sabato 15 gennaio 2011

La faccia della distruzione tunisina

A volte è necessario metterci la faccia, a volte è necessario dire “Sono io” per prendersi addosso tutte le responsabilità. Io la faccia ve la metto ma non poso dire che lui si sia preso tutte le responsabilità, anzi lui davanti al problema ha ben pensato di scappare e rifugiarsi in Arabia Saudita. Lui sarebbe, ormai, l’ex presidente tunisino, colui che ha ordinato gli spari sulla folla che manifestava e manifesta e l’innalzamento dei prezzi dei generi alimentari di primo consumo. Dire un mostro sarebbe dire poco: lui è il colpevole di 66 morti da quando le proteste sono iniziate, dei saccheggi in tutte le città, del coprifuoco notturno, della chiusura totale del centro della capitale con divieto anche ai taxi di circolare, lui è il responsabile di 31 morti nel carcere di Monastir e di 42 morti e 15 ustionati in quello di Monastir, tutti detenuti che cercano di scappare e che sono stati uccisi dalle guardie che sparavano ad altezza uomo (e questi numeri sono slegati dai 66 che dicevo prima, quelli erano “onesti” cittadini). Lui quindi scappa, lascia nella merda il premier che diventa presidente ad interim e che dice di voler proseguire con la politica che lo ha messo al potere, un altro folle insomma, uno che non ha ben capito che cosa la Tunisia veramente vuole e cioè un cambio totale di tendenza, una nuova vita, una nuova forza e una nuova storia. In più si trova a dover fare i conti da un lato con l’UE che dichiara inaccettabile le repressioni adoperate contro la folla in protesta, dall’altro con l’ONU che dice di fare in fretta a trovare una soluzione democratica, la Lega Araba poi non si tira ovviamente indietro e invita alla calma in Tunisia, dopo che si scopre che i gruppi più estremisti erano e sono a sostegno dell’allontanamento del presidente Ben Ali. Nel mentre una notizia giunge verso Europa con il suo carico di stupore e assurdità, la lobby americana Washington Media Group, presentata dal Washington Post come la LOBBY che meglio si trova a lavorare con i dittatori o i regimi, fa cadere la collaborazione con la Tunisia per “questioni di diritti umani e civili”. Cioè anche gli USA ci fanno sapere che ora che il dittatore se n’è andato anche loro non hanno più interesse nel suo popolo, gli USA ci fanno sapere che per quanto riguarda loro la Tunisia si può anche scannare o andare allo sfascio che i loro interessi lì, per il momento sono finiti, ecco la democrazia dei poliziotti del mondo, ecco come lavora il nobel per la pace, ecco qual è il vero volto dei politici tutti.
octavio

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