giovedì 10 marzo 2011

Ostaggio Politico

Non voglio parlare di nessun militare o civile sequestrato o da parte israeliana o da parte palestinese. Il titolo riprende le dichiarazioni di un professore della Bar-Ilan University: “Netanyahu dovrà prendere una posizione chiara rispetto al ritiro di Israele dalla Cisgiordania e alla modifica dei confini, dubito però che la sua politica andrà in questo senso ormai è ostaggio politico delle sue convinzioni, degli alleati e dell’opposizione”.
Parole sacrosante che già prevedevano la politica di Bibi il quale due giorni fa ha fatto sapere che la Valle del Giordano rimarrà sotto controllo israeliano qualsiasi accordo si prenda con i palestinesi (intendendo con la parola “accordo” l’idea, tutta sionista, di creare per il momento uno stato palestinese con confini temporanei che andranno a definirsi nel tempo). C’è da precisare intanto che la Valle che lui intende è di molto allargata rispetto alla geografica Valle del Giordano, c’è da precisare che quella è una delle zone più fertili dello Stato d’Israele e c’è da precisare che questa zona è occupata illegalmente da Israele dal 1967. Questa scelta viene però giustificata con la parola “sicurezza” e così facendo tutti dicono che è buona cosa.
Questa scelta ha però portato alle reazioni di tutto il mondo politico: in primo luogo la sinistra, che in quanto tale è contro (più o meno perché un sionista lo rimane anche se vota a sinistra) alle guerre si è subito scagliata contro Netanyahu perché la Valle del Giordano è stata occupata illegalmente; poi c’è il centro, e torna quindi fuori la Livni che urla contro il Premier tutta la sua rabbia per questa idea dei confini provvisori: se la Palestina ha confini temporanei così sarà anche per lo Stato d’Israele e ciò è inaccettabile per un vero sionista; infine la destra, il Likud, che ha fatto sapere, per bocca del vice Primo Ministo Shalom, che “bisogna soprattutto evitare qualsiasi azione unilaterale sotto pressione internazionale”.
Insomma, finalmente, Netanyahu è messo in croce, non sa più chi ascoltare dato che anche i suoi fidati ci tengo a dire la loro rispetto al suo operato. Dovrebbe essere un momento di gioia, non ne sono così convinto: se la politica israeliana barcolla chi ci rimette è solo la Palestina.
michael

Nessun commento:

Posta un commento