venerdì 5 febbraio 2010

Solo chi le compie nega le atrocità


Tutti ne hanno già ampiamente parlato, ma essendo tornato di moda grazie alle dichiarazioni del nostro premier voglio darvi alcuni passaggi del famoso Rapporto Goldstone. Guardate cosa è in grado di fare l’unica e grande democrazia del Medio Oriente:

32. Le forze armate israeliane hanno lanciato numerosi attacchi contro edifici e personale governativi di Gaza. Per quanto concerne gli edifici, la Missione ha esaminato gli attacchi israeliani al Consiglio Legislativo Palestinese e alla principale prigione di Gaza (Capitolo VIII). Il grado di distruzione di tali edifici è grave a tal punto da impedirne il riutilizzo. Dichiarazioni rilasciate dal governo israeliano e dalle forze armate giustificano gli attacchi sostenendo che le istituzioni politiche ed amministrative di Gaza fanno parte dell’ “infrastruttura terroristica di Hamas”. La Missione rifiuta questa posizione. Non esiste nessuna prova che il Consiglio Legislativo e la principale prigione di Gaza abbiano dato un contributo effettivo all’azione militare. In base alle informazioni a disposizione, la Missione ritiene che gli attacchi a questi edifici siano stati un deliberato attacco contro obiettivi civili, in violazione della legge internazionale del diritto umano secondo la quale gli attacchi devono essere strettamente limitati ad obiettivi militari. Questi dati di fatto provano ulteriormente l’estensiva distruzione di proprietà, non giustificata da necessità militari e praticata illegalmente e promiscuamente.
33. La Missione ha esaminato gli attacchi contro sei stazioni di polizia, quattro dei quali sono avvenuti entro i primi minuti delle operazioni militari del 27 dicembre 2008, causando la morte di 99 poliziotti e di nove impiegati pubblici. In totale l’esercito israeliano ha ucciso circa 240 poliziotti, corrispondenti a più di un sesto delle morti palestinesi. Le attenuanti degli attacchi contenute nel report sulle operazioni militari presentato dal governo israeliano nel luglio 2009 chiarificano che i poliziotti sono stati deliberatamente scelti come obiettivo ed uccisi perché la polizia in quanto istituzione o gran parte dei poliziotti in quanto individui sono considerati parte delle forze militari palestinesi di Gaza.
42. Nello stilare le conclusioni legali riguardo l’attacco contro l’incrocio al-Fakhoura, la Missione riconosce che per quanto riguarda le decisioni circa la proporzionalità delle armi usate, soppesando la necessità di raggiungere il vantaggio militare e il rischio di uccidere civili, in alcuni casi ci siano autentici dilemmi. La Missione non crede tuttavia che ce ne siano in questo caso. Il lancio di almeno quattro granate per riuscire ad uccidere un basso numero di specifici individui in un contesto in cui era presente un ampio numero di civili impegnati in attività quotidiane e nelle cui vicinanze trovavano rifugio 1.368 persone, non può essere considerato un’azione militare in cui il numero di civili a rischio venga giustificato dall’acquisizione di vantaggio militare. La Missione ritiene perciò che l’attacco sia stato indiscriminato e abbia violato il diritto internazionale ed il diritto alla vita dei palestinesi civili uccisi durante l’attacco.
43.La Missione ha investigato undici episodi in cui l’esercito israeliano ha lanciato attacchi diretti contro i civili con conseguenze letali (Capitolo XI). I casi esaminati in questa parte del report sono, con una sola eccezione, tutti casi in cui i fatti non indicano alcun obiettivo militare che possa giustificare gli attacchi. I primi due episodi riguardano attacchi contro case situate nel quartiere Samouni a sud di Gaza City, incluso il bombardamento di una casa in cui civili palestinesi si erano radunati a seguito di un ordine da parte dell’esercito israeliano. I successivi sette casi riguardano l’uccisione di civili che stavano abbandonando le proprie case per spostarsi verso luoghi più sicuri, mostrando bandiera bianca e, in alcuni casi, eseguendo gli ordini dello stesso esercito israeliano. I dati raccolti dalla Missione indicano che tutti gli attacchi sono avvenuti in momenti in cui l’esercito israeliano aveva pieno controllo dell’area ed era precedentemente entrato in contatto con o aveva almeno osservato le persone che ha poi attaccato, ed era dunque consapevole del loro status di civili. Nella maggior parte dei casi presi in analisi le conseguenze degli attacchi israeliani contro i civili sono state aggravate dal seguente rifiuto di permettere l’evacuazione dei feriti o di permettere l’accesso alle ambulanze.
44. Questi episodi indicano che le direttive date all’esercito israeliano a Gaza prevedevano una bassa soglia per l’uso di fuoco letale contro la popolazione civile. La Missione ha riscontrato molteplici conferme di ciò, emerse dall’inchiesta sulle testimonianze dei soldati israeliani raccolte nelle due pubblicazioni esaminate.
45. La Missione ha inoltre esaminato un episodio in cui, durante la preghiera della prima serata, un missile ha colpito una moschea provocando la morte di quindici persone, mentre un attacco con munizioni flechette sparato contro una folla riunita in una veglia funebre ne ha uccise cinque. La Missione ritiene che entrambi gli episodi costituiscano un attacco intenzionale alla popolazione e ad obiettivi civili.

E questi sono solo stralci, le parti meno violente.
momò

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