venerdì 30 luglio 2010

Manovre economiche ebraiche

Il Ministro delle Finanze israeliano Yuval Steinitz, visitando gli insediamenti di coloni nella valle del Giordano, ha così commentato: “Questi insediamenti sono fondamentali per Israele, siamo vicini a voi che qui vivete difesi dal muro israeliano che vi separa dall’asse del male”. Il rappresentante dello stato con l’affermazione “asse del male” intende precisamente i palestinesi che lì vivono e lì hanno le loro coltivazioni agricole. I coloni nella Valle del Giordano sono circa 7.000 e coltivano da 3 a 4 volte più terra di quella coltivata dai palestinesi e usano 10 volte più acqua, i loro pozzi sono infatti più profondi e più potenti di quelli palestinesi che in gran parte sono così costretti ad abbandonare il lavoro dei campi per siccità e per impossibilità di immettere i prodotti sul mercato mondiale causa i controlli israeliani. In quell’area si coltivano soprattutto datteri Medjoul, uno dei migliori datteri al mondo (io che l’ho mangiato vi assicuro che è qualcosa di paradisiaco), che nella valle, grazie al clima (il territorio è a 400 metri sotto il livello del mare quindi si produce anche quando in altre aree le stagioni di produzione sono terminate), sono molto redditizi. Mi sembra allora logico che a Steinitz venga voglia di avere quel lembo di terra, lui che è Ministro delle Finanze e che deve fare i conti di uno Stato che spende infinità di denaro in guerra e colonie. Da un parte gli aiuti del mondo ebraico americano dall’altra lo sfruttamento sistematico del territorio palestinese mettendo in ginocchio la popolazione araba sono le tecniche più usate per batter cassa. Distruggere per regnare.
michael

giovedì 29 luglio 2010

Le 13 colonie di allora, il colonialismo attuale

“Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”.
Questo è il secondo emendamento della Costituzione Americana, su questo hanno scritto tutti e tutti ormai si sono fatti una loro opinione, io non voglio darvi il mio commento ma usare questo emendamento per dare maggior peso a ciò che sto per dire.
Ieri ho guardato un programma in TV, era la storia di un soldato americano, un programma americano che parlava di un soldato americano, un programma fatto apposta per dare credito al lavoro che i militari stanno facendo in Iraq, cercando di dimostrare che loro fanno la pace quando in realtà Abu Ghraib nessuno se la dimentica. Il presentatore e tutti gli intervenuti volevano aiutare questo soldato a costruirsi una casa migliore per lui e la sua famiglia e hanno lavorato gratis (ma si sa in TV tutti dicono di andare gratis ma poi escono tutti con i portafogli belli pieni) giustificando il loro lavoro dicendo che senza di loro (i soldati) loro ( la gente che lavorava) non sarebbe esistita in America. Lui (il soldato) invece si presentava dicendo che era fiero di servire la Patria perché portava avanti l’onore di dare a tutti la libertà che si stavano conquistando giorno per giorno.
Questo è il modo migliore che il potere può avere per diffondere le sue idee malefiche, anzitutto usa la TV il mezzo che più diffonde le notizie e modifica i cervelli, poi presenta un soldato come un eroe che descrive l’Iraq come solo deserto e decanta le bellezza naturalistiche degli Stati Uniti infine mette un’importante cantante americano a presentare la sua nuova canzone scritta sui militari americani.
Vorrei solo fare un ricordo storico, la Rivoluzione Americana avvenne per liberarsi dalla tirannide inglese che vessava le sue colonie con enormi tasse. Oggi gli Stati Uniti hanno preso il ruolo degli inglesi nel controllo del mercato mondiale e si giustificano con una guerra al terrore. Vergogna!
octavio

martedì 27 luglio 2010

Ci si muove solo per avere successo? Chiedetelo ad “Edwood”!

Anche oggi vi voglio raccontare di un film che ho visto recentemente (già, sembra che mi abbiano affidato la parte cinematografica del blog, nonostante io non sia affatto un'esperta, ma semplicemente qualcuno a cui piace passare le serate a vedere dei film...scusate quindi se manco di quei riferimenti, o termini, da veri specialisti del campo).
I primi film di cui vi ho parlato riguardavano entrambi situazioni di incidenza contemporanea, di fatti all'ordine del giorno possiamo dire. In un certo senso anche quello di oggi, ma senza un vero e proprio riferimento ad eventi di attualità.
Il film si intitola "Edwood", diretto dal celebre Tim Burton nel 1994. Vi state chiedendo come possa un film del '94 avere un peso anche oggi? A quelli di voi che lo fanno rispondo così: questo film racconta di un uomo, Edward D. Wood Jr. che vive nella Hollywood dei primi anni '50, il cui sogno è quello di fare il regista. Inizia così a girare diversi film, che però non riscuotono alcun successo, ma che anzi, spesso, provocano solo derisioni. Certo i film erano paradossali e spesso "amatoriali", poiché non avevano molti fondi e il regista pur avendo molte idee, non sempre riusciva bene a metterle in pratica. Se ci fermassimo qui, quelli di voi che si erano posti la già citata domanda, ancora non avrebbero una risposta. Quello che più impressiona di "Edwood", non è tanto ciò che rappresentano i film inscenati, quanto più il lavoro per produrli e le persone che vi lavorano. Il bello infatti è che una vera e propria compagnia di amici si riunisce intorno a questo scapestrato regista e lavorando insieme continuano la loro opera nonostante il pubblico, e in generale la società, non faccia altro che prendersi gioco di loro. Questo è l'aspetto importante, che oggi credo debba essere ripreso in nota. E cioè il principio secondo cui non si deve lavorare, studiare, agire, muoversi e insomma vivere solo per ottenere un successo o un riconoscimento. Ci si deve impegnare per ciò che ci appassiona e quindi ci rende felici, anche se non corrisponde con ciò che il mondo ritiene essere di "successo”.
Pasolini diceva: “Nello stato di normalità non ci si guarda intorno: tutto, intorno, si presenta come normale - privo della eccitazione e dell'emozione degli anni di emergenza. L'uomo tende a addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l'abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica.” Credo sia questo ciò a cui bisogna tendere, essere indignati, senza però fermarsi a sterili lamentele ma muoversi e costruire qualcosa per cambiare le cose.

小王子

lunedì 26 luglio 2010

Everybody lose controll

Io spero che non inizia la uova moda del golpe ma da ciò che si vede nel mondo non può esserci altro che quello. Prima in Honduras dove ci fanno credere che è tornata la calma (e dove Lobo adesso fa il buon agnellino davanti ai giornalisti dicendo che ha paura di un nuovo golpe e dietro le telecamere ammazza senza ritegno) e ora in Venezuela. Il golpe ancora non c’è stato ma Chavez (ricordiamolo colui che ha rimesso nelle mani del paese buona parte dell’economia petrolifera sfidando le multinazionali) ha paura che ne arrivi uno. Dopo l’elezione di Santos in Colombia e la sua dichiarazione allarmante sulla presenza di campi delle FARC in Venezuela i rapporti tra i due Stati sono definitivamente chiusi, una dichiarazione di Chavez è fondamentale per capire qual è la situazione ora: “È fuori di sè . È aizzato dagli Usa. È pieno di odio. È capace di installare un finto accampamento sul nostro territorio e di farlo attaccare. Siamo a rischio guerra". Questa affermazione è del tutto veritiera ricordano che l’odierno Primo Ministro nel 2008, allora era Ministro della Difesa, fece bombardare l’Ecuador per distruggere un campo delle FARC. Il rischio guerra c’è ed è molto alto così come il rischio golpe che potrebbe comunque cambiare le sorti del paese a favore di Santos.
Mi voglio soffermare anche sulla frase “è aizzato dagli USA”, ne ho parlato qualche giorno fa in riferimento all’Honduras, Washington è sempre presente in questo tipo di scaramucce, lui è sempre il burattinaio che dall’alto decide chi deve rimanere e chi deve cadere, chi deve godere e chi deve soffrire. Chavez ha sempre dato fastidio, ma soprattutto il petrolio fa gola a tutti. Il nostro mondo basa le sue guerre sempre sul mercato e le camuffa da guere contro il terrore, ormai chi si stupisce più?
octavio

domenica 25 luglio 2010

Moriendo desolato


Prima Lucca poi Roma, due storie differenti ma con un unico movente: la disperazione. Io stesso che scrivo ho avuto esperienza di ciò vedendo una famiglia intera sterminata dal marito e padre in una calda notte estiva con le stesse motivazioni. In questo caso era la famiglia a Lucca e Roma erano i datori di lavoro. Come sempre la premessa è che non voglio giustificare l’atto violento, questo è sempre peccaminoso e da accusare; lo ripeterò per l’ennesima volta: la violenza non porta a nulla. Il problema oggi è la disperazione, rendere un uomo così fragile e impotente da non riuscire più a vedere uno spiraglio di luce e la possibile perdita di lavoro acceca anche le persone più “sane di mente”. Questa crisi economica che ci mette tutti in ginocchio (soprattutto i giovani che non hanno futuro e hanno contratti ridicoli che ti permettono solo di avere la certezza che tuo figlio ti sarà tolto dagli assistenti sociali, altra storia italiana di pochi giorni fa) e che porta alla depressione e poi alla violenza o su di sé o su gli altri. L’avevo già detto oggi è il dio denaro che conta e noi siamo tutti nuovi adepti di questa religione che il potere ci ha presentato per sottometterci. Una religione che preferisce salvare le banche più che gli uomini, e tutti quei soldi che hanno dato in mano ai ladri legalizzati dei banchieri potevano porre fine alla povertà mondiale, non scherzo e non esagero informatevi e vedrete che ho ragione. Questo mondo fa schifo, e su questo non ci piove, chi non se n’è accorto?, ma se ci fermiamo solo a questo anche noi siamo fautori dello schifo. Qui pende la spada di Damocle perché i giovani dicono che sono troppo giovani, i vecchi che sono troppo vecchi e intanto, discutendo su questo, la vita scorre e nessuno ha mai fatto un cazzo.
octavio

giovedì 22 luglio 2010

Take me higher

Israele è tornato e lo ha fatto più feroce che mai. Il mio scritto è a memoria di Hatem al-Kafarna e Qasim Alhandari morti ieri sotto il fuoco ebraico che ha ferito anche nove persone di cui 4 bambini e una donna. Morti sotto il bombardamento avvenuto a seguito delle proteste per la costruzione di nuovi insediamenti e la demolizione di alcune case, capannoni e baracche. La fase di costruzione ha previsto anche la realizzazione di una via cuscinetto per il passaggio dei coloni proprio nel mezzo del villaggio di Halib vicino a Ramallah. Morti e feriti perché difendevano le loro case e i loro cari, morti sotto la mano di sicari ben addestrati che hanno gli occhi iniettati di sangue.
Oggi non voglio discutere tanto sulla politica razzista e colonialista dei neonazisti israeliani, questo mio commento è più che sufficiente, oggi voglio soffermarmi sul dolore. Vi racconto una storia:

C’era una volta la piccola Yazmin, bellissima bambina di 8 anni che nascondeva le sue grazie dietro a un velo azzurro e lasciava liberi solo gli occhi, due occhi marrone intenso con ciglia molto lunghe, ti ammagliava con il suo sguardo, ti faceva innamorare di sé anche con la sua giovane età. Vive in una piccola cittadina della Palestina, in quella che chiamavano la Striscia di Gaza, che per lei, però, era sempre e solo casa sua. La solita casa fatta di lamiera e fango che però la proteggeva dalla polvere della strada. Yazmin cresceva e diventava sempre più bella, all’età di 15 anni suo papà si ammalò e dovette accompagnarlo all’ospedale, aldilà dei checkpoint israeliani. Rimase due ora in fila al sole cocente, quando arrivò il suo turno perquisirono per mezz’ora sua padre poi i soldati presero in disparte lei dicendo che dovevano interrogarla, la violentarono per un’ora e il padre per l’attesa morì. Tornò a casa angosciata, ma non voleva dare pena a sua madre, così decise di non raccontare nulla e continuare la sua vita. Passò un anno e i soldati entrarono di colpo in tutta la Striscia e uccisero e distrussero quasi tutto, la chiamavano azione Piombo Fuso, fu allora che i soldati uccisero suo fratello di 9 anni. Yazmin si fece ancora forza per sostenere la madre disperata, dopo sei mesi arrivarono i bulldozer e le distrussero casa, la mamma cercò di impedirlo e fu uccisa con due colpi di fucile. Oggi Yazmin è in cielo, insieme a tutti i passeggeri del bus che ha fatto saltare in aria.

Di questo è capace l’uomo, di questo siamo capaci noi.
michael

università in prospettiva

Riporto qui, da studente universitario con pochissime possibilità di un futuro da docente, la lettere della professoressa De Monticelli apparsa ieri sui giornali in commento a una cerimonia di laurea piuttosto sconcertante...

"Insegno filosofia della persona alla facoltà di Filosofia dell’Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che il nostro rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolta alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una facoltà di Economia del San Raffaele basata sul pensiero dell’autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia.
Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d’eccellenza quale l’Università San Raffaele giustamente aspira a essere.
Tengo a dissociarmi nettamente e pubblicamente e da queste parole e dalla logica che le sottende, logica che da una vita combatto, come combatto da sempre il corporativismo e i sistemi clientelari dell’Università italiana, e il progressivo affossamento di tutti i criteri di eccellenza e di merito, oltre che dell’Università stessa come scuola di libertà.
Me ne dissocio individualmente, anche se spero che la deprecazione dell’accaduto sia unanime fra il corpo docente. Ma tengo a ribadire con questa mia serena dichiarazione che non sono né di principio né di fatto corresponsabile dell’andamento di questa cerimonia: non di principio per le profonde ragioni di dissenso che ho qui espresso, non di fatto, perché in effetti non figuravo fra i componenti della commissione relativa alla candidata in questione, e certamente non perché avessi chiesto di esserne esonerata."
Roberta De Monticelli

mercoledì 21 luglio 2010

Casas de carton

Oggi il post vuole essere una canzone.

Viene bajando el obrero
Casi arrastrando sus pasos
Por el peso del sufrir
Mira que pesa el sufrir,
mira que mucho ha sufrido.

Canzone che rappresenta bene il nuovo Honduras, quello che doveva liberarsi del mostro Zelaya e mettere a capo del governo una nuova realtà che desse nuova vita alla popolazione tramite due lussuriosi e egoisti rappresentanti: Micheletti prima e Lobo dopo. Si sa che il mondo dell’educazione è un mondo molto importante per il governo perché è ai giovani che si indica un cammino e a loro si può fare il “lavaggio del cervello” o “aprire gli occhi” (esempio chiave è l’Italia dove ci stanno facendo diventare tutti ignoranti per poterci dittatorialmente governare meglio). Proprio dei professori devi avere piena fiducia, soprattutto se sei un golpista che ha ucciso centinaia di persone e vuole ucciderne altre per mantenere il suo potere. Il nuovo Honduras allora cosa fa? Inizia a licenziare senza preavviso e senza motivo i professori “scomodi” e se proprio rompono troppo i coglioni li ammazza definitivamente; ciò che vi dico non esce dai giornali ma dalla mia esperienza personale, amici morti e amici che forse perderanno il lavoro. Sapere che l’Honduras è il secondo paese latinoamericano più povero, secondo solo ad Haiti, e avvicinare a ciò la possibilità di perdere il posto di lavoro vi fa capire che è la paura e la disperazione più grande che un uomo possa provare, soprattutto se ha dei figli da mantenere.

Usted no lo va a creer
Pero hay escuela de perros
Y les dan educación
Pa’ que no muerdan los diarios
Pero el patròn hace años
Muchos años que esta mordiendo al
Obrero.
octavio

martedì 20 luglio 2010

Esempi di pace

“Today they expel Hamas members, tomorrow they’ll expel Fatah people, then they’ll expel all the Arabs from East Jerusalem, and in the end they’ll revoke the citizenship of Israeli peace activists and expel us too,” Uri Avnery said today (July 7, 2010) in a meeting with members of the Palestinian Parliament who have found refuge in the International Red Cross building in East Jerusalem.
Avnery came with a delegation of “Gush Shalom”, “Anarchists Against the Wall” and other Israeli peace organizations, who came to protests against the attempt to expel from East Jerusalem four Palestinian members of parliament from Hamas, whose only sin is that they were elected in democratic elections monitored by ex-President Jimmy Carter and his team. The four have been released from prison only a few weeks ago.
One of the four, Muhammad Abu-Ter, has been arrested again because of his refusal to leave his home city. The tree others – Ahmad Atwan, Muhammad Totah and Halid Abu-Arafa – are staying in the Red Cross building at Sheikh Jarah. Atwan said: We did not come to Israel, Israel came to us, to the city where we were born and in which we live, as did our fathers before us. They gave us 40 days to leave our city, accusing us of being illegal residents, but this is our city and we shall not move from here!”
In the course of the meeting, police cars passed the building several times, but the police officers did not enter. Though the IRC building does not enjoy extra-territorial immunity, its invasion by the police would undoubtedly evoke international protests.
The Greek Orthodox archbishop, Theodosios, joined the protest meeting and said: “We are very glad that we sit here together, Muslims, Christians and Jews, and fight together against those who give religion and the commandment of God a false interpretation, a racist one.”
Fatah member of parliament, Hatem Abd-al-Kader, also took part in the protest meeting and said: “This is a struggle of all Palestinians, of all parties, for our basic rights.”
Avnery expressed the hope for a Fatah-Hamas reconciliation and for their cooperation with the Israeli peace camp in the struggle for peace based on the coexistence of the State of Israel and the State of Palestine, with West Jerusalem serving as the capital of Israel and East Jerusalem as capital of Palestine.

lunedì 19 luglio 2010

La nuque raide

Mohammed Abu Teir (nella foto con la barba, il resto sono militari israeliani, il braccio armato dell’ingiustizia) ha ricevuto ieri l’allungamento della sua detenzione preventiva dopo che si è rifiutato di lasciare Gerusalemme. La sua storia inizia 4 anni fa, sono quindi 4 anni che è imprigionato preventivamente, fu arrestato insieme ad altri 60 rappresentanti di Hamas dopo che fu rapito il caporale Gilad Shalit, ATTENZIONE NIENTE PROVA LA SUA IMPLICAZIONE CON IL RAPIMENTO ma solo perché faceva parte di Hamas fu arrestato. Per qualche mese mantennero questa accusa poi, non potendolo più trattenere, si inventarono quella di “appartenenza a organizzazione illegale (Hamas) con l’intento di svolgere attività terroristiche”. La sua è solo una delle tante storie di ingiustizia israeliana che vengono perpetrate quotidianamente a danni di perfetti sconosciuti che vanno alla ribalta dell’informazione solo perché Israele dice che sono terroristi. Ancora una volta portiamo un esempio assurdo di utilizzo improprio della parola terrorista per giustificare la detenzione di persone innocenti. Lui è diventato il simbolo dei senza voce, di coloro che sono rinchiusi da anni senza aver avuto mai un processo e, con il passare del tempo, che si vedono anche tolti il diritto di visita da parte dei loro cari, momò ne aveva già parlato.
Il dolore più grande è vedere l’ingiustizia che si compie sugli uomini (Abu Ghraib docet), è il disinteresse e il masochismo che si prova sull’essere umano in difficoltà. Lo Stato d’Israele vive di questi individui, li mette al pubblico ludibrio dei media, li usa come capri espiatori, li tortura, li distrugge psicologicamente e poi quando non servono più li ammazza per rubargli gli organi. Se questa è giustizia e questo è lo Stato con cui si deve dialogare ditemi voi quale futuro si può prospettare.
michael

E invece/ tu grida forte/ la vita/ contro la morte

Guardiamoci intorno. Lo sappiamo ormai: questi anni '00 sono stati ingiusti, ipocriti, corrotti, ma non ce ne frega niente. Siamo tutti assopiti e cullati dalle balle che ci raccontano. Nessuno ha mai alzato la voce per dire un emerita cippa.
Sicuri?
C'è ancora qualcuno che grida dal fondo del baratro. Gli urlatori non stanno dormendo, basta cercarli e ne trovi quanti vuoi. Non sei convinto? Ascolta quello che ti dicono:

"Questa Italia non c'è. /Si è suicidata! /Si è specchiata troppo /e si è ammalata. /Si è specchiata nella Tele, /pensando fosse il mare, /e tutti si sono convinti /fosse la sola cosa da fare.
Cosa racconteremo /ai figli che non avremo, /di questi cazzo di anni zero? Veramente vivo in tempi bui! /E non è per rovinarti il pranzo /che ti dico "arriva la marea", /e tu la scampi per entusiasmo. /I tedeschi sono andati via. /Come faremo ora a liberarci? /Non possiamo neanche uccidere il re, /perchè, si dice, siamo noi i bersagli.
Balla per la democrazia, /che scende a grappoli dai cieli, /sulle ali della libertà /e dei bombardieri! Svegliatevi italiani, brava gente/ qua la truffa è grossa, è congeniata/ lavoro intermittente/ solo un'emittente/ pure l'aria pura va pagata. Noi alimentiamo un sogno/ e quanto abbiamo ci ha mosso/ ci troviamo insieme/ io sento quello che posso/ basta un cenno, una parola/ c'è un'intesa fra noi/ siamo una mente sola./ C'è chi sceglie/ noi abbiamo scelto di sicuro/ a noi che non ci rappresenta mai nessuno./ E se l'intesa è perfetta, è sempre imperfetta/ ma, ma che illuminazione se c'eri/ e come siamo leggeri, e come volano i problemi!
Quanto grande è il cuore/ di Ken Saro Wiwa/ forse l’Africa intera!/ Il nulla del giorno/ sprofonda piano/ nel vuoto della notte./ Avete ucciso Wiwa!/ Ladri in limousine,/ che dio vi maledica! Pagherete tutto./ E pagherete caro."

Ringrazio i Tre allegri ragazzi morti, le Luci della centrale elettrica, i Ministri, Giorgio Canali, Alessandro Mannarino, gli Assalti Frontali, il Teatro degli orrori.
zecca

sabato 17 luglio 2010

Parole e confini

La redazione mi ha inviato, poco prima della pubblicazione, l’articolo di 小王子 perché lo potessi leggere. Anzi tutto la rassicuro, non sono offeso, io ero il primo fan di momò dunque, come direbbe octavio, no te preocupe… in secondo luogo sono contento che oggi si parli de “Il giardino di limoni” perché è di confini che anche io voglio parlare. Abbas ha finalmente alzato la voce, mi scusino coloro che lo sostengono ma io non l’ho mai trovato un leader veramente leader, e ha posto le sue condizioni per dialogare con Israele: 1. Ritornare ai confini del 1967 2. Gerusalemme est capitale del nuovo Stato palestinese 3. No al controllo da parte israeliana dei nuovi confini statali. Ovviamente tutto questo viene categoricamente rifiutato da Israele, quindi ci troviamo di nuovo punto e a capo, ma due considerazioni sono d’obbligo. In primo luogo mi sembra giusto che Israele non controlli i confini perché sarebbe costruire una vera e propria gabbia dove mandare a morire le persone e sarebbe riaprire i campi di sterminio, cosa che Israele da tempo progetta; n secondo luogo mi sembra giusto che Gerusalemme venga spartita perché se l’unica cosa che ce lo impedisce è che viene considerata l’indivisibile capitale giudaica allora meglio che esistano 3 Gerusalemme differenti.
In generale sono felice che Abbas abbia parlato e abbia fatto capire a Bibi che lui non è sempre e solo il figo della situazione che può decidere come devono gestirsi tutte le cose, se di dialoghi si deve trattare allora che entrambe le parti siano rappresentate. Ed è questo il vero problema, io sono felice che Abbas abbia parlato mentre che la stampa mondiale lo sta già accusando di essere il fomentatore di discordia, il quale dovrebbe solo ringraziare perché Israele e USA gli fanno il piacere di riaprire i dialoghi. L’idea che il mondo arabo sia fatto solo da terroristi ci porta a pesare questo, fatevi un esame di coscienza e vedrete che è vero. Ma chi ha deciso che Israele è la vittima e la Palestina il carnefice? Chi? Gli stati che per primi hanno sterminato gli ebrei o gli Stati che hanno interessi economici sugli ebrei?
Spesso cambiando il volto della medaglia si scoprono visuali e interpretazioni nascoste.
michael

Uno sguardo attraverso “Il giardino di limoni”

Mi è capitato di vedere un film intitolato “Il giardino di limoni”, spinta forse dalla lettura degli articoli dell’amico Momò ( spero che Michael non si offenda se anche io lo definisco così) e anche dall’interesse per una situazione come quella tra Palestina e Israele, situazione di cui purtroppo si parla soltanto quando questo fa comodo ai vari signorotti che, ricordate, lottano “PER NOI” contro il terrorismo.
La storia narrata è quella di una donna palestinese, Salma, e del suo lavoro come coltivatrice di limoni (non pensate alle grandi imprese in senso occidentale, ma ad una piccola attività a livello familiare, diciamo). Fin qui niente di strano. Se non fosse che il Ministro della Difesa Israeliano decide di andare a vivere proprio accanto a questa donna e ai suoi amati alberi, al confine tra territori palestinesi e israeliani. Credo che questa del regista non sia una scelta casuale, poiché pone l’accento sulla differenze tra “difesa” ed “attacco”. A causa di questo nuovo vicino di casa, infatti, a Salma viene imposto dal governo israeliano di tagliare gli alberi del suo campo, poiché questo poteva essere usato dai terroristi per infiltrarsi in casa del ministro, nonché nei territori israeliani. La donna ovviamente, sconvolta da questa notizia, decide di lottare per quegli alberi che rappresentano, tra l’altro, la sua unica forma di sostentamento. Si rivolgerà per questo ad un avvocato con cui dovrà affrontare molti processi. La cosa che però più colpisce del film è il rapporto che si viene a creare tra Salma e Mira, moglie del Ministro, la quale non è favorevole al taglio degli alberi. Alcuni mi potrebbero dire che definire il loro un rapporto è un’esagerazione poiché non si scambiano che qualche occhiata e alcune parole rubate, ma è proprio qui il fatto: così nasce un rapporto, da un incontro e da un gesto, se pur piccolo. Ancora una volta purtroppo non vi posso offrire il finale ottimista che ciascuno, anche solo in parte, si aspetta, poiché come dice l’avvocato della pellicola: «il lieto fine c'è soltanto nei film americani...». A mio parere questo muoversi verso l’altro è già il finale ottimista, anche quando questo movimento implica dei contrasti con la società, gli amici e la famiglia. Solo così “si impara a capire che ogni uomo, anche l’ultimo, anche il più disgraziato, è un essere umano e si chiama fratello”, come diceva Dostoevskij.
小王子

venerdì 16 luglio 2010

Aquì no se rinde nadie

La notizia è di qualche tempo fa ma ho voluto studiare bene il caso prima di darvene resoconto. Dobbiamo tornare al 10 giugno 2009, località: Honduras. In quella data il futuro golpista Roberto Micheletti (il Gorilla) invia all’ambasciatore statunitense la bozza del decreto che avrebbe, il 28 giugno 2009, destituito Zelaya dal potere con questa biglietto di accompagnamento “embajador Llorens, este es el decreto que me entregó Micheletti, le faltan algunas opiniones pero urge su opinión”. Tutto ciò ce lo rivelano le dichiarazioni di un ex Ministro, Roland Valenzuela, ormai morto e implicato anche lui nel golpe. Chi volesse ascoltare tutta l’intervista (in lingua) la può trovare qui.
Vi invito ad ascoltarla perché è molto lunga e interessante e precisa molti dettagli che non posso stare qui a sottolineare. Ciò che voglio però ora discutere è la “scoperta” che gli USA ci sono dentro fino al collo. Guardate io non ne avevo dubbi, è da quando il golpe è accaduto che lo credo e che lo ripetiamo da quando questo blog ha aperto. Ciò che fa pensare è che alla prima visita delle Clinton a Zelaya lei disse che avrebbero fatto tutto il possibile per restituirgli il potere quando in realtà lei ben sapeva che Micheletti da lì non si sarebbe mosso per lungo tempo. Ora c’è poco da nascondere, anche gli USA sono assassini tanto quanto il Gorilla e i suo leccapiedi. Vi lascio al commento di Gianni Minà del 2 luglio 2009 pubblicato da il Manifesto:

“Alla fine il golpe militare in Honduras, il secondo paese più povero dell’America latina dopo Haiti, ha finito per nuocere più di tutti, per ora, alla nuova amministrazione Usa del presidente Barack Obama, che è rimasto praticamente con il fiammifero acceso in mano, specie considerando la sua più volte affermata intenzione di cambiare metodi e politica nel continente che, una volta, era “il cortile di casa” degli Stati Uniti.Perchè è vero che Obama ha condannato il colpo di stato in Honduras, dichirandosi “seriamente preoccupato per la situazione” e chiedendo “a tutti gli attori politici e sociali di quel povero paese di rispettare lo Stato di diritto”, ed è vero che sulla stessa linea si è espressa anche Hillary Clinton, ministro degli esteri, che ha ribadito “Sono stati violati i principi democratici”.
Ma nessuno può credere che l’ambasciatore Usa in Honduras, Hugo Llorenz, pronto a sua volta ad affermare “L’unico presidente che gli Stati Uniti riconoscono nel paese è Zelaya” (proprio il premier liberale deposto e cacciato in Costa Rica) non sapesse da tempo cosa stesse per succedere”.
octavio

giovedì 15 luglio 2010

il livello dell'audio molto brillante

battaglia navale

P1...
P2...
P3...
AFFONDATA! (la nazione)

IoLiOdioINazistiDellIllinois

I (30) denari

La notizia si commenta da sola quindi non ho bisogno di molte parole oggi, spero solo faccia il dovuto scandalo. A Conegliano Veneto, quindi al nord, il tanto decantato nord, una ragazza in cerca di lavoro si è vista offrire un posto di commessa full-time 6 giorni su 7 per il favoloso stipendio mensile di 200 euro netti compresi i possibili straordinari.
Io non voglio soffermarmi tanto sul problema del “bamboccionismo”, questa notizia è già uno schiaffo in faccia all’idea dei giovani italiani stupidi e mammoni che non sanno farsi una vita; so che la faccia dei governanti è di bronzo quindi lo schiaffo non lo sentiranno, ma la gente che qui legge lo capisce. Voglio maggiormente soffermarmi sul concetto di lavoro che oggi in Italia viene proposto. Ormai non si vive più il lavoro come mezzo di realizzazione e, ovviamente, sostentamento della persona, lo si vive solo in un’ottica imperialista, un ottica che mette il padrone a capo del suo gruppo di schiavi. Data la crisi, reale o fasulla che sia, oggi siamo costretti comunque ad adattarci a qualsiasi mezzo per racimolare soldi e i padroni si sentono quindi liberi di fare il bello e il cattivo tempo, utilizzando sempre lo spauracchio di una chiusura dello stabilimento per la costruzione in lidi migliori, dove la manodopera costa meno. Si svilisce la persona perché la si offende valutando il suo operato come niente, come obbligato se no la tua famiglia non mangia, e dire famiglia è già essere positivi perché con lo stipendio sopra presentato non magia nemmeno un singolo individuo.

“E se alcuno replicassi: molti sono stati principi, e con li eserciti hanno fatto gran cose, che sono stati tenuti liberalissimi; ti respondo: o el principe spende del suo e de' sua sudditi, o di quello d'altri; nel primo caso, debbe essere parco; nell'altro, non debbe lasciare indrieto parte alcuna di liberalità. E quel principe che va con li eserciti, che si pasce di prede, di sacchi e di taglie, maneggia quel di altri, li è necessaria questa liberalità; altrimenti non sarebbe seguíto da' soldati. E di quello che non è tuo, o di sudditi tua, si può essere più largo donatore: come fu Ciro, Cesare et Alessandro; perché lo spendere quello d'altri non ti toglie reputazione, ma te ne aggiugne; solamente lo spendere el tuo è quello che ti nuoce”. Niccolò Machiavelli, Il Principe, capitolo XVI
octavio

mercoledì 14 luglio 2010

lo scontro

I due nemici incrociarono le lame. L'Avversario ancora non poteva credere che l'Eroe fosse riuscito ad arrivare fino a lui. L'Eroe aveva superato ogni tipo di difficoltà fisica e morale, ogni alleato dell'Avversario, ora era davanti a colui che tanto male aveva causato. Dopo i primi colpi l'Eroe si fermò. Sorridendo disse semplicemente: "ci sarà sempre qualcuno che si opporrà a te, nonstante tutto... Addio." Volse le spalle all'Avversario che, senza controbattere, saltò in groppa al suo cavallo nero, spaventato e solo nonstante tutti suoi servi.
Corvotempesta

The ideas of Mr. Big Potato

Non mi stupisco, hanno sempre portato avanti questa teoria e ci moriranno credendo in quella. Non capisco però il senso di un’inchiesta fatta dall’esercito israeliano per cercare di salvare il salvabile. Era ovvio che il risultato fosse l’assenza di negligenza militare nell’assalto alle navi turche cariche di viveri per Gaza. Può farvi sorridere o indignare ma cosa speravate? Che i più grossi criminali e i più grandi bugiardi del mondo dicessero che si prendevano tutte le colpe? Di questo non mi stupisco ciò che mi fa arrabbiare sono le dichiarazioni a riguardo:

"Abbiamo prove che ci fosse almeno un arma su questa nave prima del nostro arrivo e ci sono buone ragioni per ritenere che le riprese hanno avuto luogo quando il nostro soldato, il soldato che è arrivato secondo nella copertina del primo elicottero, ha colpito qualcuno"

"La ricerca ha rilevato che non vi è stato alcun reato o negligenza di qualsiasi tipo in un momento così complicato e complesso, ma poi ci sono stati errori commessi nelle decisioni prese tra cui alcune a livelli relativamente elevati, il che porta a un risultato che non è stato quello inizialmente previsto”

La prova che ci fosse almeno un’arma non giustifica nulla perché molta gente va in giro con coltellini svizzeri in tasca e ciò non implica che ammazzeranno qualcuno, e comunque il dire “almeno un’arma” a me fa già pensare che sia una balla perché nemmeno loro sanno con certezza cosa c’era sopra queste navi. Il fatto che si dimostri che non c’è stato reato ma solo errori nelle decisioni (e ciò che realmente preoccupa è che alcune siano state prese a livello alto) dimostra maggiormente ciò che io credo. Israele vuole usare Gaza come grande campo di concentramento per lo sterminio totale dei palestinesi, per questo non può permettere che nessuno arrivi in loco, per mantenere fede a questa teoria non si pone nemmeno il problema di ammazzare le persone che cercano di superare questo blocco.
michael

martedì 13 luglio 2010

Corrispondenza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il Timone

Cara redazione di Nessun Dorma,
da tempo vi seguo e ho sempre apprezzato il vostro modo eclettico di affrontare le notizie mondiali, spero dunque che anche il racconto di ciò che a me personalmente è successo vi possa interessare.
Sono iscritta da più di un anno al partito dell’IDV perché ho creduto che lì veramente si cercasse di combattere Berlusconi e il “berlusconismo” dilagante ormai in Italia, oggi ne sono un po’ meno convinta, dopo che ho assistito a ciò che ora inizio a raccontare.
L’estate si sa è il tempo migliore per le feste di partito e così nella mia città anche l’IDV non ha voluto essere da meno e ne ha organizzata una con il duplice intento di passare una serata in allegria fra tesserati e raccogliere ulteriori firme per i Referendum che ci siamo proposti di presentare (tematiche davvero importanti, ma non credo debba stare qui a spiegarvele). La festa è cominciata bene anche se non del tutto rispettosa della scaletta del programma, ma quando si è in compagnia di amici anche la scaletta può andarsi a far benedire. A un certo punto della serata però accade l’inaspettato, un gruppo di tesserati (giovani e non più giovani) inizia ad attaccare dei manifesti di protesta che miravano a denunciare il congresso provinciale della settimana precedente. Io a quel congresso non sono potuta andare per impegni personali, scopro poi che più della metà degli iscritti non era presente e allora mi domando se ha avuto davvero senso farlo lo stesso quel congresso, e quindi non posso commentare la loro protesta, in più sono dovuta andare via dalla festa poco dopo l’affissione di questi manifesti quindi non so come si sia concluso il tutto, so solo che non mi è piaciuto il modo in cui quelle persone sono state trattate. La segretaria provinciale li ha infatti attaccati dicendo che dovevano vergognarsi di quel gesto che ormai nessuno più faceva in politica. Questo mi fa indignare, come posso accettare io, che ho sempre creduto in questo partito e che ho visto il nostro Presidente inventarsi tutti i modi e tutti i mezzi per criticare ciò che è palesemente ingiusto, un comportamento della segretaria provinciale di questo tipo? Ripeto non so cosa sia successo al congresso, ma se questi hanno affisso dei manifesti un motivo lo avranno avuto, si devono vergognare per questo? Mi permetto poi di dire, e con ciò concludo, che la politica è sempre stata una protesta, è sempre stata una critica dell’avversario e del compagno, e allora perché la segretaria dice che sono gesti che non si fanno più? Ma chi lo ha deciso poi che non si fanno più? Forse allora quella “protesta” era tanto sincera da far paura alla segretaria che non ha trovato miglior modo di difendersi se non l’offendere.
Vi ringrazio
Greta

Non c'è due senza tre

Per la terza volta, dopo i mondiali del 1974 e del 1978, l'Olanda arriva fino in finale, ma viene sconitta. Domenica a Johannesburg "Le furie rosse" si sono imposte sugli "Oranje" per 1-0. Parte bene la Spagna, ma il gioco viene spesso interrotto per i molti falli e l'arbitro Webb deve tirare fuori molti cartellini gialli. Partita non molto bella da vedere, ma che regala comunque qualche emozione, soprattutto con Robben, che spreca però le occasioni migliori. La partita rimane equilibrata fino al 90° e si va dunque ai tempi supplementari: le squadre sono stanche e ci sono maggiori spazi rispetto ai primi 90 minuti, ma anche il primo tempo supplementare finisce 0-0. Inizia il secondo tempo supplementare e la Spagna dà l'impressione di stare meglio fisicamente: dopo 5 minuti Iniesta costringe Heitinga alla seconda ammonizione e quindi all'espulsione. L'Olanda ha una buona opportunità su calcio di punizione, ma nonostante la doppia deviazione dei giocatori spagnoli, l'arbitro nega il calcio d'angolo agli olandesi. Sugli sviluppi dell'azione successiva è proprio la Spagna a portarsi in vantaggio con Andres Iniesta quando mancano 4 minuti alla fine. Arriva il triplice fischio e la formazione iberica conquista per la prima volta la Coppa del Mondo, il secondo titolo consecutivo dopo l'Europeo del 2008. La Spagna è una squadra forte e giovane che può ancora migliorare: sicuramente sarà la favorita anche agli Europei del 2012.
athletictwin

lunedì 12 luglio 2010

l'avversario

L'Avversario guardava l'uomo avanzare. Non rappresentava nessuna vera minaccia poichè non cercava potere. L'Avversario aveva invece sconfitto tutti nella gara verso il vertice di quell'intrigo di lotte a cui concorrevano sacerdoti, maghi, messaggeri e nobili: lui era il vincitore. Quell'omino che continuava ad avanzare era però qualcosa di fastidioso, una zanzara che ronza nell'orecchio in una calda notte estiva. Aveva fatto di tutto per farlo desistere da qull'incedere: aveva tentato di farselo amico, aveva corrotto i sostenitori di quell'uomo che ancora avanzava nonostante tutti i nemici. L'Avversario sorrise poichè aveva il controllo su ogni mezzo, su ogni legge, su ogni iniziativa... di tutti tranne di quell'uomo.
Corvotempesta

Legittima difesa

Il nostro blog aveva già affrontato il problema del porto d’armi in Israele, non voglio dunque tediarvi oltre misura, mi permetterò solo di ripetere che per ebrei doc l’accesso alle armi è come l’accesso a un supermercato. Hanno poi un bel da dire gli israeliani che il loro dare armi a tutti non è come in America, dove si danno armi a tutti per legittima difesa, ma è per la Nazione. L’israeliano dunque pensa che è giusto avere armi in mano per difendere in qualsiasi momento lo Stato ebraico, e di esempi di questo tipo ne abbiamo infiniti, sono molti gli interventi di civili in scontri con i palestinesi.
Il 14 maggio scorso Yasser Zabin (16 anni, notate anche l’età per favore) viene ammazzato da un proiettile sparato da alcuni coloni che avevano aperto il fuco dopo che alcuni ragazzi, e non si sa se Yasser era tra questi, avevano lanciato contro la loro auto delle pietre. Quindi fino ad adesso bisogno notare alcune cose: tre coloni che sparano/ un ragazzo morto; le pietre/ i mitra; l’età adulta dei coloni/ la giovane età del ragazzo.
Ieri il colono, per Israele “il residente della cittadina di Yitzhar”, è stato condotto davanti alla polizia che segue il caso per un lungo interrogatorio in cui si è cercato di ricostruire la scena e dare una giustizia. Il colloquio è durato circa due ore e si è arrivati a una risposta definitiva della vicenda; una giustizia è stata data, la giustizia di stampo ebraico però. Il colono è stato infatti liberato perché “non avendo un quadro chiaro ed essendo in ambito di legittima difesa” l’uomo non è accusabile. Due considerazioni quindi: la prima è che non è l’unico colono fortunato che ha trovato la polizia buona, questa in Israele è normalità; la seconda è che uno stato si capisce che è razzista, totalitario e dittatoriale quando offende e si disinteressa anche dei morti.
michael

Tyson Gay è un fulmine, Powell si inchina

GATESHEAD (Gran Bretagna), 10 luglio 2010 – Non c’è niente da fare, Asafa Powell è uno splendido atleta, ma non è nato per le sfide. Quando corre e vede un ombra al suo fianco qualcosa gli si inceppa dentro. A Gateshead è stato battuto da Tyson Gay, lo statunitense al primo 100 metri della stagione dopo tante traversie fisiche: 9″94 contro 9″96, ottimi tempi se si considera che sono stati ottenuti con un vento contrario di 1.7 metri al secondo. Powell era favorito; si è presentato in pista con il miglior tempo della stagione, 9″82 parimerito con il Bolt di Losanna. Gay è stato più rapido ad uscire dai blocchi di partenza, 0.126 millesimi di secondo contro 0.140 del giamaicano, che però dopo i primi sette passi si è trovato un metro avanti. Quella di Asafa pareva la solita volata vincente che si vede da inizio stagione. Invece, quando si è accorto che il suo vantaggio su Gay, alla sua destra, non aumentava, non è riuscito ad aumentare il vantaggio sullo statunitense. Gay, centimetro su centimetro, ha recuperato e ha battuto l’avversario di una trentina di centimetri, sufficienti per far rifiorire quel sorriso che nelle ultime due stagioni si è visto raramente. Uno splendido rientro sulla distanza più corta per lo statunitense che ora veste i panni di sfidante ufficiale di Usain Bolt; uno schiaffo per Powell che pensava di essere sulla strada giusta per battere il connazionale nella tappa della Diamond League a Londra. Quella di ieri è stata la 16° sfida tra i due velocisti: il bilancio ora è di 9-7 a favore dello statunitense.
athletictwin

domenica 11 luglio 2010

l'eroe

L'Eroe era solo. La terra intorno a lui era disseminata dei corpi dei suoi nemici, rossa di sangue. L'Avversario era ancora lontano, forte e sicuro dei suoi schiavi-alleati. L'Eroe pensava alle ferite profonde nel suo corpo allenato alla lotta, le più profonde parlavano di tradimenti, di troppi che da compagni erano divenuti nemici. Vedeva il sorriso dipinto sul volto dell'Avversario consapevole della solitudine del suo nemico. I sacerdoti avevano invocato tutte le benedizioni sulle sue lame cremisi, non poteva perdere... gli dei erano con lui. L'Eroe vide tutto questo ma sapeva che ancora con lui rimanevano alcune persone, sapeva che questi lo avrebbero seguito, impauriti, deboli forse, ma convinti che l'Avversario dovesse essere ostacolato perchè l'Eroe non accettava il suo tetro governo dove tutte le menti erano manipolate, controllate e infine schiacciate lasciando uomini soli, larvatici. Pensando a chi ancora sperava in lui l'Eroe si mosse in avanti...
Corvotempesta

sabato 10 luglio 2010

SVEGLIA

C'è una speranza, deve esserci anche nelle ore più buie. Ogni cultura ha le sue leggende di eroi più o meno noti che si sollevano per scacciare il tiranno, che si organizzano per una società più giusta. La Storia ha esempi di uomini e donne che hanno difeso un valore, un'ideale, un pezzo di terra, un legame di sangue. Oggi chi prende posizione è "taggato" come "sfigato", chi decide per un ideale che non siano fame e denaro è un illuso. Chi abbandona la strada "per bene" fatta di aperitivi, macchine e televisone è da evitare come la peste. C'è una "terra promessa" sopra la quale splende una stella? Deve esserci se no perchè stare qui a respirare? "non vedete che dobbiamo seguire una pazza possibilità oppure andare a casa e metterci a dormire?"
corvotempesta

Guerre des frontières marittime

Israele ha un serio problema con il mare, non so cosa lo attiri così tanto ma si sente in dovere di controllarlo sempre, dopo che ha ucciso dei volontari turchi (per amore di cronaca vi informo che ieri sono stati picchiati e arrestati altri pacifisti stranieri a Gerusalemme), nessuna spiegazione perché ormai la storia la sapete, ora si scaglia sul problema dei confini marittimi libanesi. Grazie a Sharon i rapporti tra libano e Israele non sono dei migliori (ma qui non è solo colpa israeliana ma anche cristiana, che la Chiesa si accorga dei suoi peccati!) con Bibi certo non è andata meglio e ci troviamo quindi in una situazione che si può solo definire di merda.
Il problema oggi è del tutto economico, nel mediterraneo c’è una grossa riserva di gas, ma non esistendo una precisa delimitazione delle acque marine ad uso economico (per farlo ci vuole tempo e trattative tra gli Stati, cosa direi quasi impossibile per Israele e Libano) i due litiganti si trovano sul piede di guerra politica. Da un lato Israele che ha già i mezzi e le forze per poter pompare, dall’altro il Libano che è arretrato in queste attrezzature e che si ritrova a dover contrastare la forza israeliana che quasi sicuramente andrà a pompare nelle sue acque. Bisogna, però, precisare meglio: le acque in cui Israele vuole andare a lavorare sono libanesi, questo confine però non è riconosciuto a livello internazionale, alle Nazioni Unite quella parte di acqua non è ancora stata assegnata definitivamente, lo Stato ebraico sta in questi giorni cercando di varare una legge che definisca precisamente i confini marini includendo anche quella zona; dietro i due litiganti c’è il terzo che gode e cioè gli USA che si sono alleati con le attrezzature israeliane per il commercio del gas in tutto il mondo.
Fino a quando bisognerà vedere queste angherie? Fino a quando il mondo permetterà tutto a pochi eletti che decideranno sempre e solo per il loro interesse personale? Perché non si cerca di intravedere uno spiraglio di dialogo, pacifico e costruttivo, tra i responsabili delle Nazioni affinchè un cambiamento prenda avvio?
michael

LEMAITRE: l'uomo bianco più veloce al mondo

Grande impresa di Christophe Lemaitre che diventa il primo velocista bianco della storia a scendere sotto i 10 secondi in una gara dei cento metri. E' accaduto nel corso dei Campionati francesi di Atletica Leggera: con il tempo di 9"98, Lemaitre, 20 anni, ha superato per un centesimo il precedente primato francese che apparteneva a Ronald Pognon, ed era stato stabilito il 5 luglio del 2005 a Losanna. Pognon stavolta ha chiuso al secondo posto con il tempo di 10"34. "Speravo di trovare grande avversari in una grande competizione come questa - ha dichiarato poi Christophe Lemaitre - e sapevo anche che per vincere il titolo avrei dovuto correre molto veloce, e che il cronometro non mi sarebbe stato certo amico... adesso mi concentrerò su Barcellona: voglio provare a vincere ancora e a stupire tutti con un nuovo exploit. Voglio battere il mio record e conquistare una medaglia". L'atleta francese ha ancora ampi margini di miglioramento, considerando che non ha ancora un fisico completamente definito, può migliorare tecnicamente, ma soprattutto ha compiuto da poco 20 anni. Lemaitre, in questa specialità, va a collocarsi al 54° posto e il ritardo dal record del mondo di Usain Bolt è di 4 decimi di secondo. Conta poco: ora Lemaitre è nella storia.
athletictwin

venerdì 9 luglio 2010

Pattugliamento marino

“Ci torturano a tutte le ore, ci insultano e ci picchiano. Stiamo morendo nel deserto” questa affermazione scioccante arriva dalla Libia, molti gruppi umanitari erano intervenuti richiedendo l’aiuto del Governo italiano per salvare centinaia di rifugiati eritrei bloccati dal governo libico nel deserto appunto. Alla richiesta di aiuto Maurizio Massari, portavoce del ministro degli Esteri Frattini, ha risposto: “Non si capisce perché solo l’Italia si debba fare carico di questi rifugiati e del problema dei rifugiati in generale”, dimostrazione di un menefreghismo totale e totalitario che dovrebbe spaventarci dato che potrebbe anche scaraventarsi su di noi.
Ieri la Libia ha respinto le accuse di maltrattamento (che oltre a insulti e botte, come si legge sopra, è fatta anche da sevizie e violenze su donne e bambini) affermando anche: "Le autorità libiche hanno aperto i centri di detenzione agli organismi umanitari e ai rappresentanti diplomatici perché testimonino le condizioni e il trattamento dei migranti. E' una cosa che di per sé smentisce le accuse di maltrattamento". Si parla di 400 immigrati di cui (e questo è certo) 245 sono stati consegnati forzatamente alla Libia dalle pattuglie italiane, è dal 2009 che l’Italia consegna gli immigrati intercettati in mare, cioè da quando Roma e Tripoli hanno firmato il pattugliamento marittimo congiunto. Questo è il motivo per il quale l’Italia se ne frega degli immigrati.
Come sempre il razzismo è dilagante e l’interesse per l’uomo va direttamente a farsi fottere, non c’è interesse per niente e per nessuno, l’uomo moderno si muove su due linee guida, da un lato l’interesse folle per il denaro, dall’altro la volontà sadica di far male a chi è sottomesso, volente o nolente,a te.
octavio

giovedì 8 luglio 2010

Tic Toc on the clock...

Premessa: ho cercato di controllare sempre le offese, calmierarle il più possibile, ora la goccia che fa traboccare il vaso è arrivata dunque non mi sento responsabile di quello che dirò. Ieri vi informo che uno assassino è stato presentata dal leader delle guerre (Obama) come colui che “è pronto a prendersi il rischio della pace”, lui è Bibi Netanyahu e oltre ad essere un porco è un terrorista. Tutto questo è già stato detto va aggiunto che a lui risponde l’esercito israeliano, composto prevalentemente da giovani dai 18 ai 20 (uomini e donne) che non capiscono niente perché a loro viene fatto il lavaggio del cervello prima di scendere in campo di battaglia (non esagero perché la popolazione israeliana è tutta assoggettata al leader indiscusso di Israele che la manovra come meglio vuole). Questo esercito è in continuo pattugliamento dei Territori Occupati e ora esce un video (che potete andare a vedere qui) dove, forse per noia o forse perché l’israeliano è solo capace di offendere e prendere per il culo il resto del mondo, una pattuglia di soldati si diverte a fare una coreografia sulle note della canzone “Tic Toc” di Kesha (già la scelta musicale non è delle migliori). Una coreografia ben studiata certamente ma che viene fatta giusto quando i musulmani sono in preghiera, si interrompe la chiamata alla Moschea con questa inutile esibizione di stupidità. Per me, che nella strada che si vede nel video ho camminato, per me che i soldati a Hebron hanno perquisito, per me che a Hebron ho vissuto un pezzo importante di vita, questo è uno schifo. È l’indecenza più assurda, è la stupidità che si dimostra, è l’azione più molesta che esista, è la dimostrazione che chi comanda ha sempre in sè la voglia di sbeffeggiare il dominato, è lo schifo del mondo (come direbbe un mio piccolo amico arabo).
Unico commento ufficiale sul fatto: "È uno scherzo dei soldati e sono in corso indagini da parte dei comandanti del battaglione". Bello scherzo se si pensa che nella canzone dicono: "Stasera vado a combattere fino al tramonto. Tic Toc sull’orologio, ma la festa non si ferma". Combattere è per loro una festa, questo dimostra la lobotomia che tutto il mondo israeliano ha subito.
michael

mercoledì 7 luglio 2010

Strette di mano pericolose

Ieri era il “giorno dei giorni” per Israele e Palestina, Bibi incontrava Barack e tutto si sarebbe dovuto risolvere… ciò che è scandaloso non è più, ormai, Israele e i suoi governanti, lo schifo proviene da Baraci, voto per essere il cambiamento e la svolta epocale e risultato essere un nuovo Bush (il bello è che i suoi sostenitori dicono che è bello fisicamente e per questo non lo attaccano, ci rendiamo conto?). Nella conferenza stampa dopo l’incontro Obama ha affermato questo: “Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è pronto ad assumersi i rischi della pace". Questa è la cosa più assurda che si possa dire di Bibi, il peggior terrorista che il mondo ha giustificato, mettendolo al governo di uno Stato xenofobo e assassino che dichiara, mentre il suo leader è negli States: “Non vi è alcun dubbio per nessuno che i lavori di costruzione riprenderanno in Giudea e Samaria (West Bank) immediatamente dopo il periodo di congelamento imposto fino al 26 settembre”. Aggiunge poi Obama che prima di quel 26 settembre inizieranno i dialoghi diretti tra Israele e Palestina (diretti perché se non c’è l’America Israele a casa sua fa poi quel cazzo che vuole all’insaputa di Baraci e i suoi leccapiedi). A questa affermazione Bibi aggiunge: “Io ho sempre cercato di incontrare personalmente Abbas, ma lui…”
Tutto questo avviene mentre giunge da Gaza notizia che un soldato sarà giudicato dalla Corte Militare dopo che durante l’azione Piombo Fuso sparò su di un gruppo di 30 civili che sventolavano bandiera bianca, uccidendone due. Queste notizie arrivano e vengono usate da tutto il mondo come zuccherini da dare in pasto ai porci (uditori/telespettatori) per far credere che Israele è giusta e civilmente avanzata. Questo soldato sarà processato, nessuno ci dirà se la pena sarà severe ma soprattutto se la pena ci sarà. Ciò che è dato sapere a me, che leggo giornali palestinesi, è che se ne processa uno per salvare tutto l’esercito che ucciso più di 4000 civili, e come lo giustificano? Ecco qui: “perché, secondo le regole della guerra non è stata rilevata l'esistenza di altre azioni inconsulte di militari compiute senza un ordine di superiori. In altri casi le prove sono insufficienti”. Se vostro figlio o padre o madre fosse una delle oltre 4000 vittime voi cosa fareste dopo questa risposta? Forse non sareste così estremisti da divenire kamikaze ma l’odio assoluto sarebbe irremovibile dai vostri cuori. Io personalmente vorrei sputare in faccia a tutti i rappresentanti del governo israeliano.
michael

martedì 6 luglio 2010

Non è sempre oro ciò che luccica

Come sempre le notizie cadono nel dimenticatoio e si io vi chiedessi: “Secondo voi cosa succede oggi in Thailandia?” La maggior parte delle persone risponderebbe che non gliene frega niente della Thailandia e perché mai dovrebbe preoccuparsene, altri direbbero credo tutto bene, altri direbbero (ma questi sarebbero molto pochi) dopo la sanguinosa guerra civile interna ora tutto è tornato alla normalità. Ne siete proprio sicuri?
Leggendo le notizie di oggi sulla Thailandia mi è venuto in mente uno Stato, Honduras, che ha subito la stessa fine mediatica, finchè c’erano i morti dovuti alle proteste i riflettori erano tutti puntati su di loro, appena uno (che si autoelegge portavoce dello Stato) dice che tutto è tornato alla normalità, allora la tv scompare e noi crediamo che sia tutto a posto.
Il CRES (Centro Risoluzione Situazione di Emergenza) ha richiesto al Premier tailandese di mantenere lo stato di emergenza ancora attivo su 24 (tra cui Bangkok) delle 76 province tailandesi in quanto la situazione non è ancora del tutto tranquilla e l’abbassare la guardia potrebbe rinfuocare le sommosse. Questo ci dimostra già che allora la situazione non è migliorata ma è solo stata insabbiata solo perché non ci siano notizie in giro per il mondo. Oggi il governo deciderà il da farsi, invocando già da molto tempo la riconciliazione tra le diverse fazioni politiche. Detto così sembra che il governo stia facendo tutto il possibile per mettere fine alle discordie; in un certo senso è vero, lo fa con lo stato di emergenza, con arresti, torture e censure.
Nessun Dorma nasce anche per risvegliare i suoi lettori, per ricordare che se la tv non ne parla non vuol dire che allora il problema non esiste più, per ricordare che ogni giorno la gente muore per la cupidigia di pochi.
octavio

lunedì 5 luglio 2010

Stop arms sales

Migliaia di persone e ONG avevano affrontato il problema un anno fa, dopo la fine del massacro di Gaza e dell’azione Piombo Fuso, fra le tante cito Amnesty Internetional. Tutti avevano criticato e sottolineato l’ingiustizia dell’invio di armi dagli USA per Israele che erano poi state usate per la strage, tutti nessuno escluso. Oggi viene fuori una notizia che spero sconvolgerà la quiete pubblica. Israele sta da tempo trattando con gli USA per bloccare la vendita di 150 aerei F-15 all’Arabia Saudita, trattando in tutti i modi cioè schierando in campo i più importanti Ministri del governo e ora pure Netanyahu. Il motivo della vendita è rinforzare l’esercito saudita dai possibili attacchi iraniani, cioè per dirla in parole povere: l’Iran fa paura e quindi è bene che tutti gli stati abbiano i mezzi per poterlo contrastare. Questa è la motivazione che anche gli USA danno per spiegare questa vendita di arsenali militari. Israele si incazza perché le armi vanno vendute solo a lui (si incazza soprattutto perché da studi tecnici si dimostra che gli aerei di produzione saudita sono poco efficienti soprattutto in confronto a quello israeliani) e quindi cerca di bloccare l’affare. Quale scusa accampa per bloccare la vendita: “questi aerei oggi servono per contrastare la minaccia Iran, ma domani potranno essere utilizzati contro di noi”.
E così tutti i discorsi si chiudono, si nascondono come sempre dietro la maschera dei poveri ebrei indifesi che vengono ghettizzati e esclusi da atti di razzismo (ATTENZIONE NESSUNA OFFESA PER COLORO CHE DAVVERO HANNO SOFFERTO CIO’, MA L’ISRAELE DI OGGI E’ UNA FORZA MILITARE ASSASSINA NON UNA FORZA GHETTIZZATA, vi rimando a un vecchio post di momò per vedere che cosa dicono, o meglio che cosa dice Danny Ayalon, di loro stessi) e ottengono sempre quello che vogliono.
Il commento finale è che la vendita di armi dovrebbe essere bloccata la violenza porta solo altra violenza. D’accordo dunque che è sbagliata la vendita di armi all’Arabia Saudita, ma non lo è certo perché Israele se no si arrabbia, o si offende perché qualcun altro ha un “giochino” più bello dei suoi.
michael

Sdrammatizziamo ancora su ciò che non è da sdrammatizzare?

Ancora vignette e pizzicotti raccattati in giro:

"Lui: -Ci spariamo un po' di informazione?
Lei: - Bavaglio 1, Bavaglio 2, Bavaglio 4, Bavaglio 5 o Bavaglio Aperto?"
Da "Il Fatto Quotidiano"

"30 giugno 2010, Roma. Cassazione: Insulti via mail non sono molesti. Da oggi sarà più difficile punire i colpevoli di "ingiurie elettroniche". Capito, brutti stronzi?"
Da "Nonciclopedia"

"Scontro Fini-Bondi. Riassunto:
Fini: -Non voglio delinquenti nel mio partito.
Bondi: -Cambia partito."
Da "Antefatto.it"

"Coro greco: -Oh, Zeus! Ancora battute del menga! Cosa abbiamo fatto per meritarci un partito di inetti?
Bersani:- Ma magari!
Coro greco: -Magari cosa?
Bersani: -Magari fossimo inetti, ragazzi! Ooooh! Ma siamo pazzi? Ma qua appena mi giro c'è qualcuno che fa qualcosa, ragazzi! Ma avete visto Letta? No, non quello bravo, quello che sta con noi, il Letta piccolo. Il lettino.
Coro greco: -Che ha fatto?
Bersani: -Mi ha candidato come premier se si va a votare, ragazzi!
Coro greco: -E non sei contento?
Bersani: -Ma siamo pazzi? Oh, ragazzi, ooooh! Io, candidato contro Berlusconi? Ma siamo pazzi? E' come se la zanzara dichiara guerra alla fabbrica dell'Autan!
Coro greco: -Non siete stati capaci neanche di difendere Santoro!
Bersani: -Ma non siam capaci a difendere gli operai e vuoi difendere Santoro?"
Da "Crozza Alive"

zecca

sabato 3 luglio 2010

The lord of the flights

Liberman si incazza e subito la stampa parla di crisi di governo, nessuno ha preso in considerazione l’ipotesi che io ho presentato ieri. Nessuno pensa mai male di Israele.
Sta di fatto che il Ministro è nero quindi Bibi doveva assolutamente fare qualcosa, doveva pur mettere a tacere queste voci discordanti e cercare di farlo uscendone nel migliore dei modi. Cosa ha pensato bene di fare? Andare in tivù: la guaritrice di tutti i mali. Si è inizialmente scusato con il Ministro dicendo che c’è stato un piccolo errore di organizzazione e ha poi continuato dicendo che il paese poteva stare tranquillo perché non ci sono crepe nella maggioranza. È poi passato ad affrontare il problema Turchia, cercando così anche di spiegare il perché dell’incontro nascosto a Lieberman. Senza troppi problemi e fregandosene dell’opinione pubblica mondiale (quella nazionale tanto dà ragione a lui) ha dichiarato che non c’è nessuna intenzione da parte dello Stato israeliano di fare le proprie scuse ufficiali alla Turchia; l’incontro è solo servito per evitare la degenerazione totale dei rapporti tra i due Stati.

a. Ora capisco perché Berlusconi definisce Israele l’unica democrazie in Medio Oriente: perché Bibi come lui per soggiogare le folle usa la tivù per dire balle.
b. Spero che l’opinione pubblica tragga le dovute conseguenze dalle parole di Israele, uno Stato ammazza gratuitamente degli esseri umani e non ha nemmeno l’intenzione di chiedere scusa. Lo so, le scuse non servono a un cazzo, soprattutto ai famigliari delle vittime, ma è comunque un gesto dovuto e rispettoso dei deceduti.

Si sa, il rispetto in Israele c’è solo per chi dice “Viva Israele”. Bella democrazia, sembra quella italiana.
michael