sabato 19 febbraio 2011

Decidere di che morte si dovrà morire

Con stupore leggo i giornali palestinesi e subito mi colpisce la foto di un personaggio a me, italiano, noto. Vedo la faccia di Frattini in dimensioni notevoli su un quotidiano che di solito racconta la vita in Palestina e mi precipito a leggere, scopro così che la Farnesina in genere e Frattini in particolare ritengono che non sia utile per la situazione attuale una risoluzione ONU di condanna contro i nuovi insediamenti creati in Palestina. Ho subito voluto approfondire le sue dichiarazioni ed è per questo che oggi scrivo, con la mente annebbiata dalla rabbia (se fossi un fumetto avrei i fulmini in testa).
Il primo commento utile è che le risoluzioni ONU non hanno mai fatto una minchia e non hanno mai cambiato nulla quindi che ci siano o meno poco cambia, l’unica vera risoluzione sarebbe mettere in galere i criminali di guerra: Netanyahu per primo.
Il secondo commento è che la Farnesina presenta in senso negativo il lavoro dell’ONU perché il primo a farlo è stato Obama e i suoi aiutanti; sono stati infatti gli USA a mettere il veto alla risoluzione e a ruota ci sono stati tutti i commenti a favore di quelli che vivono sottomessi allo strapotere statunitense (Italia in testa).
Il terzo commento è sul testo della risoluzione, un testo molto duro e che riutilizzava termini per descrivere l’operato d’Israele che già Washington aveva usato poco dopo il blocco dei dialoghi di pace. La risoluzione, in poche parole, riutilizza le parole che Obama aveva usato ma che ora nega di aver detto. E perché lo nega? Per il solito squallido, spudorato, vomitevole, insensato motivo: mantenere i buoni rapporti con le lobby ebraiche in patria e mantenere via di dialogo aperte con Israele.
Il quarto commento è sulle parole di Obama per giustificare il suo agire incolpando la Palestina di non aver fatto passi indietro per ritornare ai dialoghi di pace. Seguite bene il ragionamento: per prima cosa Obama vuole i dialoghi di pace e convoca i due contendenti, poi chiede a Israele di smettere di costruire all’impazzata così che la Palestina possa dialogare, dato che Israele non ha intenzione di smettere lascia che i dialoghi di pace vadano a quel paese per incolpare, ora, la Palestina (l’unica che non ha ottenuto un cazzo da questi dialoghi) di non aver fatto abbastanza perché la pace arrivasse.
Il quinto commento è che data la situazione mediorientale attuale, dopo i fatti di Tunisia e Egitto, le avvisaglie in Algeria, le proteste già avviate in Libia, i morti già fatti in Yemen e Bahrein gli USA vogliono aspettare a risolvere il problema Israele-Palestina. Prima vogliono vedere come andrà a finire in questi stati, quanto loro potranno guadagnarci e quanto potrà cambiare lo scenario politico arabo, a quel punto potranno meglio riorganizzare anche la Palestina. La nuova politica estera lanciata da Obama è questa: decidere di che morte deve morire chiunque non sia alleato USA.
michael

Nessun commento:

Posta un commento