il nero
e ho paura anche d' andare in bicicletta:
scartato alla leva del jet-set,
non piango, ma compro le Clark,
se devo emigrare in America,
come mio nonno, prendo il tram!
Se tutto mi uscisse, se aprissi del tutto i cancelli,
farei con parole ghirlande da ornarti i capelli,
ma madri e morali mi chiudono,
ritorno a giocare da me:
do un party, con gatti e poeti,
qui all' alba in via Fabbri 43!

IoliodioINazistiDellillinois




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