Il nostro blog aveva già affrontato il problema del porto d’armi in Israele, non voglio dunque tediarvi oltre misura, mi permetterò solo di ripetere che per ebrei doc l’accesso alle armi è come l’accesso a un supermercato. Hanno poi un bel da dire gli israeliani che il loro dare armi a tutti non è come in America, dove si danno armi a tutti per legittima difesa, ma è per la Nazione. L’israeliano dunque pensa che è giusto avere armi in mano per difendere in qualsiasi momento lo Stato ebraico, e di esempi di questo tipo ne abbiamo infiniti, sono molti gli interventi di civili in scontri con i palestinesi.
Il 14 maggio scorso Yasser Zabin (16 anni, notate anche l’età per favore) viene ammazzato da un proiettile sparato da alcuni coloni che avevano aperto il fuco dopo che alcuni ragazzi, e non si sa se Yasser era tra questi, avevano lanciato contro la loro auto delle pietre. Quindi fino ad adesso bisogno notare alcune cose: tre coloni che sparano/ un ragazzo morto; le pietre/ i mitra; l’età adulta dei coloni/ la giovane età del ragazzo.
Ieri il colono, per Israele “il residente della cittadina di Yitzhar”, è stato condotto davanti alla polizia che segue il caso per un lungo interrogatorio in cui si è cercato di ricostruire la scena e dare una giustizia. Il colloquio è durato circa due ore e si è arrivati a una risposta definitiva della vicenda; una giustizia è stata data, la giustizia di stampo ebraico però. Il colono è stato infatti liberato perché “non avendo un quadro chiaro ed essendo in ambito di legittima difesa” l’uomo non è accusabile. Due considerazioni quindi: la prima è che non è l’unico colono fortunato che ha trovato la polizia buona, questa in Israele è normalità; la seconda è che uno stato si capisce che è razzista, totalitario e dittatoriale quando offende e si disinteressa anche dei morti.
michael
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