sabato 20 febbraio 2010

انا احب فلسطين


Ricordo con onore e gioia il sesto anniversario delle settimanali proteste nonviolente della città di Bil’in. Ne avevo già parlato e mi voglio complimentare con chi ha la forza di rivendicare la propria libertà senza cadere nelle più basse azioni di violenza, che, a rigor di logica, sono soprattutto usate dall’altra parte come scusa per continuare lo sterminio. Oggi a casa mia è una giornata grigia, triste e leggendo i quotidiani palestinesi rivedo i cieli azzurri e l’aria fresca e speziata di al-Khalil (vero nome della città). Ricordo l’amore della gente e la quotidiana umiltà. Ricordo le soste in piccoli ristoranti o il mercato con i suoi colori, il centro storico con le sue contraddizioni. Io cerco sempre di ricordarmi questa Palestina: انا احب فلسطين
Ma ieri i cieli azzurri e limpidi fumavano, un fumo nero d’armi da fuoco li ha voluto coprire. A est della città di Khuzaa i soldati hanno incominciato perquisizioni a tappeto con arresti e sparatorie che hanno ferito, tra i tanti, molti bambini. Feriti anche nelle città di Ni’lin e Nabi Saleh dove le marce contro il muro sono state represse nel sangue. Il cielo in Palestina quando è sereno è di un azzurro che fa male, ti ricorda la bellezza del luogo e ti mostra i tuoi vestiti insanguinati.
momò

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