lunedì 28 marzo 2011

Living in Honduras

Oggi vi racconto la storia, due personaggi: Pedro e Josè, il primo professore, il secondo studente. Pedro aveva una famiglia composita, di quelle che oggi vengono definite, come se fossero state messe all’ingrasso, “allargate”: due mogli (ovviamente con una era già avvenuto il divorzio) e cinque figli, quattro maschi e una femmina, tre avuti dalla prima moglie e due dall’ultima, l’attuale. Tutti ovviamente da mantenere. Pedro aveva dunque sempre lavorato sodo, non diceva mai di no ai corsi che settimanalmente gli venivano aggiunti, lui dei soldi ne aveva bisogno, voleva dare una vita decente alla propri famiglia. Aveva lavorato tanto e ormai, era ora della pensione, era questione di mesi, non di più. Quando iniziò a compilare tutti gli incartamenti e stava per essere mandato a casa a finire le ferie accumulate, poi finalmente l’agognate pensione, scoprì che lui in riposo non ci poteva andare. E perché? Non perché non avesse pagato i contributi, lui era sempre stato attento a queste cose e poi era, per lui, giusto servire anche lo Stato; non perché avesse saltato dei periodi lavorativi che andavano a corrompere la sua copertura contributiva. No, lui non poteva andare in pensione perché i fondi pensionistici erano spariti, lo Stato li aveva mangiati tutti; e come mai li aveva mangiati tutti? Li aveva usati per finanziare il golpe che ormai da due anni ha messo in crisi il suo paese, l’Honduras.
Josè, studente di ingegneria informatica, frequentava regolarmente i suoi corsi ed era in pari con gli esami, nel 2009 gli mancavano tre esami e poi la tesi e avrebbe coronato il suo sogno di diventare ingegnere, avrebbe smesso di pagare le tasse universitarie che di molto pesavano sull’economia famigliare, avrebbe iniziato a lavorare e sarebbe diventato indipendente. Tutto al condizionale perché con il golpe l’università è andata alla malora, quello che di buono c’era, il lavoro dei professori, anche quello si è bloccato perché la storia di Pedro ha fatto il giro dello Stato e sono iniziate le proteste. Josè voleva laurearsi e ancora non c’è riuscito, naturalmente per non perdere il lavoro di tanti anni continua a pagare le tasse, solo per mantenere il vantaggio acquisito perché della laurea non se ne parla, per questo motivo è entrato a far parte di una specie di collettivo, di gruppo, di organizzazione (chiamatela come vi pare) che combatte da dentro l’università per i diritti di studenti e professori. Il loro lavoro non piace a Lobo, il dittatore II che è appoggiato da Obama e da tutta la parte del mondo benpensante, ricco e fascista, che quindi ha mandato l’esercito varie volte per tentare di fermare questi studenti. L’ultima volta che l’esercito è entrato all’UNAH è stato cinque giorni fa, qui potete vedere il video.
octavio

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