giovedì 5 maggio 2011

viaggio in Italia (VI)

Il nostro viaggio ormai fa rotta verso il cuore della nostra piccola Italia. Siamo partiti alla ricerca del buono da difendere in questo Paese e la nostra sesta tappa è proprio la Capitale. Da quale angolo descrivere una delle città più antiche del mondo? Come decidere se trascurare l'antica Roma pittosto che il Vaticano, l'architettura a discapito della pittura, la musica o la letteratura, i suoi poeti o i suoi menestrelli? La Roma dei registi o quella sportiva? Semplicemente non si può. Un viaggio breve ma accorto a Roma fa capire a chiunque che la Storia d'Italia e d'Europa è legata indissolubimente a questa città. Chi volesse qualche motivo per appassionarsi ancora alla politica al di fuori degli interessi personali o economici ha nella "Città Eterna" un bello stimolo.  
Ho deciso di pescare qui per la descrizone di Roma un giorno particolare nella lunghissima storia della capitale. Il punto di vista è quello di un gruppo che parte da Modena per partecipare ai funerali di Berlinguer. Ho deciso per questa ballata per diversi motivi.
Il primo è sicuramente il ricordo di un uomo che faceva politica per passione e per occuparsi sinceramente dello Stato (uomini così ci sono stati e ci sono!) , il secondo perchè in tantissimi si trovano spesso a Roma per "momenti forti" e la velocità con cui la TV dimentica questi momenti è certamente segno della loro importanza.
Vi lascio quindi ai Modena City Ramblers:


Un popolo intero trattiene il respiro e fissa la bara,
sotto al palco e alla fotografia.
La città sembra un mare di rosse bandiere
e di fiori e di lacrime e di addii.
Eravamo all'Osteriola, una sera come tante,
a parlare come sempre di politica e di sport,
è arrivato Ghigo Forni, sbianchè come un linsol,
an s'capiva 'na parola du bestemi e tri sfundon.
"Hanno detto per la radio che c'è stata una disgrazia,
a Padova è stato male il segretario del PCI"
Luciano va al telefono parla in fretta e mette giù
"Ragazzi, sta morendo in compagno Berlinguer".
Pipein l'è andè in canteina
a tor des butiglioun,
a i'am fat fora in tri quert d'ora,
l'era al vein ed l'ocasioun
a m'arcord brisa s'le suces
d'un trat as'sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer.
A Modena in stazione c'era il treno del partito,
ci ha raccolti tutti quanti, le bandiere e gli striscioni
a Bologna han cominciato a tirare fuori il vino
e a leggersi a vicenda i titoli dell'Unità.
C'era Gianni lo spazzino con le carte da ramino,
ripuliva tutti quanti da Bulagna a Sas Marcoun,
ma a Firenze a selta fora Vitori "al professor",
do partidi quattro a zero dopo Gianni l'è stè boun.
I vecc i an tachee
a recurder i teimp andee,
i de d'la resisteinza
quand'i eren partigian
a'n so brisa s'le cuntee
ma a la fine a s'am catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer.
Gli amici e i compagni lo piangono, i nemici gli rendono onore,
Pertini siede impietrito e qualcosa è morto anche in lui.
Pajetta ricorda con rabbia e parla con voce di tuono
ma non può riportarlo tra noi.
Roma Termini scendiamo, srotoliamo le bandiere,
ci fermiamo in piazza Esedra per il solito caffè
parte Gianni il segretario e nueter tot adree
per andare a salutare il compagno Berlinguer.
Con i fazzoletti rossi ma le facce tutte scure,
non c'era tanta voglia di parlare tra di noi,
po' n'idiota da 'na ca la tachè a sghignazer,
a g'lom cadeva a tgnir ferem Gigi se no a'l finiva mel.
A sam seimpre ste de dre
e quand'a sam rivee
la piaza l'era pina
"ma quant comunesta a ghè"
a'n g'lom cadeva a veder un caz
ma anc nueter as' sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer
Pipein l'è andè in canteina
a tor des butiglioun,
a i'am fat fora in tri quert d'ora,
l'era al vein ed l'ocasioun
a m'arcord brisa s'le suces
d'un trat as'sam catee
in sema al treno c'as purteva
ai funerel ed Berlinguer

IoLiOdioINazistidellIllinois

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