venerdì 30 settembre 2011

Dialoghi di pace? Forse...

Nel periodo in cui tutti parlano di possibili, necessari o auspicabili dialoghi di pace tra Israele e Palestina, nuovi dialoghi di pace si apprestano a nascere tra Moldavia e Transnistria. Dal luglio ’92, quando venne siglato il cessate il fuoco, la situazione era solo andata peggiorando e oggi, forse, una svolta decisiva ci sarà. Per chi fosse digiuno di politica balcanica faccio un breve riassunto: il 2 settembre 1990 viene proclamata la Repubblica Moldava di Transnistria, il 24 agosto 1991 viene dichiarata l’indipendenza della Repubblica di Moldavia includente il territorio transnistriano. Con questa indipendenza venne anche fatta richiesta al Governo dell’URSS di ritirare il suo esercito dalla Transnistria così da “porre fine all’occupazione illegale della Repubblica di Moldavia”, l’URSS se ne disinteresso e anzi armò i separatisti che riuscirono a sconfiggere l’esercito moldavo. Nel giugno ’92 le forze russe superarono il fiume Dniestr, tentando dunque di annettere maggior territorio alla Transnistria, e, dopo un vero e proprio massacro avvenuto nelle città situate sulla sponda occidentale del fiume si arrivò alla firma del cessate il fuoco.
Gli scontri, questa volta più sul piano politico che militare, si riaccesero nel 2004 quando il governo transnistriano chiuse con la forza 6 scuole accusate di insegnare il moldavo scritto con caratteri latini, tutti coloro che si opposero alla chiusura furono arrestati. In risposta a ciò la Moldavia tentò di isolare la repubblica separatista ma, non avendo l’appoggio dell’Ucraina (premier filosovietico), l’operazione non ebbe nessun risultato se non la risposta dei separatisti tramite il taglio della fornitura elettrica che, per la Moldavia, proviene in gran parte dalla Transnistria. Le scuole vennero successivamente riaperte ma come istituzioni non governative.
Entro la fine dell’anno, però, i negoziati dovrebbero ricominciare, forse i tempi sono maturati e ora si è disposti a cedere davanti alla cieca volontà di potere. Il “forse” è d’obbligo perché ancora alcuni punti, fondamentali per l’inizio dei negoziati, sono ancora da chiarire: 1. La Moldavia offre l’autonomia all’interno della Repubblica e la Transnistria vuole l’indipendenza; 2. La Transnistria è oggi in campagna elettorale e, si sa, nel momento di riorganizzazione del potere è difficile calendarizzare dei negoziati; 3. La Moldavia è in piena crisi di governo non avendo nessun possibile Presidente ottenuto la maggioranza in parlamento; 4. La posizione della Russia è “ballerina”: ufficialmente è contro l’indipendenza transnistriana, in realtà i rapporti con i separatisti sono molto stretti, testimonia ciò una lettera inviata da Putin al Premier separatista nella quale si prospettano sviluppi futuri per il loro territorio.
Capite bene che siamo di fatto davanti a un guazzabuglio colossale. Negoziati necessari e esigiti dalla popolazione dovrebbero iniziare a breve. Ancora una volta il problema si basa su interessi e intrighi di potere.
aleksej

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