domenica 24 aprile 2011

No más masacres

Voglio anche io raccontare di vie dolorose e prendo spunto da una protesta avvenuta circa una settimana fa in Latino America, Guatemala, dove migliaia di persone sono scese in piazza portando sulle spalle una croce con su scritti, al posto del famoso INRI, No mas masacres. Un immagine forte, un immagine dura che racconta però la vera vita del migrante. Ho trovato un blog, vi metto il link qui, formidabile; racconta giorno per giorno, o quasi, i morti a causa dell’immigrazione. Questo blog stima che dal 1988 all’11 aprile 2011 (pochi giorni fa, ma i post successivi hanno già di molto aumentato la cifra) “sono morte lungo le frontiere d’Europa almeno 16.265 persone”. Mentre noi in Europa, nel Vecchio Mondo, ci spacchiamo in due (da un lato c’è chi dice “poveretti”, dall’altro c’è chi dice “crepate tutti”) di fronte all’ondata di clandestini, così li chiamano per evitare di dover soccorrere chi ha la morte disegnata negli occhi , nel Nuovo Mondo la situazione è la medesima, la gente muore di qua e di là dagli oceani.
Così come vi ho portato le cifre dell’Europa mi sono interessato a portarvi anche le cifre del Messico, questa volta di gente viva. Viene stimato dalla Comisión Nacional de Derechos Humanos che ogni anno 400mila clandestini tentano la traversato della frontiera messicana verso gli Stati Uniti. Un’attraversata che già era difficile a suo tempo, quando ancora il narcotraffico si faceva gli affari suoi e, quindi, si doveva combattere solo con la polizia di frontiera, quella che sta a controllare il muro di cinta che chiude l’austero castello (in aria?) statunitense, ma che ora viene resa ancora più difficile perché il tragitto che il “pollero” o “coyote” deve compiere deve essere invisibile sia per la polizia che per il narcotraffico, il quale si è incazzato dopo che il presidente messicano gli ha dichiarato guerra contro.
Sapete quanto costa il viaggio clandestino verso la tanto agognata libertà, felicità, gioia (perché il punto è proprio questo, la gente scappa qui, in Italia, o lì, negli USA, perché noi diamo un nostra immagine verso l’esterno di paese agiato e tranquillo)? Dai 6mila agli 8mila dollari. Tutti questi soldi per un viaggio che nella migliore delle ipotesi porta al passaggio della frontiera, nella ipotesi più usuale porta al rientro forzato in patria dopo la detenzione e le botte della polizia messicana, nella peggiore delle ipotesi porta alla morte: è stata scoperta da poco una fossa comune contenente 177 cadaveri di clandestini sequestrati e ammazzati (inutile dire che nella fossa c’erano anche donne e bambini).
Quanti Golgota siamo ancora disposti ad accettare in giro per il mondo?
octavio

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