venerdì 25 dicembre 2009

Alla ricerca del tempo perduto


Mentre Betlemme veniva maggiormente blindata per la messa di Natale (non so come si possa blindare di più dato che il muro le corre tutto intorno) in Cisgiordania un civile israeliano veniva ammazzato da colpi di arma da fuoco. Questo è il caso emblematico, doloroso ma esplicativo di ciò che sto dicendo da un po’ di tempo. La violenza non si ferma con altra violenza. E devo allora trattare tematiche care anche all’Italia. È OVVIO che il gesto violento va condannato, ma la solidarietà? Io non credo come Obama che esistano guerre giuste o necessarie, stiamo scherzando?
Quale speranza, quale solidarietà se anche il nobel per la pace è a capo della guerra? Gorkij in un suo libro fa dire a una povera donna: “Ma voi sapete cos’è un uomo? Un uomo?”. Questa domanda io la ripropongo ai signori della guerra, a coloro che per denaro calpestano i poveri. Ma attenzione ormai la guerra non si fa solo con le bombe, la si fa anche con le pandemie, con le centrali nucleari, con i muri.
Che futuro allora? Normalmente a questa domanda di risponde: “Beh c’è ancora tempo per pensarci”, no! È adesso che bisogna dire che è l’uomo che va seguito. “Siate l’inno di chi è senza inno” dice un poeta palestinese, ecco perché non si può dormire più. «In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri» è scritto nella nostra presentazione, ecco l’amore, non quello (pieno di interessi) che viene sbandierato in Italia.
momò

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