martedì 25 maggio 2010

Cartelli della droga = cartelle piene di soldi

Ieri la dichiarazione dello stato di emergenza per due distretti di Kingston, dopo che alcune stazioni di polizia sono state assalite con armi da fuoco e sono state create (dicono dai cittadini, io credo da alcuni scagnozzi) barricate per difendere “il boss dei Boss” Dudus Coke. Il più grande e il più famigerato venditore di droga e armi giamaicano, in grado di avere un commercio anche negli USA e proprio Obama ora ne reclama l’estradizione forzata. Il premier Bruce Golding inizialmente non voleva accettare l’estradizione, sembra che gli facesse comodo avere Coke in Giamaica (come anche vediamo noi in Italia la mafia fa comodo al potere) poi però, quando Obama ha alzato la voce, ha subito firmato per l’estradizione. Da quella firma il pandemonio si è scatenato nella capitale, in particolare in quei quartieri dove si sapeva avere dei covi Coke, per questo dicono che è la popolazione che lo vuole salvare (forse in parte è vero) ma io credo che i fomentatori sono i più prossimi al boss. La verità più sconcertante è però che Golding prima tenga strenuamente il suo venditore di droga, ma appena gli Usa gli fanno sapere che toglieranno la possibilità di viaggiare in Giamaica corre ai ripari; fate un po’ di ricerche anche voi e troverete che il 70% degli introiti per turismo (la vera fonte di guadagno giamaicana) è grazie al turismo statunitense. Golding doveva scegliere tra la caramella e il gelato e ha scelto ovviamente per colui che comanda il mondo, in fin dei conti sa che tra poco Coke sarà dichiarato terrorista, l’esercito entrerà in azione e ci saranno i primi morti: civili innocenti, mentre Coke, Golding e Obama se la rideranno guardando le immagini.
octavio

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