martedì 8 dicembre 2009

Ogni uom pianga amaramente


Alcuni racconti, senza data perché sono la normalità in Palestina:
«Tutto è cominciato giovedì, l'attacco israeliano era cominciato il giorno prima con delle cannonate. Poi sono arrivati gli elicotteri che hanno aperto il fuoco sulle case. Munir, mio fratello di 17 anni, era in casa ed è stato ferito in modo grave al torace. Abbiamo cercato di chiamare un'ambulanza ma non c'è stato nulla da fare. I soldati e carri armati sparavano ovunque, senza sosta». Munir, prosegue Abdallah, è spirato qualche ora dopo. «Sabato pomeriggio gli spari si sono placati. Mamma, dopo aver pianto per ore, ha aperto la porta ed è andata fuori. Voleva dare una sepoltura a Munir. Si è guardata intorno, qualche secondo dopo è crollata colpita alla testa da un colpo, pensiamo sparato da un cecchino». La donna uccisa è rimasta nello stesso posto fino a domenica. «Quel giorno con mio padre e i miei fratelli, insieme a tante altre persone, siamo usciti in strada con le mani alzate. Mamma era sempre lì, a terra, ed è stata l'ultima volta che l'ho vista. I soldati ci hanno ammanettato e portato via». Il giovane è stato trasferito nel campo militare della Foresta Saada, non lontana da Jenin. «Per tre giorni non abbiamo mangiato, ci hanno lasciati seminudi all'aperto, anche di notte, sempre con le mani legate. Ci siamo orinati addosso. E' stato terribile». Il gruppo di detenuti è stato poi lasciato libero al posto di blocco di Salem. «Siamo arrivati a Rumena quasi nudi, in mutande, molti a piedi nudi» ricorda Munir con gli occhi gonfi di lacrime.

«Mohammad è stato ucciso domenica scorsa, mentre con un amico cercava di portare all'ospedale di Jenin un giovane rimasto ferito - racconta - è morto sul colpo mi hanno detto amici e parenti. Non sono riuscito a vederlo, non so dove sia il suo corpo, se sia stato sepolto come vuole la nostra religione o se è stato lasciato in strada come tanti altri».
Alcune stime per ricordare il dolore di alcuni basato sul sollazzo di altri:

32.720 sono i palestinesi feriti: 3530 hanno riportato handicap permanenti.
I bambini uccisi sono 995
135 malati sono morti a causa dell’impossibilità di raggiungere gli ospedali e i centri medici. Sono stati registrati 70 parti ai checkpoint: 35 neonati sono deceduti a seguito delle complicazioni igienico-sanitarie.
I posti di blocco sono 630, di cui 93 con la presenza di soldati e 537 formati da barriere di cemento e di cumuli di terra. L’esercito israeliano ha chiuso il 65% delle strade della Cisgiordania e della Striscia di Gaza.

Sono cifre del 2008, non ho voluto aggiornare i conti dopo l’operazione piombo fuso.
momò

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