venerdì 2 settembre 2011

C'è ancora chi crede in Israele?

Il presidente della Knesset ha pochi giorni fa dichiarato che la pace in Israele si avrà solo quando i palestinesi accetteranno di vivere con gli ebrei. Un’affermazione che potrebbe essere sensata, il condizionale è d’obbligo perché, in effetti, il convivere deve essere accettato da entrambi i lati e non certo solo dai palestinesi. Il fatto, poi, che lo dica il Presidente della Knesset farebbe ancora di più ben sperare; il problema è che questa è solo la seconda parte del suo intervento, nella prima si può trovare solo il deliro di un pazzo; affermare che Israele è tutta degli ebrei o che sionismo significa insediamenti non è certo discorsi di un sano di mente.
Israele, dunque, continua ad usare questo orrendo doppiogioco anche nelle dichiarazioni che serve solo come giustificazione per poter dire tutto quello che a loro pare.
Tanto che se è vero che la pace si avrà quando si accetterà di vivere insieme è anche vero che il Capo di Stato Maggiore Sionista ha minacciato gli abitanti di Gaza di un prossimo devastante attacco da parte dell’Esercito nel caso in cui venissero colpiti obbiettivi israeliani dai razzi che partono da Gaza.
Se è vero che la pace si otterrà quando ci sarà un incontro senza armi è anche vero che l’esercito israeliano ha regalato armi ai coloni e ha spiegato loro come usarle, permettendo dunque che anche i civili possano sparare veri proiettili.
Siamo insomma di fronte alla solita azione israeliana: si dà violenza in cambio di violenza, si fomenta la spirale dell’odio, non si mette mai la parola fine a bombardamenti e sparatorie, non si tenta nemmeno più di dialogare. Oggi si lavora per la pace tentando solo di alzare sempre più la voce.
michael

1 commento:

  1. C'è un detto il quale dice che quando si alza la voce è per nascondere il proprio torto!

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