lunedì 19 luglio 2010

La nuque raide

Mohammed Abu Teir (nella foto con la barba, il resto sono militari israeliani, il braccio armato dell’ingiustizia) ha ricevuto ieri l’allungamento della sua detenzione preventiva dopo che si è rifiutato di lasciare Gerusalemme. La sua storia inizia 4 anni fa, sono quindi 4 anni che è imprigionato preventivamente, fu arrestato insieme ad altri 60 rappresentanti di Hamas dopo che fu rapito il caporale Gilad Shalit, ATTENZIONE NIENTE PROVA LA SUA IMPLICAZIONE CON IL RAPIMENTO ma solo perché faceva parte di Hamas fu arrestato. Per qualche mese mantennero questa accusa poi, non potendolo più trattenere, si inventarono quella di “appartenenza a organizzazione illegale (Hamas) con l’intento di svolgere attività terroristiche”. La sua è solo una delle tante storie di ingiustizia israeliana che vengono perpetrate quotidianamente a danni di perfetti sconosciuti che vanno alla ribalta dell’informazione solo perché Israele dice che sono terroristi. Ancora una volta portiamo un esempio assurdo di utilizzo improprio della parola terrorista per giustificare la detenzione di persone innocenti. Lui è diventato il simbolo dei senza voce, di coloro che sono rinchiusi da anni senza aver avuto mai un processo e, con il passare del tempo, che si vedono anche tolti il diritto di visita da parte dei loro cari, momò ne aveva già parlato.
Il dolore più grande è vedere l’ingiustizia che si compie sugli uomini (Abu Ghraib docet), è il disinteresse e il masochismo che si prova sull’essere umano in difficoltà. Lo Stato d’Israele vive di questi individui, li mette al pubblico ludibrio dei media, li usa come capri espiatori, li tortura, li distrugge psicologicamente e poi quando non servono più li ammazza per rubargli gli organi. Se questa è giustizia e questo è lo Stato con cui si deve dialogare ditemi voi quale futuro si può prospettare.
michael

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