martedì 12 gennaio 2010

Obama ha fatto sua la guerra di Bush.

Navigando ho trovato un lungo articolo di Noam Chomsky sull’attuale governo americano ve ne lascio una buona parte, molto interessante:

Obama ha intensificato la guerra di Bush in Afghanistan e Pakistan ai confini con l’Iran e si appresta a proseguirla e forse incrementarla. Il presidente ha chiarito che gli Stati Uniti intendono mantenere una presenza a lungo termine nella regione come sottolineato dal progetto “una città nella città”, che ha preso il via con la costruzione della nuova ambasciata Baghdad. Obama ha annunciato la realizzazione di mega ambasciate a Islamabad e Kabul e di enormi consolati a Peshawar e in altri luoghi. Osservatori indipendenti hanno denunciato sulla rivista Government Executive che “la richiesta dell’amministrazione di 538 miliardi di dollari per il bilancio della difesa 2010 e l’intenzione di mantenere un livello elevato di spesa nei prossimi anni, indicano la possibilità che l’amministrazione Obama spenda in questo settore in termini reali più di qualunque altra dalla Seconda guerra mondiale. Senza contare i 130 miliardi aggiuntivi richiesti dall’amministrazione per finanziare il prossimo anno le guerre in Iraq e Afghanistan, con una programmazione di spesa ancora maggiore per i prossimi anni”. Il comitato del premio Nobel per la pace avrebbe potuto fare una scelta virtuosa preferendo l’attivista afgana Malalai Joya. Questa donna coraggiosa è sopravvissuta ai russi e agli attivisti islamici e si è opposta ai taliban e al ritorno dei signori della guerra nel governo Karzai. Eletta in parlamento ed espulsa per avere denunciato le atrocità dei signori della guerra, si è battuta con efficacia in difesa dei diritti umani, quelli delle donne in particolare. Oggi vive protetta e in clandestinità ma continua a battersi. Grazie ad azioni come la sua, ripetute ovunque con impegno, speranze e prospettive di pace sono più vicine
momò

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