venerdì 19 febbraio 2010

Niger

Sentiamo il bisogno di parlare del colpo di stato in Niger anche se le notizie sono davvero poche, frammentarie e le televisioni tacciono.
I fatti: il Niger è il paese più povero al mondo dove due abitanti su tre vivono con 1,25 dollari al giorno. Per due terzi il paese è occupato dal deserto del Sahara e soffre di periodiche siccità. Nel XVIII secolo comincia la colonizzazione europea completata dai francesi che ne fecero loro colonia fino al 3 agosto 1960. Unica ricchezza del paese sono le miniere di uranio, tra le più grandi al mondo. Ed è proprio dall’uranio che nascono i problemi. Il colosso francese delle energia atomica Areva, di cui lo stato francese possiede più del 90% del capitale azionario, estrae metà dell’uranio dal Niger. Il presidente deposto Mamadou Tandja ( che aveva partecipato già nel 1974 al colpo di stato che portò al potere Seyni Kountché) fu eletto nel 1999 e confermato nel 2004. La costituzione del Niger prevede un termine massimo di due mandati, Tandja è considerato a sua volta golpista per aver cambiato questo limite ed essere rimasto in carica, sospendendo il governo e dichiarando di governare per decreto (27 giugno 2009). Ieri, 18 febbraio 2010, Tandja è stato arrestato dai soldati rebelli guidati dal maggiore Harouma (altre fonti dicono un braccio dell’esercito regolare che ha coinvolta la guardia presidenziale e il resto dell’esercito).
Torniamo all’uranio. Tandja aveva ricevuto proposte da parte cinese e canadese migliori rispetto al contratto con Areva, pretendendo dai francesi il “raddoppio delle bolletta”. In Niger vivono almeno otto etnie e quella dei Tuareg nel nord del paese (guarda caso dove sono le miniere di uranio) è in lotta con il governo centrale. Tandja aveva accusato Areva di finanziare la guerriglia, mentre i francesi dicono che era il prezzo per risparmiare le miniere dalle incursioni Tuareg. Un cocktail abbastanza esplosivo nel quale sembra essersi inserito anche l’esercito insoddisfatto dalla condotta presidenziale. Vorrei comunque precisare che Tandja non è uno “stinco di santo”; inerte davanti alle frequenti carestie, epurativo e dispotico verso l’opposizione che tende a deviare verso le rinomate galere del Niger.
Quello che conta in questo quadro è che del paese più povero al mondo non si parla, che la popolazione è alla fame da sempre e che le potenze mondiali continuano a vedere nell’Africa un loro privato produttore di materie prime.
Il Timone

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