venerdì 7 gennaio 2011

Chi (non) si ferma è perduto

C’è una legge nel cuore dell’uomo che lo porta a lottare, che lo porta ad alzarsi in piedi, dalla sua comoda poltrona (quella in cui tutti dormiamo e Nessun Dorma quindi muore), e combattere per ciò che gli sta più a cuore. Il problema allora qual è? Perché tanti stanno seduti e non fanno nulla? Due le possibili risposte, la prima generale, la seconda creata ad hoc per il post di oggi. In primo luogo un individuo non lotta più e non alza nemmeno più il capo perché è più comodo stare in poltrona e perché è più facile “drogarsi”, nel senso di dimenticare questa legge che rompe troppo le scatole per essere dolce e invitante. In secondo luogo un individuo non lotta più per il terrore, la paura che chi sta al potere lo metta a tacere nel migliore dei modi, uccidendolo.
Questo in Russia non è fantascienza ma politica quotidiana, politica democratica direbbe Putin. Sono stati arrestati 35 attivisti proprio per questo motivo, condotti in caserma e forse multati per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata. C’è da precisare che non era una manifestazione ma solo una protesta a favore di Boris Nemtsov, nome noto perché vicepremier di Eltsin. Lui è stato incarcerato, pena breve 15 giorni, per un motivo affine e cioè per resistenza all’arresto dopo la partecipazione a una manifestazione non autorizzata. Ora il problema generale è un altro: come si fa ad ottenere un permesso per manifestare? È chiaro che va chiesto alle autorità preposte; da chi sono governate le autorità preposte? Dal governo in carica; chi è il governo in carica? Putin (rispondo così perché tanto è lui che controlla e decide tutto). È evidente allora che si ottiene permesso solo per ciò che a Putin sta bene, è chiaro che a lui non può stare bene la libertà d’espressione, perché in quel caso è ovvio che merda contro di lui sarebbe lanciata (verbalmente e fisicamente) ecco allora che arresta chi non la pensa come lui. A breve probabilmente sarà brevettato (perché sicuramente di nascosto già lo sta facendo) il lavaggio del cervello come pratica per essere cittadino russo.
aleksej

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