venerdì 28 gennaio 2011

Gli intrighi anche nella sofferenza

Oggi devo andare con i piedi di piombo e calibrare tutte le parole, non voglio essere di parte, voglio essere serio nel presentarvi il problema. Per fare ciò bisogna andare con ordine e fare piccoli passi. Circa contemporaneamente sono uscite due notizie molti forti che riguardavano la Palestina.

Da un lato le notizie presentate da al-Jazeera: la prima in cui si presenta, se la notizia fosse vera, un folle negoziatore palestinese Erekat che offre a Tel Aviv Gerusalemme in toto, cioè includendo anche Gerusalemme Est escludendo l’insediamento di Har Homa, e il governo israeliano che si rifiuta proprio per la mancanza di quest’ultimo la Livni commentò: “Non ci piace questa offerta perché non risponde alle nostre esigenze”; la seconda in cui pare che nel 2008 la Rice, allora segretario di Stato USA, proponeva di inviare alcuni profughi palestinesi in America Latina per ovviare al problema dei milioni di profughi che non possono fare rientro in Israele a causa, seguendo sempre la notizia, dell’impedimento posto dalla stessa ANP, che avrebbe permesso “l’accesso in Palestina” di un numero limitato di palestinesi.
Dall’altro lato la notizia proveniente da Israele in cui l’attuale ministro degli esteri, Lieberman, propone la costituzione dello Stato Palestinese secondo una cartina da lui progettata, una mappa che prevede un territorio molto piccolo che prenderebbe Gaza e circa metà della Cisgiordania, scelta arguta perché evita di dover smantellare buona parte degli insediamenti ebraici. La Palestina tramite la voce di Erekat, sempre lui, fa sapere che respinge la proposta che considera una “barzelletta”.
Dopo tutto ciò intervengono anche Spagna e Francia a dire che l’UE dovrebbe essere più attiva e partecipe nell’aiutare la creazione dei due stati. Affermazione valida, ma che così viene commentata da Lieberman: “Nel 1938 l’Europa placo Hitler sacrificando la Cecoslovacchia in vece di supportarla, e non ne ottenne nulla. Noi non saremo la Cecoslovacchia del 2010, noi combatteremo per i diritti vitali di Israele, che l’Europa, dunque, si occupi dei suoi problemi”.
Questo commento arriva ieri, giorno della memoria, notare come Israele sappia il fatto suo… cita Hitler nel giorno della memoria per essere maggiormente giustificata nelle sue barbarie. ATTENZIONE questo commento non è essere di parte, è dire il vero. E ora il commento più generale: perché i dialoghi di pace non riprendono e risulta ormai evidente che una soluzione è lontana dal giungere? Perché anche in Palestina la politica è lontana dalla gente, anche là, ormai, non c’è più l’ascolto della popolazione. Gli interessi e gli intrighi di potere fanno schifo, soprattutto se avvengono con la piena coscienza che essere politico in Palestina significa soprattutto andare in carcere, chi però sa mettere il piede in due staffe è rassicurato sulla sua vita.
michael

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