giovedì 1 settembre 2011

Si scongela il conflitto

È allarme in Kosovo, gli scontri ritornano e si sta rapidamente ritornando agli anni del terrore più puro. Non che la situazione si fosse mai risolta, anzi è giusto definire, come fanno gli osservatori internazionali, la situazione laggiù “conflitto congelato”, quindi non finito, ma ora sta rapidamente degenerando. A luglio un poliziotto kosovaro è morto negli scontri che da tempo si sono sviluppati nelle regioni settentrionali, sulla frontiera con la Serbia le manifestazioni, i blocchi delle strade e delle frontiere sono all’ordine del giorno e, con il passare del tempo, entrambi i governi hanno deciso di schierare l’esercito per mettere fine a queste proteste; i risultati sono ovviamente stati gli scontri e con loro, ultimamente, il morto.
Ad appesantire tutto ciò ritorna l’ombra nera dell’Esercito Nazionale Albanese (Aksh) che dopo ben tre anni
di silenzio (che non significa però inoperosità) dichiara, tramite il suo portavoce, che se entro il 30 di settembre il presidente e il premier kosovari non firmeranno il decreto per la formazione di un esercito regolare del Kosovo nuove azioni militari saranno condotte nel nord del paese. L’Aksh è responsabile di violenze inaudite su tutto il territorio kosovaro e lo si può (se qualcuno ancora non li conoscesse) ben capire dal loro ideale politico che si potrebbe riassumere così: “Ovunque ci sia presenza albanese dovrà sventolare la bandiera di Tirana”. Un ‘ideal di Grende Albania che dovrebbe, nella loro folle ottica, comprendere anche la Macedonia e addirittura parte della Grecia.
Solo da qualche giorno la Polizia Speciale dell’Unione Europea per il Kosovo ha iniziato un’operazione di controllo della parte settentrionale della regione, perché ora? perché solo ora l’UE si è accorta che in Kosovo la violenza è ritornata e solo ora si è accorta che a luglio un uomo è morto. L’UE dà costantemente di sé l’immagine di una unione che non guarda ai propri stati, disinteressata a ciò che in essi accada, assopita davanti alle violenze, arzilla solo quando si tratta di contar denaro.
aleksej

1 commento:

  1. Insomma ci sono popoli che proprio non vogliono vivere in pace, questo mi demoralizza tantissimo non per me ma per i miei figli.

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