venerdì 16 luglio 2010

Aquì no se rinde nadie

La notizia è di qualche tempo fa ma ho voluto studiare bene il caso prima di darvene resoconto. Dobbiamo tornare al 10 giugno 2009, località: Honduras. In quella data il futuro golpista Roberto Micheletti (il Gorilla) invia all’ambasciatore statunitense la bozza del decreto che avrebbe, il 28 giugno 2009, destituito Zelaya dal potere con questa biglietto di accompagnamento “embajador Llorens, este es el decreto que me entregó Micheletti, le faltan algunas opiniones pero urge su opinión”. Tutto ciò ce lo rivelano le dichiarazioni di un ex Ministro, Roland Valenzuela, ormai morto e implicato anche lui nel golpe. Chi volesse ascoltare tutta l’intervista (in lingua) la può trovare qui.
Vi invito ad ascoltarla perché è molto lunga e interessante e precisa molti dettagli che non posso stare qui a sottolineare. Ciò che voglio però ora discutere è la “scoperta” che gli USA ci sono dentro fino al collo. Guardate io non ne avevo dubbi, è da quando il golpe è accaduto che lo credo e che lo ripetiamo da quando questo blog ha aperto. Ciò che fa pensare è che alla prima visita delle Clinton a Zelaya lei disse che avrebbero fatto tutto il possibile per restituirgli il potere quando in realtà lei ben sapeva che Micheletti da lì non si sarebbe mosso per lungo tempo. Ora c’è poco da nascondere, anche gli USA sono assassini tanto quanto il Gorilla e i suo leccapiedi. Vi lascio al commento di Gianni Minà del 2 luglio 2009 pubblicato da il Manifesto:

“Alla fine il golpe militare in Honduras, il secondo paese più povero dell’America latina dopo Haiti, ha finito per nuocere più di tutti, per ora, alla nuova amministrazione Usa del presidente Barack Obama, che è rimasto praticamente con il fiammifero acceso in mano, specie considerando la sua più volte affermata intenzione di cambiare metodi e politica nel continente che, una volta, era “il cortile di casa” degli Stati Uniti.Perchè è vero che Obama ha condannato il colpo di stato in Honduras, dichirandosi “seriamente preoccupato per la situazione” e chiedendo “a tutti gli attori politici e sociali di quel povero paese di rispettare lo Stato di diritto”, ed è vero che sulla stessa linea si è espressa anche Hillary Clinton, ministro degli esteri, che ha ribadito “Sono stati violati i principi democratici”.
Ma nessuno può credere che l’ambasciatore Usa in Honduras, Hugo Llorenz, pronto a sua volta ad affermare “L’unico presidente che gli Stati Uniti riconoscono nel paese è Zelaya” (proprio il premier liberale deposto e cacciato in Costa Rica) non sapesse da tempo cosa stesse per succedere”.
octavio

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