mercoledì 28 settembre 2011

Risuona lo shofar

Dopo il discorso di Abu Mazen all’ONU siamo ancora in attesa che un cenno di risposta arrivi dal Palazzo di vetro. Dopo quel discorso la festa è esplosa tra le strade di Palestina, è esplosa soprattutto perché mai nessuno era arrivato a tanto, da quando si era creato uno Stato d’Israele. In risposta a questi festeggiamenti, del tutto pacifici e senza nessun doppio fine, Israele ha disposto 22mila soldati in tutta Gerusalemme pronti a sparare alle gambe (in caso di pericolo di vita aggiungono, ma tutti sappiamo che non esiste interesse sull’altro uomo nei sionisti e quindi anche questa eventualità non esiste; si ammazza e basta) se non direttamente alle persone, se la situazione è proprio nera (come volevasi dimostrare).
Dopo quel discorso arriva anche la notizia che alcune cellule terroristiche israeliane (io lo chiamerei Mossad, perché è ovvio che si tratta di loro), infiltrate in alcune colonie ebraiche, stanno iniziano corsi di addestramento alle armi per le donne residenti. Perché questi corsi? Per essere pronte a reagire ad eventuali scontri con i manifestanti palestinesi.
Il racconto appena fatto diviene ora introduzione a una delle feste ebraiche più importanti che oggi viene celebrata: Rosh haShana, uno dei tre capodanni religiosi ebraici. Forse il più importante in quanto è su di esso che si calcolano anni sabbatici e giubilei. La tradizione vuole che si suoni lo shofar per risvegliare gli ebrei dal torpore in cui sono caduti così da poter meditare sulla propria vita e sui peccati commessi nei confronti della legge ebraica e del prossimo. Dieci giorni separano infatti Rosh ha Shana da Yom haKippurim, dieci giorni di penitenza in cui, fatto il mea culpa, si chiede perdono al danneggiato, il quale offrirà il proprio perdono.
In Israele tutti seguiranno i precetti mishnaici, in Israele tutti avranno almeno un torto da farsi perdonare, pensate però che anche i più bravi e ferventi religiosi (ma sionisti) faranno un generale mea culpa nei confronti della Palestina?
Questo sarebbe il passo decisivo, ancora meglio del risultato che arriverà, se arriverà dall’ONU.
michael

1 commento:

  1. Gli auguro che gli israeliani faranno un passo indietro, sarebbe una vera svolta per la Palestina!
    vincenza

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