domenica 25 luglio 2010

Moriendo desolato


Prima Lucca poi Roma, due storie differenti ma con un unico movente: la disperazione. Io stesso che scrivo ho avuto esperienza di ciò vedendo una famiglia intera sterminata dal marito e padre in una calda notte estiva con le stesse motivazioni. In questo caso era la famiglia a Lucca e Roma erano i datori di lavoro. Come sempre la premessa è che non voglio giustificare l’atto violento, questo è sempre peccaminoso e da accusare; lo ripeterò per l’ennesima volta: la violenza non porta a nulla. Il problema oggi è la disperazione, rendere un uomo così fragile e impotente da non riuscire più a vedere uno spiraglio di luce e la possibile perdita di lavoro acceca anche le persone più “sane di mente”. Questa crisi economica che ci mette tutti in ginocchio (soprattutto i giovani che non hanno futuro e hanno contratti ridicoli che ti permettono solo di avere la certezza che tuo figlio ti sarà tolto dagli assistenti sociali, altra storia italiana di pochi giorni fa) e che porta alla depressione e poi alla violenza o su di sé o su gli altri. L’avevo già detto oggi è il dio denaro che conta e noi siamo tutti nuovi adepti di questa religione che il potere ci ha presentato per sottometterci. Una religione che preferisce salvare le banche più che gli uomini, e tutti quei soldi che hanno dato in mano ai ladri legalizzati dei banchieri potevano porre fine alla povertà mondiale, non scherzo e non esagero informatevi e vedrete che ho ragione. Questo mondo fa schifo, e su questo non ci piove, chi non se n’è accorto?, ma se ci fermiamo solo a questo anche noi siamo fautori dello schifo. Qui pende la spada di Damocle perché i giovani dicono che sono troppo giovani, i vecchi che sono troppo vecchi e intanto, discutendo su questo, la vita scorre e nessuno ha mai fatto un cazzo.
octavio

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