martedì 24 maggio 2011

Possibili nuovi rischi nucleari

Circa il 200% del PIL è il debito pubblico che il Giappone oggi ha, a questa situazione di emergenza si devono ora aggiungere i costi per la ricostruzione dopo il disastro del terremoto/tsunami che ha portato anche al disastro nuclerare, si parla di circa 130 miliardi di euro. Il problema allora è: dove si possono tirare fuori questi soldi? Perché è vero che si possono emettere nuovi bond statali ma poi questi lo Stato come li ripagherà se non riesce neanche a mettersi in pari con i debiti che ha già?
Ed ecco perché si sta svolgendo un vertice trilaterale tra Giappone, Cina e Corea del Sud: sicurezza nucleare e cooperazione nell’intervento post catastrofi sono i punti chiave dell’incontro. Il meeting sarà poi utile per cercare di ricucire i rapporti con gli stati dato che la Cina aveva bloccato (a ragione) l’importazione di prodotti giapponesi dopo la scelta dello stato nipponico di buttare in mare acqua contaminata: ricordo a tutti che il mare non è uno stagno, l’acqua gira e chissà fin dove arriva; questa versamento di acqua radioattiva doveva essere criticato da tutto il mondo non solo dalla Cina.
Wen Jiabao, premier cinese, appena arrivato in Giappone ha subito fatto sapere che la Cina è pronta a dare aiuto economico per la ricostruzione e a togliere il blocco delle importazioni almeno su due delle 12 aree giapponesi prima off limits. Ha poi fatto un’ulteriore importante dichiarazione rispetto alla Corea del Nord auspicando che si ritorni presto ai Colloqui a sei fermi dal 2008. Per chi non lo sapesse questi colloqui iniziarono tra le due Coree, Giappone, Russia, Cina e Stati Uniti per trovare un accordo politico tra i due Stati coreani e trovare una soluzione (almeno una possibilità di controllo) sugli stabilimenti nordcoreani per l’arricchimento dell’Uranio, tecnica che serve per poter ottenere maggior uranio 235, l’unico che può essere usato nei reattori nucleari ma anche il più raro in natura. L’arricchimento permette di ottenere il 235 a diverse percentuali tramite un miscuglio di quest’ultimo con l’uranio 238, più facile da trovare in natura. Il processo, molto laborioso e soprattutto molto costoso, ha il “problema” di produrre scarti di lavorazione, gli stabilimenti che producono uranio arricchito devono quindi essere a norma sia per la sicurezza dei lavoratori che dell’ambiente, in quest’ultimo caso soprattutto per lo smaltimento dei rifiuti: la Corea del Nord non ha ancora permesso al mondo esterno di poter effettuare controlli sui suoi stabilimenti e, dopo Fukushima, tutto il mondo estremo-orientale inizia ad avere paura.
Il problema nucleare in Giappone non è ancora risolto, non oso immaginare quale sarebbe il risultato di una catastrofe nordcoreana. Chi ha ancora dubbi sulla possibilità di centrali nucleari in Italia?
octavio

Nessun commento:

Posta un commento