venerdì 23 aprile 2010

terza bolgia: patti lateranensi

Sulla Stampa di martedì è uscita la notizia di un incontro tenuto nascosto tra il Papa e Tremonti. I ponti tra le due rive del tevere comprendono quello economico, col presidente dello Ior, Gotti Tedeschi, che gode della fiducia del ministro dello Stato e del ministro di Dio, e il ponte carieristico di una certa corrente cattolica estremista incarnata nel Patriarca di Venezia che ha spinto per questo incontro. Ora... il governo ha già il suo "Gentiluomo di Sua Santità" nella persona di Letta, quindi; l'apertura a Tremonti, le posizioni di Cota contro la Ru486 e l'udienza di Scola con Bossi aprono drammaticamente un nuovo concordato con la Lega Nord. I Patti Lateranensi del 1929 diedero, tra le altre cose, ai rozzi e violenti fascisti il prestigio di essere riconosciuti da una diplomazia importante, di avere un ulteriore alleato in cambio della semplice difesa dello status quo nel potere religioso. Fascismi e Leghismi si intrecciano ancora una volta.
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"«Deh, or mi dì: quanto tesoro volle

Nostro Segnore in prima da san Pietro
ch'ei ponesse le chiavi in sua balìa?
Certo non chiese se non ``Viemmi retro".

Né Pier né li altri tolsero a Matia
oro od argento, quando fu sortito
al loco che perdé l'anima ria.
Però ti sta, ché tu se' ben punito;
e guarda ben la mal tolta moneta
ch'esser ti fece contra Carlo ardito.
E se non fosse ch'ancor lo mi vieta

la reverenza de le somme chiavi
che tu tenesti ne la vita lieta,
io userei parole ancor più gravi;
ché la vostra avarizia il mondo attrista,
calcando i buoni e sollevando i pravi.
Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista;
quella che con le sette teste nacque,
e da le diece corna ebbe argomento,
fin che virtute al suo marito piacque.
Fatto v'avete dio d'oro e d'argento;
e che altro è da voi a l'idolatre,
se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?"
Dante Alighieri, Inferno XIX; 90-114

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