domenica 10 aprile 2011

viaggio in italia (I)

Cosa rispondere a chi dice "tanto in Italia non funziona  nulla e mai funzionerà"? Cosa controbattere a chi dice "non puoi farci nulla", come affrontare chi ripete "fatti i fatti tuoi" o ancora "perchè dovrei"?
Mi è venuta una piccola idea per rispondere e spero che ai miei piccoli lettori non dispiaccia se divago un pò dal solito stile. Ho pensato ad un breve Viaggio in Italia, nelle descrizioni in musica o in versi di alcune rappresentative città del "Bel Paese", rapidi attimi che ci ricordino che non siamo tutti berlusconiani, non solo per quanto concerne il voto, ma per il modo di pensare sempre più televisivo e sempre meno umano. Ecco la politica come dovrebbe essere, attenzione all'altro, alla città, cultura e formazione di uomini liberi non di impunibili lobomizzatori del popolo.

Cominciamo dunque il nostro viaggio. Come prima tappa pensavo a una città di mare, a un porto dove da sempre si incontrano e scontrano diverse realtà, una città, come tante in Italia, storicamente importante. Questa città ha quasi un tono di leggende su pirati e vecchi lupi di mare, una città di poeti e menestrelli, la città che forse meglio di tutti ha descritto De Andrè nella sua Via del Campo. A Genova dunque, ma con il piacere di contraddirmi, nelle parole e nel canto di Gino Paoli:
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Genova per noi


Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi prima di andare a Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.
Eppur parenti siamo un po'
di quella gente che c'è lì
che in fondo in fondo è come noi, selvatica,
ma che paura ci fa quel mare scuro
che si muove anche di notte e non sta fermo mai.
Genova per noi
che stiamo in fondo alla campagna
e abbiamo il sole in piazza rare volte
e il resto è pioggia che ci bagna.
Genova, dicevo, è un'idea come un'altra.
Ah, la la la la la la
Ma quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi mentre guardiamo Genova
ed ogni volta l'annusiamo
e circospetti ci muoviamo
un po' randagi ci sentiamo noi.
Macaia, scimmia di luce e di follia,
foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia...
e intanto, nell'ombra dei loro armadi
tengono lini e vecchie lavande
lasciaci tornare ai nostri temporali
Genova ha i giorni tutti uguali.
In un'immobile campagna
con la pioggia che ci bagna
e i gamberoni rossi sono un sogno
e il sole è un lampo giallo al parabrise...
Con quella faccia un po' così
quell'espressione un po' così
che abbiamo noi che abbiamo visto Genova
che ben sicuri mai non siamo
che quel posto dove andiamo
non c'inghiotte e non torniamo più.

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