domenica 2 maggio 2010

It's not too late to apologize

Si sente spesso parlare degli attentati sugli autobus israeliani, si sente spesso parlare quindi dei morti che i palestinesi provocano agli ebrei. Nessuno parla dei viaggi che i palestinesi devono fare in autobus per arrivare nelle città dove lavorano partendo dalla West Bank. Non so neanche quanti possano raccontare di averlo vissuto sulla loro pelle.
Gli autobus sono bene o male simili ai nostri hanno la targa gialla perché senza di quella non puoi viaggiare per tutto il territorio israeliano, parti e vai. Lungo tutte le strade che costeggiano la West Bank i checkpoint sono numerose e le attese infinite. Il bus si ferma, salgono due militari armati e inizia il controllo dei passaporti, se tutto va bene hai solo un mitra puntato nel mentre che controllano il tuo documento (se lo dico non è perché esagero ma perché me l’hanno puntato), se invece i militari ti vogliono far vedere che loro sono potenti, ti fanno scendere e in mezzo alla strada iniziano a perquisire te e tutti i tuoi bagagli.
Ieri a Gerico la polizia e la Commissione di Sicurezza e i dirigenti delle aziende di trasporto pubblico hanno raggiunto l’accorso che le linee che di autobus per le province straniere avranno il 50% del personale di sicurezza così da rendere effettiva la presenza del 100% di sicurezza nelle linee interne. Questo è stato fatto perché verranno concessi alcune “libertà” militari ai conducenti degli autobus.
Non mi venite a dire che è un bene perché i kamikaze uccidono le persone e gli israeliani invece prendono solo provvedimenti di sicurezza. È vero che i kamikaze ammazzano, è vero anche che hai controlli ai checkpoint tu puoi anche essere tranquillamente arrestato, delle carceri vi ho già abbondantemente parlato…
momò

Nessun commento:

Posta un commento