venerdì 7 maggio 2010

Culture di potere

I primi giorni di maggio avevano portato a una proposta da parte delle Camice Rosse: fine del blocco dell’area economica di Bangkok solo con elezioni entro 3 mesi. Abhisit aveva ovviamente risposto con un secco no. Il 5 maggio arrivava la contro proposta: consultazione elettorale il 14 novembre. Se inizialmente sembrava che la cosa potesse allettare i manifestanti ieri è arrivata la notizia che le Camice Rosse accetteranno la data del 14 novembre per le elezioni solo a patto che vengano rispettate 3 loro richieste: 1. scioglimento del governo tra i 45 e i 60 giorni prima delle elezioni 2. fine di ogni azione intimidatoria contro i manifestanti 3. intervento della Commissione Elettorale per la definitiva decisione della data elettorale.
Non ho mai visto di buon occhi i manifestanti delle Camice Rosse, seguendo con attenzione lo svolgersi di tutte le rappresaglie e contro-rappresaglie ho capito che nemmeno il premier Abhisit è un santo, ma quello che ora inizio a pensare che United front for democracy against dictatorship, meglio note come Camice Rosse, stiano portando avanti la loro campagna contro quello che loro definiscono dittatore (io credo che non sia certo un santo, che sia un violento e che ha fatto del male a molta popolazione, ma non lo definirei dittatore) per diventare poi loro i nuovi dittatori. I manifestanti sostengono l’ex-premier, lui sì che era un dittatore con la D maiuscola, e non credo che se otterranno il potere cambieranno molto la rotta politica intrapresa fino al golpe che ha messo al potere Abhisit.
I golpe e contro golpe non cambiano in realtà la base di corruzione e giochi di potere, lo potrebbero fare se fossero fatti da gente che vivono con l’idea che l’uomo è il centro della politica. Ma c’è ancora qualcuno che fa politica per questi ideali?
octavio

Nessun commento:

Posta un commento