venerdì 9 settembre 2011

La corsa agli armamenti

Israele – Palestina, Corea del Nord – Corea del Sud, ci troviamo essenzialmente di fronte alla medesima situazione, per ragioni sicuramente opposte e con situazioni economiche e sociali molto differenti ma, come sempre nel mondo, le ragioni di lotta e contrasto sono le stesse.
Il punto focale è sicuramente da un parte la frontiera tra Striscia di Gaza e Israele e dall’altra la frontiera tra il Nord e il Sud: zone entrambe militarizzate, possibilità di accesso dall’una o dall’altra parte pressoché inesistenti, controllo costante dei confini, armi sempre spianate e pronte a sparare.
Ecco perché la Corea del Sud si erge a nuovo stato indifeso e bistratto dal Nord e si accorda così con Israele (lo stato maltrattato del Medio Oriente) per avere, in cambio di 43 milioni di dollari (mica bruscolini), missili ad altra tecnologia per proteggere la frontiera. Questi missili, capaci, a detta delle ditta sioniste produttrici, di viaggiare sino a 25 km di distanza e in grado di colpire anche obbiettivi nascosti, sono i medesimi che vengono lanciati su Gaza e che dovrebbero bloccare il fuco nemico ma che, per la maggioranza delle volte, guarda a caso, finiscono per colpire obbiettivi civili e non militari.
Dopo il bombardamento dello scorso anno in cui morirono 4 sudcoreani e dopo che il Ministero della Difesa ha dimostrato di non essere in grado di rispondere adeguatamente al fuoco nemico il governo di Seoul ha deciso di affidarsi ai maestri d’armi israeliani per meglio “rispondere” all’esigenze di sicurezza del suo popolo.
Non voglio stare qui a discutere su questioni di difesa o di guerra, è inutile discutere di ciò che credo sia solo barbarie disumana. La scelta sudcoreana, come d’altronde il modus operandi israeliano, dimostra solo una posizione chiara; nessuno ha intenzione di ricorrere al dialogo, nessuno ha intenzione di porre fine alla guerra, nessuna ha intenzione di cessare la spirale di violenza che ha portato già troppi morti. Si ragiona solo ad armi in mano, ma il cervello dov’è finito?
michael

1 commento:

  1. E' chiaro che chi è vissuto, da generazioni,facendo la guerra l'unico ragionamento che sa fare è quello con un arma tra le mani.........

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